La scuola ai tempi della crisi
Data: Martedì, 08 novembre 2011 ore 18:55:21 CET Argomento: Associazioni
In
questi giorni siamo tutti presi ad imparare termini astrusi come
spread, bce, ed altri che hanno ormai invaso le discussioni quotidiane.
Tutti a parlare della crisi, tutti ad interrogarsi su chi pagherà
questa crisi e tutti ad allenarsi a trovare delle ricette adeguate per
tentare di uscirne.
I lavoratori della scuola, soprattutto i precari invece quasi non
sentono questi sintomi perché la crisi la vivono ormai da 3 anni, da
quando cioè le norme varate dagli ultimi 3 governi sono andati a regime
e l’organico della scuola si è ridotto di 150.000 unità che vuol dire
ben un 20% in meno. Questo oltre a significare una crisi che perdura
per 150.000 famiglie ha significato l’ultimo colpo ad una scuola che
ormai si trascina in una deriva che senza andare troppo in la negli
anni. Certamente non è solamente responsabilità di questi ultimi tagli
ma risale almeno al 97 quando le scuola è stata di fatto trasformata da
bene comune a servizio offerto a quelli che non sono stati più chiamati
cittadini bensì utenti da soddisfare. La scuola dell’autonomia con i
Presidi ed i cosiddetti “Segretari” trasformati rispettivamente in
Dirigente Scolastico e in DSGA (Dirigente dei servizi generali
amministrativi) è di fatto, da quel momento, diventata terreno di
conquista, ovviamente con alcune eccezioni, di una “cricca” di colleghi
e dirigenti che hanno messo la didattica al solo servizio
dell’accaparramento di utenti e che consentisse loro di mettere le mani
sul “bottino” rappresentato dai cosiddetti “progetti” che non sono mai
serviti realmente agli alunni ma soltanto a questa gente senza
scrupoli.
Bisogna purtroppo sottolineare che dal punto di vista dei partiti dei
sindacati tutti, ciò è accaduto nel completo silenzio se si eccettuano
i Cobas della scuola che in quegli anni hanno avuto il loro massimo
senza però arrivare a numeri che permettessero loro di avere un vero e
proprio valore di realtà sindacale di massa.
Tornando al momento attuale, con un governo che sta esalando l’ultimo
respiro quali sentimenti attraversano i lavoratori precari della
scuola? C’è chi si esalta all’idea della caduta di questo governo con
la vana speranza che con la fine di Berlusconi e Tremonti la scuola
possa tornare indietro di 3 anni e con essa le loro legittime
aspettative.
Basta riflettere su quanto scritto sopra che per rendersi amaramente
conto che, al giorno della caduta dell’attuale governo, non saremmo
neanche a metà della fine della nostra battaglia per una scuola che sia
veramente bene comune e non servizio.
Basta vedere come sulle nuove forme di reclutamento (TFA) si siano
buttati Sindacati ed Università con il silenzio totale dei maggiori
partiti di opposizione, per comprendere che quanto noi temiamo
corrisponda a realtà.
E allora vogliamo chiedere chiaramente a tutti i partiti che si
apprestano a sostituire gli attuali o che presenteranno alle elezioni
che:
se non si arriverà ad un accordo,
se verranno da noi a dire che loro hanno sempre puntato su una scuola
di qualità,
noi di parole vuote non sappiamo cosa farcene e che se si vuole parlare
di scuola bisogna mettere sul piatto 10 miliardi di euro.
Questa è l’unica condizione per la quale i precari della scuola
accetteranno una collaborazione con questi partiti affinchè si pongano
le basi di una vera riforma della scuola che sia in grado di mettere i
bisogni degli alunni, futuri cittadini e dirigenti di questa nostra
povera nazione, al primo posto. Una scuola che sia aperta 24 ore su 24
e che sia, soprattutto nelle periferie degradate, centro di democrazia
e legalità per tutti i cittadini. Una scuola quindi con più personale
ATA ma anche con più docenti e con più figure delle quali soprattutto
nelle scuole del sud si è solo sentito parlare ma che non si sono mai
visti: pedagogisti, educatori, psicologi, ecc.
Infine se proprio si vorrà parlare di valutazione e allora che si parta
dal valutare i dirigenti in base ai risultati raggiunti dagli studenti,
che rappresentano comunque un campione molto più vasto e quindi
rappresentativo rispetto agli studenti di ogni singolo docente.
Rete Precari Scuola Sicilia
Coordinamento Lavoratori della Scuola 3 Ottobre Milano
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