Il concorso DS è un caso ?
Data: Lunedì, 14 novembre 2011 ore 09:57:38 CET
Argomento: Redazione


Voglio riportare l’inizio di un interessante articolo di Maurizio Tiriticco, con cui spesso mi trovo d’accordo, pubblicato sulle pagine di Education 2.0, dal titolo “ Studi di caso a scuola, per dirigenti “, riguardante i casi ( situazioni-problemi ), oggetto della seconda prova scritta del concorso DS. L’articolo inizia così: “Sì, la vita è tutta un quiz”, dice una nota canzone di Arbore, o forse è meglio dire che… la vita è tutta un caso! In effetti, è sempre da un interrogativo, semplice o complesso che sia, che nasce un caso! O meglio un insieme infinito di casi, se definiamo caso una situazione problematica di fronte alla quale ci veniamo a trovare. Ovviamente, la routine quotidiana, dove tutto è dato, non costituisce un caso! Ci leviamo dal letto, facciamo la doccia, ci vestiamo, facciamo la prima colazione, andiamo al lavoro… e poi rientriamo in casa! Si tratta di una serie di operazioni scontate, come si suol dire, o, più correttamente, di procedure per certi versi standardizzate che affrontiamo senza problemi, magari pensando ad altro, alla partita di domenica o alle prossime vacanze. Ma, attenzione! Se al bagno nudi e infreddoliti apriamo il rubinetto e l’acqua calda non esce… o se, usciti di casa, ci imbattiamo in uno sciopero selvaggio e non possiamo raggiungere l’ufficio… e se la macchina non parte, o se parte siamo senza benzina… È proprio il… caso di dire che la sfortuna si avventa su di noi! Le procedure consuete si rompono e nascono, appunto, i casi!”
Veniamo ora al concorso DS, l’errore o meglio la pantagruelica quantità di errori docimologici commessi, lo qualificano come un caso, nello specifico un caso di difficile soluzione. Senza la presenza dell’errore, questo concorso sarebbe stato routine, con la seguente sequenza temporale: emanazione del bando, prova preselettiva, prove scritte e orali, corso di formazione ed infine insediamento nella tanto sospirata ed ambita cattedra da Dirigente Scolastico. Invece no, l’errore rovina tutto, divide gli aspiranti DS in idonei ed esclusi, divide associazioni e sindacati che parteggiano da una parte e dall’altra, divide le opinioni di chi scrive  in riviste cartacee o on line di settore. Le soluzioni proposte evidenziano una certa difficoltà risolutiva di fronte al caso-concorso, infatti, c’è chi scrive che il TAR non può sostituirsi alle commissioni, altri evidenziano una teorica delegittimazione dello stesso TAR se dovesse dare la sospensiva agli oltre 7000 docenti che hanno fatto ricorso, altri infine   ricorrono alla via dell’insulto perché incapaci di fronteggiare con il ragionamento il problema creatosi ( colpa dell’assuefazione ad imparare le cose a memoria ? ). La presenza dell’errore  crea il caso, le procedure consuete si rompono e si deve trovare una soluzione giusta ed equa, evitando  la via più semplice del far finta di nulla, del minimizzare, del nascondere il problema. Per risolvere i casi, nella scuola dell’autonomia, non basta la competenza disciplinare, ma sono necessarie elevate capacità di problem solving, ed aggiungo, viste le incresciose contrapposizioni tra idonei ed esclusi, una discreta dose di buona educazione civica e di comprensione dei diritti dell’altro.

Aldo Domenico Ficara
aldodomenicoficara@alice.it





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