Concorso Dirigenti scolastici: il TAR rischia la delegittimazione?
Data: Domenica, 13 novembre 2011 ore 18:12:05 CET Argomento: Opinioni
Quando la Legge
1034 del 1971 istituì il TAR, la Costituzione li aveva già previsti,
però fino al quel momento non erano attivati. Il legislatore ebbe
un’idea nobile. Occorreva creare uno strumento in più per il cittadino
alle prese con l’amministrazione dilagante, a volte autoritaria, talora
ostile all’italiano medio. Quando l’amministrazione sbagliava, ad
esempio perché trattava diversamente i suoi amministrati, occorreva che
i cittadini intervenissero, anche per via giurisdizionale. Bisognava
aiutare il cittadino, dargli uno strumento in più. Questo era il TAR!
In questi anni, specialmente negli ultimi mesi e soprattutto nella
scuola, qualcosa di nuovo è avvenuto. Una mutazione genetica è avanzata
come una metaplasia inarrestabile. Taluni signori (affaristi famelici e
senza scrupoli per alcuni, strenui difensori del diritto per altri)
hanno deciso di forzare la mano. Basta prendere gli atti della Pubblica
Amministrazione, soprattutto quelli riguardanti migliaia di
amministrati. Occorre passarli al setaccio, indagarli al microscopio
per scoprirne anche le millimetriche debolezze, le criticità opinabili.
Il lavoro sembra facile perché ogni atto amministrativo, essendo frutto
di azioni umane, è sempre opinabile, specie per chi è in cattiva fede.
Poi si chiamano a raccolta migliaia di cittadini che hanno motivi per
annullare quell’atto. E anche questo è facile. Basta praticare prezzi
stracciati. Si raccolgono centinaia o migliaia di adesioni e la somma
di tanti prezzi stracciati diviene un guadagno enorme. E si tenta il
ricorso. Ma se l’atto amministrativo fosse fatto con la massima
trasparenza immaginabile, oggettivissimo, a prova di bomba? Se fosse
inattaccabile sotto tutti i punti di vista? Se fosse preparato da Iddio
in persona e quindi perfetto? “Nessun problema” pensano i
professionisti del ricorso. Si fa in modo che il TAR, prima che studi
le carte e si pronunci, sospenda il suo giudizio. A quel punto il gioco
è fatto. Nel caso del concorso per
Dirigenti Scolastici, migliaia di persone avrebbero la sospensiva.
Parteciperebbero al concorso prima che il TAR decida se hanno ragione o
torto. Ingolferebbero la macchina organizzativa, creerebbero un enorme
aumento dei costi dell’erario (tanto lo stato può sempre tagliare i
servizi ai poveri!!!). Creerebbero un’incertezza del diritto
spaventosa. Poi alla fine mettiamo che il TAR si pronunci e, come
accadrà sicuramente in questo caso, dirà che la prova era
oggettiva; per quanto durissime, le condizioni erano le stesse
per tutti. In questo caso il ricorrente avrà torto. Cosa
succederà ai cittadini che nel frattempo hanno sostenuto un concorso,
senza averne diritto, magari arrivando alla fine e risultando idonei?
Succederebbe una situazione pazzesca, possibile solo in un paese come
l’Italia. Tante persone che non avevano diritto a una cosa, la
otterranno ugualmente. I sindacati, sempre a favorevoli a condoni e
sanatorie, e i politici, in cerca di voti, diranno di ignorare quello
che ha detto il TAR. Insomma il lavoro del TAR sarà annullato e tutto
finirà a tar-allucci e vino. E tutti, nello sconcerto, diverranno
idonei. E’ una commedia pazzesca, uno schiaffo agli onesti e a chi non
ci prova. E’ un invito a provarci sempre. Sempre e comunque. Così di
graduatoria in graduatoria, di concorso in concorso quelli che si
rivolgono al TAR dai 10 iniziali, divengono 100, poi 1000 e infine
10.000. Nessun concorso regolare è
più possibile. Niente si può più fare correttamente in Italia,
perché chi non prova a forzare le regole è stupido! Se il TAR
concedesse la sospensiva, a febbraio dopo la correzione degli scritti,
tutti in “non idonei” tornerebbero alla carica. In migliaia
ricorrerebbero al TAR per accedere agli orali, al motto “una sospensiva
non si nega a nessuno”.
Era per questo che nel 1971 il ministro Reale e il presidente Colombo
istituirono il TAR? Per questo lo avevano previsto i padri costituenti?
La domanda è retorica e richiama altre storie italiane simili. Come
quella del referendum: un grande strumento popolare e di democrazia che
perse consenso ed efficacia quando alcuni furboni ne abusarono. Lo
usarono per rilanciare la propria carriera politica con un uso
distorto, massiccio e abnorme. Con quello strumento alcuni furboni ci
guadagnarono, ma la democrazia ci perse qualcosa.
Diceva mio nonno: anche un coltello, che è uno strumento utile, può
diventare dannoso se usato eccessivamente, specialmente quando non
serve.
Il concorso per Dirigenti Scolastici,
con migliaia di ricorsi seriali, è una cartina di tornasole per capire
se il TAR farà qualcosa per il paese o per chi “ce prova”. I numeri dei
ricorrenti lo stanno a dimostrare: si tratta di un uso strumentale di
un organo previsto dalla Costituzione. E se il TAR concederà sospensive
facili, tra pochi giorni andranno in onda nuove repliche della stessa
stomachevole commedia.
Ci sono italiani onesti che sono stati dichiarati inidonei dopo la
prova pre-selettiva, da uno stupido e oggettivo lettore ottico, perché
non hanno studiato. E non hanno fatto ricorso. L’Italia faccia capire
che sta da questa parte.
Silos
Ignance
scuola18591962@yahoo.it
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