Vita dura per i docenti in esubero. Facilitate le procedure per la mobilità e il licenziamento
Data: Martedì, 15 novembre 2011 ore 08:03:16 CET Argomento: Rassegna stampa
I docenti e i non
docenti che andranno in esubero, ad oggi sono circa 10 mila,
continueranno ad essere ricollocati d'ufficio secondo i contratti
vigenti. Ma se non sarà possibile trovare una nuova collocazione in
provincia, dovranno subire la mobilità in regione e fuori regione.
Le nuove procedure saranno fissate al tavolo negoziale, ma bisognerà
fare in fretta, perché bisognerà trovare una nuova sistemazione entro
90 giorni dall'individuazione dell'esubero, con o senza contratto.
Perché se non saranno rispettati i termini, l'amministrazione
applicherà l'art.40 del decreto legislativo 165/2001, che consente di
procedere d'ufficio senza attendere la sottoscrizione del contratto.
Così come già accaduto per le utilizzazioni (si veda l'ordinanza
64/2011). Nel caso in cui non sarà possibile ricollocare i lavoratori
in esubero nemmeno in questo modo, si tenterà il collocamento in altre
amministrazioni. In caso contrario si procederà con il collocamento in
disponibilità a stipendio ridotto per 24 mesi. Dopo di che scatteranno
i
licenziamenti.
Senza neppure provare ad avviare gli interessati ai corsi
di riconversione. Sono queste le novità contenute nell'art. 4
-terdecies del maxiemendamento governativo al disegno di legge di
stabilità per il 2012, approvato definitivamente dalla camera sbato
scorso e del quale il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha
disposto l'immediata pubblicazione in Gazzetta ufficiale. La legge reca
una nuova versione dell'art. 33 del decreto legislativo 165/2001. Il
nuovo testo rende facili i licenziamenti nella pubblica amministrazione
perché spezza i freni alla macchina procedurale della rinconversionedei
lavoratori. Freni che consistono nell'obbligo di aprire un tavolo
negoziale specifico in caso di esuberi. Adesso, invece, è prevista la
mera informazione ai sindacati per accertare il personale in
soprannumero. Le nuove disposizioni eliminano anche l'obbligo del
previo tentativo di riconversione professionale, che è lo strumento più
efficace per trovare una nuova collocazione ai lavoratori in esubero.
Perché consente l'acquisizione delle competenze utili ad agevolarne il
collocamento in altre mansioni. La strategia messa in campo dal governo
è duplice.
Da una parte si estromettono i lavoratori dai tavoli dove si prendono
le decisioni, rilegificando l'intera materia. E dall'altra si pongono
le basi per agevolare i licenziamenti, minacciando sanzioni
disciplinari e rivalse erariali nei confronti dei dirigenti non
abbastanza solerti nell'avviare i processi di rivconversione. Quanto
alle ricette previste per attutirne gli effetti, la nuova stesura
dell'articolo 33 prevede anzi tutto che, prima di licenziare,
l'amministrazione dovrà verificare se è possibile collocare il
lavoratore in pensione. Ipotesi, questa che può trovare accoglimento
solo se l'interessato avrà maturato almeno 40 anni di contribuzione. La
norma non spiega se il pensionamento coatto dovrà essere applicato solo
al lavoratore in esubero oppure se possa essere attuato per
compensazione su altri lavoratori con analoghe mansioni, al fine di far
rientrare l'esubero. E dunque, per saperlo bisognerà attendere la
normativa di attuazione.
Esaurita questa fase senza esito positivo, l'amministrazione dovrà
tentare di reimpiegare i lavoratori in odore di rottamazione tramite la
mobilità d'ufficio. In riferimento a quest'ultimo aspetto, il
maxiemendamento fa riferimento all'art. 1, comma 29 del decreto legge
138/2011. E ciò induce a sperare che almeno la contrattazione su
trasferimenti e utilizzazioni non verrà cancellata. Sarà solo in quella
sede, dunque, che sarà possibile cercare le soluzioni per evitare i
licenziamenti dei soprannumerari in esubero. Soluzioni che, a dire il
vero, ci sarebbero già. Specie per quanto riguarda il contratto delle
utilizzazioni. Che poi è il contratto di riferimento del trattamento
dei docenti soprannumerari incollocabili in organico di diritto: i
docenti della famigerata Dop (dotazione organica provinciale). Sinistro
acronimo con il quale l'amministrazione indica la Caienna dove vengono
posti i docenti di ruolo che cambiano sede ogni anno, perché hanno
subito la sventura di andare in esubero.
Le soluzioni già previste sono le seguenti. Prima si prova a
ricollocare il docente nella stessa classe di concorso. Poi si prova in
altra classe di concorso per la quale ha l'abilitazione. E infine , se
nemmeno in tali casi si trova una nuova collocazione, si prova con una
qualsiasi delle classi di concorso per le quali l'interessato possiede
il titolo di studio. Ipotesi, quest'ultima, che fino ad oggi è rimasta
solo sulla carta. Resta ferma, come extrema ratio, la mobilità
intercompartimentale. Vale dire, la possibilità di trovare un altro
lavoro ai docenti e ai non docenti in esubero in altre amministrazioni.
Finora, anche questa ipotesi è rimasta solo sulla carta. Ma è
ragionevole ritenere che le nuove disposizioni dovrebbero avere
l'effetto di un colpo di acceleratore per il varo definitivo della
relativa disciplina. Tanto più che anche in questo caso, non sono
previsti passaggi al tavolo negoziale, ma meri accordi tra
amministrazioni.
(da ItaliaOggi di Antimo Di Geronimo)
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