Scoppia la guerra tra i presidi. Anche i promossi al quiz del concorso preparano ricorso ''contro i ricorsi''
Data: Lunedì, 14 novembre 2011 ore 07:29:46 CET Argomento: Rassegna stampa
Tra gli aspiranti
presidi è guerra aperta. Da un lato i «bravi», coloro che hanno
superato la preselezione. Dall’altro l’esercito di bocciati, sceso in
campo per far valere le proprie ragioni ed essere ammessi alla prossima
prova. Il concorso per i presidi va avanti a colpi di carte bollate. Il
Tar del Lazio è sommerso dai ricorsi. Sono complessivamente 8.000
quelli presentati dagli inidonei e di questi circa 700 provengono dalla
Campania (tra questi un gruppo di 130 prof che ha scelto di fare la
prova al nord per avere più chance). E per gli ammessi? I dati sono
significativi
. A superare i famigerati quiz sono stati complessivamente 9.113
candidati rispetto a 33.531 persone che hanno presentato domanda per la
partecipare alla preselezione. Poco più dei ricorsi presentati.
Il concorso ha di fatto messo i sindacati l’uno contro l’altro. Non si
era mai visto in una prova del genere che promossi e bocciati si
scannassero in questo modo. La colpa? A detta dei più sta tutta nel
metodo scelto, preselezione e quiz, molti dei quali erano anche
sbagliati.
Comunque un bel blocco di ricorsi al Tar sono stati già presentati.
Degli 8.000 in Italia, più di 2.500 sono stati raccolti e presentati
dall’Anief, l’associazione (in Campania è coordinata da Stefano
Cavallini) che per prima si opposta al metodo del concorso facendo
ammettere alla prova i precari, appena entrati in ruolo.
Il Tar si pronuncerà il prossimo 24 novembre. I legali dell’Anief hanno
impugnato l’intero bando e la prova preselettiva che conteneva al suo
interno, malgrado la massiccia revisione del Miur, ancora molti quesiti
errati. L’obiettivo - spiega - Stefano Cavallini non è certo quello di
invalidare l’intero concorso ma di mettere la situazione a posto.
Resta un gran pasticcio. Una guerra a colpi bassi tra le varie
associazioni. L’Anief a favore degli inidonei, l’Anp (l’associazione
nazionale presidi) in campo per tutelare i promossi e sempre a colpi di
ricorso. L’Associazione nazionale dei presidi infatti ha deciso di
tutelare tutti coloro che temono di veder annullata la prova con il
danno conseguente. La battaglia si gioca tutta al Tar anche se l’Anp si
è mossa in ritardo.
Il momento è molto delicato. Il cambio al vertice del ministero impone
ai sindacati e alle associazioni di muoversi con attenzione per evitare
che alla fine salti definitivamente quello che con molta probabilità è
l’ultimo concorso per dirigenti scolastici. In questo modo l’anno
prossimo e per gli anni futuri ci sarebbe solo un esercito di reggenti.
Molti i legali scesi in campo e in ordine sparso. Un gruppo di docenti
esclusi (sono circa dieci persone) si è visto già rigettare il ricorso
ma per incompetenza territoriale. Tutti i ricorsi vanno presentati al
Tar del Lazio. Questi avvocati (commettendo un errore clamoroso) si
sono mossi sul Tar della Campania e dunque hanno avuto una risposta
negativa e difficilmente potranno muoversi in tempo utile per
partecipare alla seconda prova.
Uno degli ultimi atti del ministro Gelmini è stato proprio quello di
fissare il lasso di tempo in cui i promossi devono cimentarsi nella
prova scritta. Questa volta non è prevista una unica data nazionale. Il
Miur, infatti, ha stabilito che la data della prova deve essere decisa
dall’Ufficio scolastico regionale e comunque fissata tra il 12 e il 16
dicembre. I candidati, questa volta, avranno ben 8 ore di tempo per
svolgere il compito scritto.
(da http://www.ilmattino.it)
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