Insegnare agli uomini a stare insieme. Intervista a Roberto Vecchioni, cantautore e insegnante
Data: Sabato, 05 novembre 2011 ore 18:00:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


‘..che questa maledetta notte dovrà pur finire, perché la riempiremo di musica e parole..’.
E’ ancora notte fonda, quanta musica e quante parole ci vorranno per passarla, questa notte?
‘Io non penso che servano tantissime parole, ci vogliono le parole giuste. Ci vuole anche la musica giusta perché qui si parla di emozioni e di ragioni. Le parole sono i pensieri le discussioni, la ricerca di una verità comune; la musica è invece l’arte, la coscienza dell’emozione il piacere di provare qualcosa oltre la ragione.
Non servono tante parole, basta trovare i tasti giusti. Oggi però prima ancora di trovare le emozioni o le parole per capire che cos’è la vita, bisogna viverla questa vita. Bisogna avere un lavoro che sia più o meno stabile, un rapporto con gli altri che non sia soltanto di sospetto, di paura, perché questo ci ha insegnato purtroppo il signor Berlusconi. Collaborare anziché guardarsi in cagnesco.
La ricostruzione ha certamente i suoi tempi e non sarà mai definitiva e questo è proprio un fatto esistenziale, quindi tentiamo di migliorarla ‘.
La ricostruzione come lavoro costante, sempre perfettibile.
‘Assolutamente si. La democrazia è una correzione di errori. Uno svolgimento e una correzione di errori. Non è come una scienza che in qualche campo cerca di arrivare ad una verità. La somma di due più due fa quattro in qualsiasi luogo, la democrazia invece ha a che fare con gli uomini che sono variabile impazzite, che non hanno la mentalità dei robot. Non possono essere calcolabili così facilmente visto che cambiano da un momento all’altro. E allora la democrazia deve anche adattarsi ai momenti , alle situazioni, non può essere sempre uguale. Un conto era l’idea di democrazia nel dopoguerra, una cosa ancora quella di Atene e una diversa deve essere oggi e anche domani. Abbiamo pensato di andarci vicino con il pensiero socialista, abbiamo visto che ci sono stati degli errori ,degli sbagli. Abbiamo purtroppo scoperto una cosa che è abbastanza vera: gli uomini sono inferiori alle loro intenzioni. Gli uomini sono fallibili per natura, hanno delle grandi idee che pur venendo da loro sono migliori degli uomini stessi. Perché quando cerchi di metterle in atto c’è sempre qualcosa che ti porta fuori strada, a te uomo. Quante rivoluzioni sono fallite per queste ragioni. Le idee erano belle ma poi ci sono stati gli uomini . Parlando più semplicemente, in Italia per ricostruire c’è bisogno di depurare l’aria. E questo lo sappiamo tutti. Perché non è solo un uomo, Berlusconi, ma è il suo modo di pensare la vita che rovinando l’Italia. Lui è il simbolo delle cose più inutili, di tutto ciò che non ha un senso vero nella vita. Tutto ciò che è fittizio, sovrastrutturale, superficiale. Che è momentaneo, godibile al momento portandoti via tutto il resto. Questo simbolo noi dobbiamo eliminarlo. Non possiamo eliminare solo Berlusconi, ma dobbiamo eliminare anche il suo modo, quello che ha comunicato in questi diciassette anni agli italiani. Attraverso mass media compiacenti, gli oggetti il possesso il guadagno, il vantaggio che diventano nell'etica della vita la cosa più alta. Questo va eliminato, lentamente’.

Come si fa?
'Si fa partendo da quando sono bambini, gli uomini. Perché è assolutamente inutile pensare di poter correggere un essere umano a vent'anni o a trenta. Si deve stabilire una nuova etica della collettività già quando i ragazzi vanno alle elementari. Deve essere una materia fondamentale dell’insegnamento lo stare insieme, il capire le necessità degli altri. Insegnare ‘gli altri’ alle elementari. Alle elementari tutti insegnano la matematica e la storia, ma bisogna insegnare gli altri, questo alle medie, e allargando sempre di più fino all'età del liceo e all’università. E’ il fondamento che ci portiamo all'università e nel lavoro, un bagaglio di conoscenza degli altri, di quelli che sono i nostri vicini, anche quelli che sembrano più avversi a noi, o diversi. E’ questa l’apertura necessaria, ecco perché la scuola come la concepisce la Gelmini non ha nessun senso, mentre la scuola ha un senso di costruzione quasi maieutica dell’essere umano, deve portarti ad essere in armonia con gli altri. Questa è la prima cosa, fondamentale, tutto il resto puoi anche chiederlo, ma ciò che è più importante è partire dai giovani, dalla scuola, perché molti vecchi sono irrecuperabili, ma i giovani sono tutti recuperabili, purché abbiano delle belle basi'.

Come intendi la tua presenza sabato sul palco?
'Sono molto orgoglioso di fare questa cosa, sono felicissimo. E’ per me un momento di grande stanchezza, sto lavorando molto, è un po’ che non suono, magari qualcosa verrà un pochino naif. Non ci sarà la perfezione però i musicisti sono bravi e mi aiuteranno moltissimo. Farò il percorso di “Chiamami ancora amore” e dell’amore fra gli uomini, delle loro disperazioni e speranze. Il centro focale del concerto sarà “Sogna ragazzo sogna”, che è per i giovani, per i ragazzi, per il futuro, e naturalmente la storia della mamma di Che Guevara che trovo emblematica, importante, eterna: la grandezza di un figlio e la meravigliosa dolcezza di una madre. Ecco, su questi tre pilastri faremo un concertino'.

Redazione web Dipartimenti e Feste  Pd- Roberto Soriani







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