Adida: la drammatica situazione di docenti non abilitati.
Data: Martedì, 15 novembre 2011 ore 17:59:43 CET Argomento: Opinioni
Carissimi lettori e colleghi,
mi chiamo Luca Dibitonto, ho 28 anni, sono docente di scuola primaria,
coordinatore nazionale dell’associazione Adida, Associazione Docenti
Invisibili da Abilitare e consigliere comunale all’istruzione nella mia
città di Santhià: scrivo questo comunicato e questa mia lettera per
cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica su quanto stia avvenendo
nella nostra realtà scolastica italiana, dove oramai le violazioni alle
normative di legge e le discriminazioni non si contano più, all’interno
della quale non vi è più alcun futuro professionale per noi giovani
docenti precari non abilitati.
L’associazione di cui faccio parte, Adida, che opera attualmente online
all’indirizzo web www.associazioneadida.it , si impegna quotidianamente
nella tutela dei diritti dei docenti non abilitati ed in pochi mesi ha
raggiunto la cifra di oltre 18.000 docenti aderenti.
La questione più gravosa è senza dubbio quella relativa ai nuovi corsi
abilitanti promossi da governo e Ministero: analizzando il
sistema di reclutamento degli insegnanti, nelle graduatorie di istituto
di terza fascia sono inseriti i docenti i quali non sono in possesso di
abilitazione, i cosiddetti “supplenti”, che sono assunti per coprire
posti che sono rimasti scoperti od in assenza del personale di ruolo:
all’interno di queste graduatorie vi sono più di 40.000 docenti non
abilitati che hanno prestato più di 360 giorni di servizio ed un numero
altissimo di docenti che hanno insegnato per un periodo di servizio
minore.
Nel corso degli anni a questi docenti, in particolare dopo aver
superato la soglia dei 360 giorni di insegnamento, sono sempre stati
riservati corsi abilitanti di durata annuale (o biennale come nel caso
delle SISS), al fine di far conseguire loro il titolo abilitante e di
permettere di concorrere non più all’interno delle graduatorie dei
docenti non abilitati, ma in quelle dei docenti in possesso di
abilitazione, a partire dalle quali, un giorno, sarà possibile essere
assunti a tempo indeterminato (realtà purtroppo impossibile nelle
graduatorie di terza fascia dei docenti non abilitati, chi non consegue
l’abilitazione non potrà mai essere assunto in ruolo).
La realtà scolastica italiana non prevede più corsi abilitanti a
partire dal 2007, anno della chiusura dei corsi abilitanti SISS per i
docenti di scuola media e superiore, mentre per i docenti di scuola
dell’infanzia e di scuola primaria in possesso del diploma magistrale
conseguito entro l’anno scolastico 2001 - 02, mancano percorsi
abilitanti bensì dal 2005 e l’ultimissimo concorso è stato indetto nel
lontano 1999, quasi 13 anni orsono!
Il Ministero della Pubblica Istruzione, nel tentativo di riattivare
nuovi percorsi abilitanti, alla luce dell’elevato numero di precari già
in possesso di abilitazione, ha preso la decisione di rendere quasi
impossibile per i giovani docenti precari non abilitati l’accesso alla
professione, stabilendo quanto segue: per poter accedere ai nuovi
percorsi abilitanti, denominati CAS, Corso Speciale Abilitante
Speciale, per i docenti di scuola dell’infanzia e di scuola primaria e
TFA, Tirocinio Formativo Attivo, per i docenti di scuola media e di
scuola superiore, i docenti non abilitati dovranno sottoporsi a 3 prove
selettive di elevata difficoltà, la prima su cultura generale con
domande chiuse, da superare al primo tentativo, pena l’immediata
esclusione dal corso abilitante.
Seguirà una seconda prova scritta con domande aperte relative alla
classe di concorso sulla quale si voglia conseguire l’abilitazione ed
infine, per tutti coloro che supereranno anche la seconda prova
scritta, un’ultima prova orale.
Dovremo quindi sottoporci a 3 prove selettive all’interno delle quali
saranno ammessi pochissimi errori, coloro i quali non otterranno la
sufficienza già nel corso della prima prova, saranno esclusi
definitivamente sino all’attuazione di un prossimo percorso abilitante,
magari anche a distanza di alcuni anni.
Quello che spaventa e che indigna maggiormente è rappresentato dal
fatto che nemmeno i docenti più meritevoli i quali riusciranno a
superare queste 3 prove, avranno accesso diretto al corso abilitante:
questi docenti entreranno semplicemente nelle graduatorie TFA
all’interno delle quali sarà loro assegnato un punteggio in base ai
risultati delle 3 prove, ai titoli di studio conseguiti ed al numero di
giorni di servizio finora svolti, saranno ammessi al corso solo gli
insegnanti con i punteggi maggiori!
Nell’incontro di giovedì 3 novembre tra sindacati e Ministero, sono
infatti stati assegnati da parte del Miur i numeri definitivi dei posti
disponibili per i nuovi corsi abilitanti, ogni commento è superfluo:
2.487 posti in tutta Italia su scuola primaria, a fronte di un’offerta
delle Università di almeno 6.046 posti (numero di per sé già molto
basso), 4.626 posti su scuola secondaria di 1° grado (scuola media), a
fronte di un’offerta di almeno 7.239 posti ed addirittura non più di
5.659 posti per la scuola secondaria di 2° grado, a fronte di
un’offerta di oltre 19.125 posti disponibili!
I numeri sono impietosi ed incomprensibili: nonostante il gravissimo
problema del precariato e della necessità di abilitare personale
docente in servizio anche da molti anni, il Miur non solo non ha
consentito posti in più, ma ha addirittura dimezzato i posti assegnati
dalle facoltà universitarie, sottoponendo le migliaia di docenti che si
sottoporranno alle 3 prove ad una selezione severa e spietata, dove
solo i docenti eccellenti che otterranno i punteggi più elevati avranno
la possibilità di accedere al corso abilitante: per tutti gli altri
bravi docenti che da anni garantiscono con il loro sacrificio, con il
loro precariato e con le loro supplenze la continuità del sistema
scolastico italiano, non sarà data alcuna possibilità di conseguire
l’abilitazione, per chissà quanto altro tempo ancora.
Negare la possibilità di conseguire l’abilitazione, consisterà nel
negare la certezza di un futuro professionale a migliaia di docenti
precari, dai più giovani ai meno giovani, costretti ad affrontare il
futuro nella sola speranza di sopravvivere nella realtà scolastica
prestando il loro servizio con supplenze più o meno lunghe, nell’attesa
snervante ed in alcuni casi disperata di ricevere una chiamata dalle
segreterie scolastiche.
Inoltre, al fine di garantire l’avvio dei percorsi abilitanti nel corso
di quest’anno scolastico, come indicato e promesso dal Ministero, manca
la quasi totalità dei decreti attuativi, la cui emissione prosegue a
ritardare e senza i quali non è possibile garantire l’attivazione dei
corsi.
Naturalmente, l’associazione Adida, impegnata con tutte le forze a
tutelare i diritti e la tutela dei docenti privi di abilitazione, non
può accettare un simile trattamento ed ha impugnato 2 ricorsi
amministrativi avversi il decreto ministeriale TFA, al Tar del Lazio ed
al Presidente della Repubblica, portando con sé migliaia di docenti
ricorrenti: scopo dell’associazione non è solo quello di abilitare
tutti i docenti con più di 360 giorni di servizio, Adida tiene alla
tutela anche dei docenti che non hanno ancora raggiunto i 360 giorni di
insegnamento.
Adida non si è limitata a ricorrere contro il TFA, ma ha intrapreso una
serie di ricorsi volti a restituire i diritti e la dignità degli
insegnanti non abilitati, da troppo tempo discriminati, umiliati ed
abbandonati a se stessi.
In questa prospettiva che si preannuncia purtroppo fortemente gravosa e
penalizzante, segnaliamo queste ingiustizie per richiedere l’aiuto di
tutti e soprattutto dei partiti politici al fine di trovare una
soluzione ad una realtà professionale che riguarda decine di migliaia
di insegnanti!
Luca Dibitonto
coordinatore
nazionale ADIDA e della provincia di Vercelli
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