l'UDU vince il ricorso per le tasse troppo alte, Università condannata a risarcire tutti gli studenti e a rifondere le spese processuali.
Data: Venerdì, 18 novembre 2011 ore 13:08:37 CET
Argomento: Giurisprudenza


Storica vittoria dell'UDU contro l'innalzamento spregiudicato delle tasse universitarie che apre la concreta possibilità di ricorsi a catena in ogni Università italiana. La sentenza del T.A.R. Milano, che profuma di rivoluzione sul tema delle tasse universitarie, ha infatti condannato l'Università degli studi di Pavia a risarcire tutti gli studenti del proprio ateneo per aver aumentato le tasse, nell'anno accademico 2009-10, oltre il limite previsto dalla legge e a rifondere all'UDU le spese di giudizio.
La legge in materia di tasse studentesche, infatti, prevede che la sommatoria delle tasse di ogni singolo studente non passa superare il 20% dei fondi ministeriali (FFO) per quell'ateneo. Il problema è che, con i tagli targati Gelmini-Tremonti, quasi tutte le università, per far cassa, hanno aumentato le tasse agli studenti, andando a sfondare il tetto del 20% essendo di fatto, fuorilegge.
L'UDU  Pavia ha cercato prima di bloccare l'aumento, e poi, scoprendo nel CDA dell'Università di Pavia che il tetto del 20% veniva sforato di circa 1 milione e 700 mila euro (1,33% circa) ha impugnato le delibere e ha presentato ricorso al T.A.R. della Lombardia.

Assistiti in maniera ottima dall'avvocato Massimo Ticozzi, l'UDU ha così vinto il ricorso e, quindi, l'università è stata condannata a restituire il surplus di oltre un milione e mezzo di euro agli studenti.
Ieri 17 novembre, ironia della sorte proprio nella giornata internazionale degli studenti, è stata emessa la sentenza definitiva del T.A.R Milano che  ha dichiarato fondato ed ha pertanto accolto il  ricorso dell' UDU Pavia stabilendo che è stata illegalmente violata la soglia non superabile del 20% e che pertanto tutta l'eccedenza pari a 1,7 circa milioni di euro, deve essere restituita sia ai ricorrenti, sia attivandosi d'ufficio verso tutti gli altri studenti.

Il T.A.R ha inoltre respinto l'eccezione di incostituzionalità della soglia del 20 % avanzata dall'Università di Pavia, dichiarandola perfettamente legittima e ragionevole e comunque non lesiva dell'autonomia universitaria, condannando inoltre l'ateneo al pagamento delle spese processuali.
"E' una sentenza storica e rivoluzionaria per l'Università italiana- commenta Michele Orezzi, Coordinatore nazionale dell'Unione degli Universitari- il T.A.R. Milano ha sancito quello che noi ripetiamo da tempo: il 20% non è un parametro indicativo bensì vincolante, perchè tutela il diritto allo studio. Questa sentenza è un enorme argine verso l'innalzamento selvaggio delle tasse universitarie che sta diventando il peggiore ostacolo sociale per accedere al mondo accademico".
"Questa sentenza è la risposta migliore che smonta quanto scritto nella lettera di Berlusconi inviata all'Unione Europea che ipotizzava un aumento selvaggio delle tasse per accedere all'Università- continua Orezzi- ed è un chiaro messaggio al nuovo Governo Monti e al neo Ministro Profumo: le tasse non solo non si possono più alzare, ma sono già ora troppo alte, tra le più alte d'Europa".
Continua Orezzi, ex consigliere d' Amministrazione a Pavia, proprio quando è stato iniziato il ricorso: "Già ora 2 atenei su 3, in Italia, sono fuorilegge perché superano il limite di tassazione previsto. Questa sentenza dà grande forza all'Unione degli Universitari-il sindacato studentesco-di continuare la propria battaglia con ricorsi ateneo per ateneo fino a quando ogni università rispetterà non solo la legge ma anche gli studenti e le loro famiglie, che finalmente non saranno più le vittime sacrificali a cui fare pagare la crisi economica e e i tagli al sistema pubblico".
"Riteniamo inoltre - conclude Orezzi - di corto respiro le giustificazioni dell'Università di Pavia e di tutte le altre Università  che, prima sminuiscono la fondatezza delle nostre tesi, pienamente accolte dal T.A.R, poi sono costrette ad agire di rimessa affermando che lo sforamento è da attribuirsi ai tagli della Gelmini, concludendo che saranno costrette a tagliare i servizi agli studenti. Ci si chiede allora: perchè le Università fanno pagare ai propri studenti i tagli della Gelmini? Perchè l'unica logica che viene proposta è: se volete i servizi dovete pagarveli? E' questa la logica di un'Università pubblica? Forse sarebbe bene rileggersi la Costituzione"

Coordinatore Nazionale UDU- UNIONE DEGLI UNIVERSITARI
www.unionedegliuniversitari.it






Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-245904.html