All'infanzia il 10% non ha l'età. Grande fuga dai nidi verso le scuole statali e paritarie. Anticipatari record nel Meridione
Data: Martedì, 15 novembre 2011 ore 11:45:00 CET Argomento: Rassegna stampa
Bimbi iscritti
nonostante siano nati dopo il 30 aprile 2008
Diaspora dal nido alla scuola dell'infanzia, ma il 10% dei bambini che
anticipano l'ingresso alla materna è irregolare. Sono stati 86mila
l'anno scorso i bimbi anticipatari delle scuole dell'infanzia statali e
paritarie: il 9% dei piccoli alunni di questo ordine di scuola. Un
fenomeno in forte crescita fotografato dai dati che il ministero
dell'istruzione ha consegnato, il 4 novembre, ai sindacati. In un solo
anno, dal 2009-10 al 2010-11, ha segnato un incremento dell'8% negli
istituti statali, dove gli anticipatari sono passati da 47.800 a
51.800: un aumento di 4mila bambini, che arriva a 8.824 considerando
anche gli iscritti alle paritarie. Si capovolge, così, anche il
tradizionale rapporto delle statali con le paritarie; infatti, il
maggior numero di iscritti è alle statali, il 60% conto il 40% delle
paritarie.
Però il 10,3% dei bambini anticipatari è irregolare, perché nato
dopo il 30 aprile 2008. La legge infatti consente l'anticipo alla
scuola dell'infanzia solo ai bimbi nati entro il 30 aprile, quindi, di
almeno 2 anni e 5 mesi di età all'inizio delle lezioni, a condizione
che siano disponibili posti ed esaurite le liste d'attesa, siano
presenti locali e dotazioni idonei alle esigenze degli under 3enni e
dopo la valutazione pedagogica e didattica, da parte del collegio
docenti, di tempi e modalità di accoglienza. Invece, lo scorso anno, il
9,2% degli anticipatari delle materne statali e l'11,9% di quelli delle
paritarie era nato dopo il 30 aprile. Una fuga dal nido fortemente
disomogenea sul territorio nazionale. Diffusa soprattutto al Sud con
regioni come Calabria che ha la percentuale più alta sia di anticipi,
il 34,9% degli iscritti, sia di irregolari, il 6,69%; Campania con il
numero assoluto maggiore, 14.747 bambini anticipatari, seguita da
Sicilia (11.129) e Puglia (9.558). Quarta per numero di alunni la
Lombardia (9.020), che però per percentuale, il 9,5% degli iscritti, è
penultima della classifica a pari merito con Toscana (9,3%) e Lazio
(9,5%). Anticipi assenti in Emilia Romagna, la regione che ne registra
meno, il 5,7% dei bimbi, e in Friuli, Veneto e Liguria dove gli
irregolari sono lo 0%. «Vi sono 24 provincie dove un bambino ogni 5 è
un anticipatario», sottolinea la Flc-Cgil «e, tra queste, ve ne sono
almeno 7 dove la percentuale è superiore al 25%. Con il caso limite di
Potenza dove gli anticipatari sono il 40%». Non va meglio a Cosenza
(39%) e Nuoro (37%). «Questi dati chiamano in causa soprattutto gli
enti locali e le regioni», insiste la Gilda degli insegnanti. Occorrono
strumenti che garantiscano «l'implementazione di servizi educativi per
la prima infanzia», commenta la Uil scuola, «a partire dalle sezioni
primavera, che vanno rifinanziate e sostenute». Sezioni ospitate negli
stessi locali della scuola dell'infanzia ma destinate ai bambini di 2-3
anni e riferite alla fascia 0-3. «La scuola dell'infanzia è e deve
restare 'scuola' - ricorda lo Snals -, quindi, privilegiare il fatto
educativo», che l'accettazione di bimbi di età inferiore a 3 anni
compromette a favore di quello assistenziale».
(da ItaliaOggi
di Emanuela Micucci)
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