Homo sapiens. La grande storia della diversità umana
Data: Mercoledì, 09 novembre 2011 ore 08:45:35 CET
Argomento: Eventi


Apre i battenti a Roma la mostra Homo sapiens. La grande storia della diversità umana. Curata da Luigi Luca Cavalli Sforza e Telmo Pievani, offre al pubblico un ricco programma di incontri rivolti a tutti, grazie alla presenza in Italia di alcuni fra i maggiori protagonisti della ricerca scientifica mondiale sull'evoluzione umana e sulla storia del popolamento della Terra. "Un'iniziativa per chiarire i dubbi sull'evoluzionismo e parlare delle nuove scoperte". Il curatore Telmo Pievani (in foto), filosofo della scienza, spiega ad Affari l'iniziativa e interviene nella polemica sull'insegnamento della teoria evolutiva nelle scuole: "In natura non esistono gerarchie, ma storie uniche".           Apre i battenti a Roma la mostra Homo sapiens. La grande storia della diversità umana. Curata da Luigi Luca Cavalli Sforza e Telmo Pievani, offre al pubblico un ricco programma di incontri rivolti a tutti, grazie alla presenza in Italia di alcuni fra i maggiori protagonisti della ricerca scientifica mondiale sull'evoluzione umana e sulla storia del popolamento della Terra da parte della nostra specie. In accordo con il carattere interdisciplinare dell'esposizione, si confronteranno antropologi, genetisti, linguisti, demografi, archeologi, storici e filosofi. Anche con l'utilizzo di materiali audio e video inediti, attraverso dialoghi e conversazioni, e con l'aiuto di esperti comunicatori, ogni incontro sarà un'esperienza piacevole di condivisione della cultura scientifica e un'occasione di confronto attorno alle sorprendenti scoperte recenti circa la complessità dell'evoluzione umana.
Un modo nuovo di guardare al passato, ma anche di interpretare il presente.
Il curatore Telmo Pievani (in foto), filosofo della scienza, spiega ad Affari l'iniziativa e interviene nella polemica sull'insegnamento della teoria evolutiva nelle scuole.
Qual è l'obiettivo della mostra Homo Sapiens?
Raccontare per la prima volta in una grande Mostra scientifica interdisciplinare la storia della diversità umana: come siamo diventati bipedi e abbiamo cominciato a uscire, a più riprese, dall’Africa, nostro continente d’origine; perché abbiamo convissuto fino a poche migliaia di anni fa con almeno altre quattro specie umane, forse incrociandoci con esse (in particolare con i Neandertal); attraverso quali espansioni e avventure Homo sapiens ha colonizzato tutto il mondo, irrompendo anche in Australia e nelle Americhe; finché non siamo rimasti l’unica specie umana, cosmopolita e capace di grandi diversificazioni culturali e linguistiche. Lo faremo attraverso il racconto affascinante che ci viene restituito oggi dai geni, dalle tracce archeologiche e dalle lingue, come ci ha insegnato il genetista Luigi Luca Cavalli Sforza, del quale festeggeremo il novantesimo compleanno proprio in occasione della Mostra, che è un omaggio al suo lavoro. E’ un’esposizione per un pubblico di ogni età, una narrazione emozionante da condividere insieme.
Mi può citare alcune delle scoperte recenti circa la complessità dell'evoluzione umana?
E’ una complessità dovuta innanzitutto al numero delle specie ominine che sono vissute nell’albero cespuglioso dell’evoluzione umana: più di dieci soltanto considerando il genere Homo, e molte di queste contemporanee l’una all’altra. Non siamo mai stati soli nella storia umana, almeno fino a poco tempo fa. C’erano altri modi di essere umani, non meno adattati e promettenti del nostro. Poi è successo qualcosa che ha reso noi, e soltanto noi, più invasivi (forse un’evoluzione nell’articolazione del linguaggio) e le altre forme umane iniziano a recedere. Ma il piccolo Homo floresiensis, nella sua isola sperduta di Flores in Indonesia, è sopravvissuto fino a 12mila anni fa e in Mostra potremo vederlo negli occhi, esattamente com’era!
In Italia è ancora molto forte il divario tra creazionisti ed evoluzionisti?
Nel dibattito pubblico direi che è un periodo tranquillo, per fortuna, su questo tema. La biologia evoluzionistica continua serenamente ad accumulare i suoi risultati in tutti i campi dalla genetica alla paleontologia, fa nuove scoperte, modifica e approfondisce le nostre conoscenze sull’evoluzione, si aggiorna e cambia, come è bene che sia nella scienza. Il “creazionismo scientifico” e l’Intelligent Design invece non possono trovare alcun elemento di novità nella letteratura scientifica perché si fondono sul nulla in termini sperimentali ed empirici. Ogni tanto, anche in Italia, i seguaci di queste dottrine si ritrovano in qualche circolo e si consolano raccontandosi le loro bugie, sempre le stesse da decenni, sulla “crisi dell’evoluzionismo” e altre sciocchezze simili, ma è bene non dare loro alcuna pubblicità perché la controversia, semplicemente, non esiste. Ben diverso è invece il rifiuto filosofico e direi psicologico delle conseguenze delle scoperte scientifiche in campo evoluzionistico, che ci spiazzano e ci disorientano, togliendoci dal piedistallo della storia naturale. Questo è un problema serio che dobbiamo discutere tutti insieme.
Recentemente mi è capitato di seguire un dibattito sull'insegnamento nelle scuole dell'evoluzione della specie, fino all'uomo. Alcuni accusavano la scuola italiana (o alcuni docenti) di offrire agli studenti una chiave di lettura "gerarchica" basata su una presunta "superiorità" dell'uomo. Che cosa ne pensa?
Penso che faccia appunto parte di quel rifiuto culturale, di quella rimozione, che a volte ci condiziona quando veniamo posti dinnanzi a scoperte scientifiche conturbanti. Io penso che la chiave di lettura giusta non stia né nella totale e banale riduzione della specie umana alle sue componenti strettamente biologiche (noi chiaramente siamo una specie capace di comportamenti e di acquisizioni senza precedenti nella storia naturale e la nostra evoluzione culturale è un fenomeno epocale) né, all’opposto, nella nostra presunta trascendenza assoluta in quanto umani. In natura non esistono gerarchie, ma storie uniche. E noi non siamo “speciali” in un qualche senso metafisico. Tuttavia, siamo decisamente unici, e dobbiamo imparare a capire meglio questa nostra unicità. Non c’è nulla di male, e anzi è doveroso, impostare con i ragazzi a scuola questi discorsi, di modo che poi loro possano ragionarci sopra e formarsi liberamente un proprio orientamento filosofico.
 
Nelle scuole si insegna la teoria evoluzionista o è a discrezione dei docenti e delle scuole?
Purtroppo con l’ultima revisione delle indicazioni nazionali dei piani di studio (voluta dal precedente governo di centro-sinistra) l’evoluzione è descritta in un modo generico, impreciso, ambiguo, davvero sciatto. Sembra chiaramente una scelta ponderata, di modo che ogni scuola, per esempio privata e di tipo confessionale, possa regolarsi come vuole. Dunque il tutto è affidato alla discrezione dei docenti, degli istituti e di chi scrive i manuali scolastici. Per fortuna, da quanto vedo girando per l’Italia, le scuole e gli insegnanti italiani sono molto più avanti rispetto a chi ha scritto quei programmi soggiogato da chissà quali timori reverenziali. Quindi resto ottimista, anche se il taglio delle risorse e delle ore va a scapito della ricchezza dei programmi.
 
Nel secondo caso che fine fanno il rigore e l'oggettività della scienza?
Sono affidati alla buona volontà e alla competenza degli insegnanti, qualità che in genere non mancano. Del resto, è una situazione generale: mai come in questo periodo si avverte il divario tra la società civile italiana (quella che affolla, curiosa e interessata, le manifestazioni culturali, anche scientifiche, tenendosi aggiornata) e una classe dirigente in gran parte inadeguata che dobbiamo imparare a selezionare meglio, la prossima volta.
Homo sapiens. La grande storia della diversità umana
Palazzo delle Esposizioni presenta
Evoluzioni e Diversità
Incontri con la Scienza
IL PROGRAMMA
11 novembre 2011 - 8 Febbraio 2012
11 novembre, ore 18.30
Spencer Wells
Il seme di Pandora. Un mondo colonizzato dalla specie umana
introduce Davide Pettener
L'invenzione dell'agricoltura e la domesticazione degli animali hanno garantito all'umanità la possibilità di espandersi e strutturarsi in società sempre più complesse, con conseguenze però gravissime come la diffusione di malattie, il sovrappopolamento e il riscaldamento globale. Al fondo di questo "vaso di Pandora" rimane ancora una speranza?
11 novembre, ore 21.00
Lee Berger
Australopithecus sediba, l'ultima scoperta rivoluzionaria dell'evoluzione umana
Il suo nome nella lingua locale significa "sorgente". Australopithecus sediba visse nello stesso periodo dei primi Homo dell'Africa orientale, meno di due milioni di anni fa e sposta forse l'origine dei nostri diretti antenati dall'Etiopia al Sudafrica. Come tutti i nostri antenati, è un puzzle unico di caratteri, che Lee Berger ci aiuterà a decifrare.
12 novembre, ore 18.30
Theresa Chelepy-Roberts e Claudio Tuniz, intermezzi musicali di Martin O'Laughlin al didgeridoo
La grande epopea australiana
Tra 60mila e 50mila anni fa alcune tribù di Homo sapiens guardarono al di là del mare e riuscirono a compiere l'impresa. È l'inizio della grande epopea australiana. Nel corso della serata ascolteremo la storia del popolamento del continente australiano, tra scoperte e tecniche scientifiche d'avanguardia e la musica del didgeridoo.
13 novembre, ore 18.30
David Lordkipanidze
Homo georgicus: la storia del primo ominino uscito dall'Africa
A metà strada fra il Mar Nero e il Mar Caspio sono affiorati i resti copiosi di un insediamento umano risalente a 1,85 milioni di anni fa, la data più antica mai documentata al di fuori dell'Africa. David Lordkipanidze racconterà della scoperta di Homo georgicus, il nostro antenato pioniere che, per primo, ha lasciato l'Africa.
16 novembre, ore 18.30
Telmo Pievani e Federico Taddia
L'imprevedibile storia della diversità umana
Che effetto fa sapere di non essere mai stati soli, come specie umana, fino a pochissimo tempo fa? O scoprire che le razze umane stanno tutte racchiuse nella nostra testa e non là fuori? Che siamo tutti africani? Federico Taddia e Telmo Pievani duettano in modo scanzonato attorno ai paradossi più divertenti dell'evoluzione umana.
23 novembre, ore 18.30
Marco Aime e Guido Barbujani
Perché siamo diversi?
introduce Giovanni Destro Bisol
Tuareg, birmani, tartari, svedesi, baschi, maori e navajo: tutti uguali, ma tutti diversi. Nel corso dell'evoluzione di Homo sapiens non c'è stato il tempo sufficiente per separare le popolazioni umane in "razze", ma la specie umana unisce una straordinaria diversità culturale al suo interno. Guido Barbujani e Marco Aime ci racconteranno di questa unità nella diversità che ci caratterizza.
30 novembre, ore 18.30
Olga Rickards e Gianfranco Biondi
L'errore della razza
Il nostro vocabolario fa quotidianamente riferimento alla parola "razza" per parlare in termini inappropriati della specie umana. Olga Rickards e Gianfranco Biondi spiegheranno come le classificazioni razziali non siano state altro che un errore nel processo di spiegazione della variabilità biologica, base stessa della vita.
2 dicembre, ore 18.30
Patrizio Roversi
Animali, piante, lingue, culture, storie, musiche, cibi… le incredibili diversità degli italiani
conferenza spettacolo con Telmo Pievani e Antonio Guerci
In quanti modi si può dire "pane" o "amore" nei dialetti e nelle lingue che si parlano in Italia? E perché il nostro Paese è così straripante di diversità? Patrizio Roversi coinvolgerà Telmo Pievani e Antonio Guerci in un viaggio ironico tra le più inaspettate diversità degli italiani.
7 dicembre, ore 18.30
Nicoletta Maraschio e Nicola Grandi
Anche le lingue evolvono
Le lingue raccontano il mondo attraverso i nostri occhi: descrivono solo ciò che vediamo e ciò che per noi è significativo. Nicoletta Maraschio e Nicola Grandi mostreranno che le lingue stesse vanno incontro ad adattamenti e trasformazioni, relazioni con gli ambienti, diversificazioni ed estinzioni: in una parola, evolvono.
14 dicembre, ore 18.30
Fabrizio Rufo e Paolo Rossi
Mangiare: bisogno, desiderio, ossessione. La diversità planetaria del cibo
Fabrizio Rufo dialoga con un grande maestro della storia della scienza e della storia delle idee, Paolo Rossi, che di recente si è cimentato su un tema insolito: una filosofia aggiornata e un'antropologia del mangiare, tra bisogni, desideri, ossessioni, differenze e impreviste evoluzioni.
21 dicembre, ore 18.30
Giorgio Manzi e Juan-Luis Arsuaga
Homo sapiens: la nascita dell'intelligenza simbolica
Circa 40mila anni fa siamo diventati moderni: la nostra specie ha iniziato a immaginare e a interrogarsi sulla natura. È la nascita della mente umana moderna. Presentando i dati provenienti dalla biologia molecolare, dalle neuroscienze, dall'etologia e dalla psicologia, Giorgio Manzi e Juan-Luis Arsuaga racconteranno di come siamo diventati "sapiens".
11 gennaio, ore 18.30
Maria Enrica Danubio e Antonello La Vergata
L'immagine degli italiani
Gli italiani sono cambiati, e molto, dall'Unità del Paese a oggi. Sono cambiati nel modo di parlare, di rapportarsi al mondo, di vestirsi e di comportarsi. Ma sono cambiati anche nell'aspetto fisico e la loro immagine non è mai stata la stessa. Statura, alimentazione, aspetto fisico: è anche questa una forma di evoluzione, anche se non ereditaria, che ha trasformato l'Italia.
19 gennaio, ore 18.30
Massimo Livi Bacci e Alfredo Coppa
In cammino. Le migrazioni umane passate e future
introduce Fabrizio Rufo
Un incontro dedicato al messaggio centrale della mostra Homo sapiens. La grande storia della diversità umana: siamo umani perché non abbiamo mai smesso di muoverci, di spostarci, di migrare, di espandere e cambiare i nostri territori di insediamento, dividendoci e ibridandoci al contempo.
1 febbraio, ore 18.30
Giorgio Manzi, Jacopo Moggi-Cecchi e David Caramelli
Cacciatori di molecole fossili e cacciatori di fossili
Mettere insieme fossili e geni, per capire da dove veniamo, come ci siamo evoluti e quali relazioni abbiamo intrattenuto con altre specie umane. Tre fra i maggiori studiosi italiani noti a livello internazionale accompagneranno il pubblico in un'esplorazione affascinante delle più recenti scoperte sul nostro passato.
8 febbraio, ore 18.30
Bernardino Fantini e Aldo Morrone
Dal passato al futuro: migrazioni e malattie
Da quando è iniziata la convivenza fra esseri umani e animali fino all'influenza suina o all'aviaria di oggi, il rapporto con i patogeni portati dagli animali domestici ha condizionato gli scenari della diversità umana, creando tristi asimmetrie tra le popolazioni umane del Vecchio Mondo e dei "nuovi mondi".
Informazioni
Palazzo delle Esposizioni - Sala Cinema
scalinata di via Milano 9 A, Roma
www.palazzoesposizioni.it
INGRESSO LIBERO FINO A ESAURIMENTO POSTI
Possibilità di prenotare riservata ai possessori della membership card  (di Virginia Perini da http://affaritaliani.libero.it/)

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