Il caos del concorso per presidi
Data: Venerdì, 04 novembre 2011 ore 07:41:53 CET
Argomento: Rassegna stampa


In queste ore i 9.113 idonei al concorso per diventare preside e i 24.420 bocciati potranno vedere gli atti che hanno deciso il loro destino professionale. Sul sito della Formez, accedendo con una password. Intorno al bando scolastico più atteso e grottesco degli ultimi sei anni si stanno ingrossando due schieramenti. Quello che chiede l'annullamento della prova preselettiva del 12 ottobre, sostenuto da sindacati che hanno già approntato moduli per ricorsi collettivi ai Tribunali amministrativi (alcuni sono stati presentati subito dopo la chiusura del test). E lo schieramento, si sta organizzando in queste ore, che vuole mantenere in vita un concorso che porterà alla doppia prova scritta a metà dicembre (forse il 14 e il 15), agli orali nella prima parte del 2012 e alla scelta di 2.386 nuovi presidi per la prossima stagione scolastica.                  
  Le ragioni per annullare questa pre-prova sono molte, e serie. La polizia postale sta ancora investigando su una fuga di notizie di tarda estate a proposito delle domande che sarebbero state successivamente formulate. E poi a ogni successivo controllo dei quiz si è scoperto che il pre-esame conteneva errori non solo macroscopici, ma diffusissimi. Oltre mille su 5.750 domande, un errore ogni cinque quesiti. Si era sbagliata, per dire, la data d'ingresso della Romania nell'Unione europea e l'età d'ingresso dei bambini nelle scuole dei diversi paesi europei. Si erano sbagliate formule amministrative, diciture burocratiche. Quel lavoro preparatorio richiesto a illustri professori, ricercatori e uomini del ministero (e presumibilmente girato a svogliati studenti di corte) si è tramutato in una nefandezza. Anche il concorso in sé è stato criticabile: lunghe attese, "libroni delle domande" di difficile consultazione. "Il 12 ottobre ci hanno trattati come polli su un carro bestiame, siamo stati tenuti in ostaggio negli istituti per oltre quattro ore". E tra le cento risposte presentate (le cinquemila e settecentocinquanta erano quelle sui cui ci si doveva preparare) i sindacati avrebbero rintracciato altri 38 errori. "Hanno passato il primo turno i peggiori", sostengono ora gli aspiranti presidi bocciati. E passano a firmare ricorsi.

Sull'altro versante i promossi, che nella prova test hanno ottenuto un punteggio minimo di ottanta (su cento domande), vogliono continuare il viaggio verso il possibile stipendio da 2.300 euro e si stanno consorziando per parare il colpo degli esclusi. Spediscono mail a ministero e giornali, si radunano su Facebook, Twitter, Netlog, preparano a loro volta documenti firmandoli "Movimento vincitori preselezione concorso Dirigenti scolastici 2011". Chi ha passato il primo turno dice: abbiamo studiato molto e la prova è stata difficile, richiedeva capacità organizzative, riflessione, memoria, cultura, velocità nelle scelte. E' stato un lavoro di anni. E nelle ultime settimane è diventato un doppio lavoro, che si è affiancato a quello dell'insegnamento quotidiano. Riallestire una prova così ampia (oltre 42 mila partecipanti) richiederà un lavoro di un altro anno e nuove spese pubbliche. Oggi molte scuole italiane sono "presiedute" da reggenze, ovvero dirigenti titolari in una scuola e reggenti in un'altra. A Genova si arriva al record di diciassette scuole in mano a un'anziana preside. Rimandare ancora significherebbe rendere insostenibile una situazione pesante. Dicono gli idonei: sostanzialmente questo concorso, per le modalità con cui è stato preparato, è stato corretto, non controllato da lobby, né controllabile da raccomandati. "Tutti eravamo nelle stesse condizioni e tutti conoscevamo i meccanismi del gioco".

Solo su Facebook oggi si contano quindici gruppi tra "distruttivisti" e "continuisti". Si leggono pagine titolate "Grande falò dei 5.663 quiz concorso dirigenti scolastici". Sul blog "Preselettivadsvaannullata" l'84 per cento vuole il ricorso al Tar. Da qui, tra l'altro, si è filiata l'ultima associazione insegnanti, i "Docenti liberi". Nel corso di questa ultima guerra dentro e sopra la scuola - innescata da una conduzione dilettantesca esercitata dal ministero dell'Istruzione - si sono scoperte cose interessanti. I migliori aspiranti presidi sono stati i liguri (oltre il 36% degli idonei), i peggiori i molisani (meno del 24%). La media nazionale dice che ogni quattro idonei uno diventerà preside, ma sarà uno ogni sette in Campania e uno ogni tre in Lombardia e in Piemonte.
   (da Repubblica.it)

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