Primo ciclo: monitoraggio sulle Indicazioni nazionali o verifica sulla attuazione dei Regolamenti del Ministro Gelmini?
Data: Lunedì, 07 novembre 2011 ore 08:01:09 CET Argomento: Sindacati
Nel primo ciclo sono
attualmente in vigore sia le indicazioni nazionali (Ministro Moratti)
che le indicazioni per il curricolo (Ministro Fioroni). L'art. 1 comma
4 DPR 89/09 recita: Nel corso del triennio scolastico
2009/2010-2011/2012, l'eventuale revisione delle Indicazioni nazionali,
di cui al comma 3, da adottarsi mediante regolamento ai sensi
dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, è
effettuata, sulla base degli esiti di apposito monitoraggio sulle
attività poste in essere dalle istituzioni scolastiche, affidato
all'Agenzia nazionale per lo sviluppo dell'autonomia scolastica (ANSAS)
e all'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di
istruzione e di formazione (INVALSI)
In attesa di una compiuta armonizzazione dei due documenti, il
Ministro, con l'atto di indirizzo dell'8 settembre 2009, ha delineato
un quadro di riferimento entro il quale le scuole avrebbero potuto
lavorare riferendosi all'uno o all'altro documento.
Quindi, sia per procedere al monitoraggio, sia per la stesura del nuovo
testo, il tempo utile scade ad agosto 2012. Nel corso di un incontro
svoltosi venerdì 4 novembre, il MIUR ha informato le Organizzazioni
Sindacali su come intende riuscirvi, illustrando i contenuti della
circolare ministeriale di accompagnamento (CM 101/2011). Avrebbe dovuto
trattarsi di una "informativa preventiva" come recita il gergo. In
realtà, tutto era già predisposto ed imminente, vista la pubblicazione
- già dal pomeriggio del 4 novembre - sia della circolare di
accompagnamento del monitoraggio sul sito del MIUR sia dei relativi
questionari nel sito INDIRE/ANSAS che del monitoraggio è stato
incaricato.
Nel corso della riunione, la FLC CGIL, ma anche altre Organizzazioni
sindacali, hanno avanzato la richiesta di individuare esplicitamente il
Collegio Docenti come soggetto che dovrebbe prendere in carico il
monitoraggio stesso e di prendere visione degli strumenti di
rilevazione. Ad ambedue le richieste il MIUR ha opposto un netto
rifiuto. Perché?
Le ragioni sono apparse evidenti dalla lettura dei questionari, di lì a
poco pubblicati sul sito dell'Indire. Il monitoraggio è volto a testare
come le scuole stanno reagendo all'impatto del Regolamento sul primo
ciclo. Non quale dei due documenti vigenti le scuole abbiano applicato.
Il questionario implicitamente, ma nemmeno troppo, vuol dimostrare che
alcuni elementi ai quali il Ministero tiene molto ma che stentano ad
affermarsi nei fatti, cominciano invece ad essere presenti e perfino
trainanti. Per esempio: a quale pro insistere sulla eventualità di una
progettazione/programmazione individuale se non per suffragare una
inutilità della programmazione collegiale come prevista anche dal CCNL
nella primaria? Né può sfuggire la domanda sul docente prevalente che
vuole sondare se oltre a svolgere attività di insegnamento, non
coordini i docenti della classe e non sia referente delle famiglie
degli alunni". Ma non avevamo archiviato la figura del docente tutor?
In generale nei formulari i riferimenti alle indicazioni sono quasi del
tutto assenti tranne nell'item "Quanto sono state applicate" le
indicazioni nazionali e le indicazioni per il curricolo da risolvere
con il classico gradiente "molto – abbastanza – poco – per niente" cosa
che appare francamente grottesca, se solo la si confrontasse con quanto
previsto dall'atto di indirizzo in merito al monitoraggio.
Insomma, entro il 30 novembre, le scuole dovranno compilare e
restituire il questionario. Per "scuole" il MIUR intende i Dirigenti
Scolastici, eventualmente insieme al proprio staff per quanto riguarda
gli aspetti generali e i docenti per quel che riguarda l'aspetto
specifico, eventualmente tramite le funzioni strumentali oppure gruppi
di lavoro e commissioni specificamente preposte. "Eventualmente"! E'
lecito chiedersi: in quante situazioni sarà il Dirigente, al massimo
coadiuvato dal suo staff, a mettere le crocette rispondendo alle
domande chiuse?
Il monitoraggio tramite questionario sarà accompagnato da alcune
"iniziative-focus", una sorta di carotaggio, per raccogliere dalle
scuole, ovviamente da alcune scuole scelte all'uopo dal MIUR,
significative esperienze sull'applicazione delle indicazioni.
Nel frattempo, il MIUR ha commissionato la stesura del nuovo testo
delle indicazioni ad un "gruppo tecnico", già costituito, al quale sono
stati dati degli orientamenti piuttosto precisi: a. assumere il
documento "Indicazioni per il curricolo" come documento base; b. tener
conto degli esiti del monitoraggio; c. pensare al superamento dell'area
disciplinare poiché tale impostazione era funzionale all'organizzazione
modulare che il DPR 89/09 intende superare; d. dare particolare rilievo
a italiano, matematica e inglese considerate discipline-base anche alla
luce del fatto che su di esse vertono le prove INVALSI.
Su questo punto vi sono molte considerazioni da fare.
a. Premesso che non è possibile sottacere il fatto
che in questi anni le scuole del primo ciclo sono state letteralmente
travolte dalle modifiche ordinamentali e dai tagli. Di certo non
sussistevano le condizioni perché i docenti potessero serenamente
mettere a confronto i due documenti vigenti e scegliere quando e come e
perché ispirarsi all'uno oppure all'altro.
b. Siamo consapevoli dell'esigenza di un quadro di
riferimento unitario per il primo ciclo, uscendo dall'attuale ambiguità
(si vedano a tal proposito le 10 idee per la scuola dell'infanzia e
primaria). Ma tale esigenza può essere soddisfatta in modo positivo,
costruttivo e condivisibile a tre condizioni: 1. che l'elaborazione del
testo si ancori alle migliori prassi praticate nelle scuole; 2. che si
correli alla definizione dei livelli essenziali di qualità della scuola
e coinvolga quindi tutti gli attori istituzionali interessati; 3. che
costituisca l'oggetto di un ampio dibattito nel Paese in modo da
portare a valore e sintesi il portato delle principali correnti di
pensiero presenti nella società poiché la società tutta deve potersi
riconoscere nella scuola del paese;
c. Ora si vuole risolvere la questione. Alla
buon'ora! Il ritardo con cui si interviene è totale responsabilità del
MIUR. Ed ora di questo ritardo ci si vuol far scudo per giustificare
tempi e modalità che preludono a scelte fatte da pochi, dall'alto. La
verità è che ci troviamo di fronte ad una ennesima operazione
sostanzialmente tecnocratica e autoritaria. Del resto è evidente che
tutto si vuol promuovere tranne che processi partecipati e
valorizzanti. Come spiegare altrimenti la scelta di affidare il compito
di elaborare un testo di tale importanza a un esiguo gruppo tecnico
formato esclusivamente da personale comandato presso il MIUR o USR?
d. Per quanto riguarda le indicazioni a cui il gruppo
tecnico dovrà ispirarsi nel suo lavoro, può apparire positiva la scelta
di assumere come base il documento "Indicazioni per il curricolo". Ma
essa viene immediatamente contraddetta e cancellata dalla indicazione
di superare le aree disciplinari nella scuola primaria. Basti ricordare
che, nelle Indicazioni per il curricolo, a proposito del rapporto tra
discipline e aree disciplinari si dice: Nella scuola del primo ciclo la
progettazione didattica promuove l'organizzazione degli apprendimenti
in maniera progressivamente orientata ai saperi disciplinari; promuove
inoltre la ricerca delle connessioni fra i saperi disciplinari e la
collaborazione fra i docenti. Il raggruppamento delle discipline in
aree indica una possibilità di interazione e collaborazione fra le
discipline (sia all'interno di una stessa area, sia fra tutte le
discipline) che le scuole potranno delineare nella loro autonomia con
peculiari modalità organizzative. Peraltro questa impostazione già era
ampiamente e diffusamente inverata nella organizzazione modulare che
aveva fatto la qualità della scuola primaria, una qualità
internazionalmente riconosciuta e che in questi ultimi anni le maestre
e i maestri hanno cercato strenuamente di difendere.
e. Quando poi si ritiene che vada dato particolare
rilievo agli apprendimenti oggetto delle prove INVALSI, ecco
formalizzato al livello più alto quello che gli studiosi chiamano il
"teaching to test" ovvero uno dei peggiori "effetti collaterali" della
somministrazione di test. Per non dire che tale scelta non potrà che
portare ad una perniciosa gerarchizzazione tra discipline.
La necessità di una forte partecipazione delle scuole rappresenta
l'antidoto ad una soluzione meramente burocratica. Eppure lo stesso
Ministro Gelmini nell'atto di indirizzo affermava che la compiuta
armonizzazione delle Indicazioni "…. ha l'obiettivo di contemperare i
contenuti tecnicamente rigorosi, essenziali per l'insegnamento, con
l'accessibilità e la comprensione da parte dell'intera koiné scolastica
e della pubblica opinione". E ancora: "La prospettiva comune è appunto
quella di pervenire a definizioni ed esiti dei curricoli largamente
condivisi dall'intera comunità educante. Sarà cura dell'amministrazione
accompagnare questo complessivo processo con opportune misure. In
particolare saranno programmate, attivate e incentivate iniziative
finalizzate a raccogliere, valutare e diffondere le migliori esperienze
di ricerca didattica ed educativa anche in collaborazione con l'ANSAS e
l'INVALSI. Nel corso del triennio saranno previsti ed adottati
strumenti e metodiche comuni per il sostegno e il riconoscimento del
lavoro delle scuole. Un piano di monitoraggio e di valutazione,
assistito dalla periodica consultazione del CNPI, verificherà
l'efficienza e gli esiti dell'intera fase triennale finalizzata
all'armonizzazione delle Indicazioni nazionali e delle Indicazioni per
il curricolo in vista della messa a regime." (Atto di Indirizzo 8
settembre 2009, punto 2 della Premessa).
Accessibilità? Prospettiva comune? Condivisione? Non se ne vede
traccia. L'abbiamo detto e lo ripetiamo: ci troviamo di fronte
all'ennesima operazione tecnocratica e autoritaria.
Ma la scuola non è proprietà del governo, né del MIUR. La scuola è di
tutti. Per questo continueremo a lavorare per la sua qualità.
In conclusione: composizione, procedure e indicazioni date al gruppo
tecnico oltre al monitoraggio avviato contrastano perfino con
orientamenti assunti in documenti ufficiali dalla attuale
amministrazione e appaiono conseguenti ad un approccio fortemente
strumentale e caratterizzato da vizi ideologici.
(da Flc-Cgil)
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