“Signora mia, ma la scuola materna è mica obbligatoria”. Una funzionaria dell'Us Calabria alla mamma di un alunno diversamente abile
Data: Mercoledì, 09 novembre 2011 ore 20:09:06 CET Argomento: Opinioni
“Signora mia, ma
la scuola materna è mica obbligatoria”. E’ la frase che per ben due
volte mi sono sentita rivolgere da........ funzionaria del Miur,
ufficio di Reggio Calabria, per replicare alle mie rimostranze sulla
mancata assegnazione dell’insegnante di sostegno. Ma la legge n° 104
del 1992 non sancisce forse che “è garantito il diritto all'educazione
e all'istruzione della persona handicappata nelle sezioni di scuola
materna, nelle classi comuni delle istituzioni scolastiche di ogni
ordine e grado e nelle istituzioni universitarie”, tra l’altro
attraverso “attività di sostegno mediante l'assegnazione di docenti
specializzati”?
Il fatto che il rapporto insegnante di sostegno/alunni con handicap
deve essere di uno ad uno nei casi certificati dall’art. 3, comma 3,
della L. 104, è stato anche sancito dalla recente sentenza n. 80
emanata in data 22 febbraio 2010 dalla Corte Costituzionale, la quale
ha risolto la questione generata dall’art. 2, commi 413 e 414, della
legge finanziaria n. 244/2007, che avevano fissato un tetto massimo al
numero di docenti da nominare annualmente nell’organico di fatto del
sostegno, vietando, conseguentemente, la possibilità di assegnare ore
aggiuntive e violando il diritto del soggetto disabile in apprendimento
al rapporto 1/1 (alunno/docente) derivante dalla certificazione di
gravità; inoltre, la stessa Corte ha sottolineato che l’integrazione
scolastica è un diritto costituzionalmente garantito per gli alunni
disabili e prevale sul diritto erariale dello Stato, realizzandosi,
precipuamente, tramite l’assegnazione di un contingente di docenti
sulla base delle “effettive esigenze” di ciascuno e non secondo un
rapporto medio nazionale.
Sono Simona Coluccio da Gioiosa Ionica, dopo venti anni di impegno come
socia-lavoratrice di una cooperativa sociale di tipo A, nel corso dei
quali mi sono occupata con grande spirito solidaristico di minori con
handicap, mi sono ritrovata a mia volta a diventare mamma di una
bambina con handicap, la piccola Maria Pia, che oggi ha quattro anni ed
è affetta da un grave ritardo neuro psicomotorio. Maria Pia frequenta
la scuola materna e, secondo la legislazione vigente, ha diritto ad
essere seguita da un insegnante di sostegno con un rapporto uno ad uno.
Ciò significa che l’insegnante si deve occupare di lei e di lei sola.
Partendo da questi presupposti, di fronte al diritto negato
dell'insegnante di sostegno ho intrapreso una dura battaglia di
civiltà. La vicenda è stata riportata da testate regionali e nazionali,
televisioni, decine di siti internet. Il giorno in cui mi sono
incatenata al cancello della scuola erano presenti ben sei emittenti
televisive, tra le quali vicenda è arrivata anche in Parlamento, grazie
a delle interrogazioni presentate da deputati che sono venuti a
conoscenza della questione grazie alla stampa e che io nemmeno conosco.
Debbo precisare che non ho mai avuto una tessera di partito e che non
mi sono mai occupata di politica partitica. Non si tratta, insomma, di
questioni politiche, ma di diritti e di giustizia sociale.
La situazione di mia figlia si è risolta, di fronte al grande clamore
mediatico l'ufficio scolastico regionale le ha garantito l'insegnante
di sostegno con rapporto uno ad uno, per come è suo diritto
(trattandosi di handicap grave).
Partendo dal suo caso, però, ho cominciato ad aprire gli occhi sulle
gravi carenze del sostegno scolastico in Calabria. Si tratta di una
situazione drammatica. Gli insegnanti di sostegno sono molto inferiori,
come numero, alle reali necessità. Ho cominciato ad effettuare un
censimento analitico della situazione, partendo dalle scuole del mio
paese, Gioiosa Ionica e continuando con le altre della Provincia di
Reggio Calabria.
Il quadro che ne viene fuori è devastante. Ho deciso pertanto di
promuovere la costituzione di una associazione tra genitori di bambini
con handicap. La battaglia effettuata per Maria Pia dovrà trasformarsi
nella battaglia per tutti gli alunni con handicap che vivono sulla loro
pelle, allo stesso modo, un diritto negato.
Chiediamo che, per il prossimo anno scolastico ed a partire
dall’apertura delle scuole a settembre, ogni alunno che ne abbia
diritto si veda assegnare l’insegnante di sostegno, senza eccezione
alcuna.
SIMONA COLUCCIO
simona.coluccio@libero.it
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