Legge di stabilità, cosa ci riserva. Cisl:no alle scuole senza dirigente e senza dsga
Data: Venerdì, 11 novembre 2011 ore 15:04:41 CET
Argomento: Sindacati


No alle scuole senza dirigente e senza dsga, sulla rete scolastica si punti ad un governo condiviso dei processi, evitando conflitti e inutili forzature. No all’utilizzo degli ITP come assistente tecnico, sono profili diversi e non sovrapponibili.
Sulla mobilità del personale, pronti a far valere la notevole esperienza maturata in decenni di contrattazione. No ad allarmismi strumentali, siamo pronti a tutelare i lavoratori come abbiamo sempre mostrato di saper fare con un’azione sindacale puntuale, incisiva e mirata ai risultati.
E’ ormai certo che le convulse vicende politiche di queste ore condurranno  alla rapida approvazione del disegno di legge in materia di stabilità varato dal Governo il 14 ottobre scorso, integrato dal maxi emendamento che recepisce le forti pressioni provenienti dall’UE. L’obiettivo di un drastico contenimento della spesa è ancora una volta il filo conduttore di una serie di interventi che toccano diffusamente il settore pubblico; restano esclusi dal disegno di legge e dal maxiemendamento gli annunciati interventi sui licenziamenti, su cui si era manifestata con forza la netta contrarietà della CISL e delle altre organizzazioni sindacali.                       
         Queste le disposizioni che riguardano in modo specifico la scuola:
riduzione (da 500 a 300) del contingente di personale docente e direttivo destinatario di comandi per i compiti connessi con l’attuazione dell’autonomia (legge 448/98, art. 26 comma 8)
modifica del limite di consistenza richiesto per l’attribuzione del Dirigente alle istituzioni scolastiche, elevato da 500 a 600 alunni (da 300 a 400 per zone montane e piccole isole)
affidamento ad un DSGA reggente delle istituzioni scolastiche di cui sopra
accantonamento in pari numero dei posti di assistente tecnico negli istituti in cui risultino ITP in esubero.
Per quanto riguarda i parametri del dimensionamento, è di tutta evidenza che l’innalzamento dei limiti al di sotto dei quali non è prevista la presenza del Dirigente Scolastico, ma l’affidamento in reggenza, non favorisce certamente condizioni di buon governo delle istituzioni scolastiche, specie se si considera che sono già state ridotte le possibilità di esonero per i docenti collaboratori e che analogo affidamento in  reggenza viene ora previsto anche per la figura del dsga. La CISL Scuola non si è mai opposta pregiudizialmente ad una politica di dimensionamento razionale delle scuole, che tuttavia non può essere gestito sulla base di meri parametri numerici e men che meno privando gli istituti di figure fondamentali per consentirne un’efficace gestione. La materia vede peraltro coinvolte competenze di altri livelli istituzionali ed è quindi fortemente esposta, in modo inevitabile, ai rischi di un contenzioso che infatti si ripropone  puntualmente in questi giorni nei ricorsi di alcune Regioni alla Corte Costituzionale. Ancora una volta le forzature indotte per legge, cui fa da pendant la rivendicazione di piena autonomia da parte delle Regioni in materia di rete scolastica, allontanano la prospettiva di un modello di governo fondato sulla condivisione delle scelte da parte di tutti i soggetti dotati di competenze sull’istruzione, nell’ottica della miglior efficacia ed efficienza del servizio.
Forte contrarietà esprimiamo rispetto all’ipotesi di utilizzare gli insegnanti tecnico pratici in esubero sui posti di assistente tecnico. Si configura infatti in tal senso un vero e proprio demansionamento,  dato il contenuti del profilo professionale cui fa riferimento il contratto del personale in questione. Quella che si ipotizza - utilizzo in profilo diverso di diversa area professionale – è una soluzione fondata su un’insostenibile equiparazione tra funzioni che sono invece fra loro nettamente distinte.
Naturalmente riguardano anche il personale della scuola le norme che intervengono in materia di previdenza, anche se per la verità destinate a incidere con più forza sul settore privato. Da notare, comunque, che il maxiemendamento si limita – al momento – a confermare un processo già avviato con i decreti-legge 78/2010, 98/2011 e 138/2011: progressivo aumento dell’età di accesso alla pensione di vecchiaia; parificazione di tale età tra le dipendenti pubbliche e le dipendenti private (che raggiungeranno i 65 anni nel 2026), senza toccare ulteriormente i requisiti per la pensione di anzianità, il cui adeguamento è già previsto, a partire dal 2013, dalla legge 243/2004.
Per quanto riguarda le misure sulla mobilità e la cosiddetta “cassa integrazione” dei pubblici dipendenti, viene rivisitato un quadro di norme già esistenti nel testo unico del 2001 (d.lvo. 165, così come integrato dalle disposizioni del D.lvo. 150/09), con l’obiettivo di responsabilizzare al massimo le amministrazioni nella verifica di eventuali eccedenze di personale e nell’avvio delle procedure di mobilità.
Premesso che in tema di mobilità del personale e di gestione di situazioni di esubero si è da tempo consolidata nel nostro comparto una notevole esperienza sindacale, si tratta ora di capire se e quanto la disciplina così rivisitata possa incidere in maniera concreta e significativa sul rapporto di lavoro del personale della scuola. Le dinamiche del turn over che caratterizzano il nostro settore e le regole definite contrattualmente in materia di mobilità ci hanno fin qui consentito di far fronte efficacemente alle esigenze di graduale riassorbimento del personale in esubero, anche nella fase drammatica dei pesanti tagli imposti dal piano triennale varato nel 2008. L’azione contrattuale, dunque, resta anche in prospettiva per la CISL la risorsa su cui puntare per un’azione di tutela davvero utile e produttrice di risultati.
Ovviamente il segnale che ci viene dalla legge di stabilità non potrà che renderci ancor più attenti a individuare modalità di gestione delle situazioni di esubero che lascino di fatto sulla carta, come fin qui sempre avvenuto, sia le ipotesi di indiscriminata mobilità territoriale, sia quelle di ricorso alla “cassa integrazione” (ma la nuova norma vede cancellato proprio il richiamo - contenuto nel d.lvo 165 - all’applicabilità della legge che regolamenta, nel privato, la cassa integrazione) e ancor più quelle del licenziamento dopo due anni di messa in disponibilità. Prospettare scenari apocalittici, seminare il panico fra i lavoratori in un momento già fortemente segnato da elementi di preoccupazione, non ci sembra il modo più serio in cui può agire un sindacato che abbia a cuore la tutela della gente che rappresenta e non soltanto il suo posizionamento rispetto alla dialettica politica e sociale in un passaggio così travagliato della storia del Paese.     (da CislScuola)

redazione@aetnanet.org






Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-245759.html