Caro Renzi, ma ci faccia il favore! Per la scuola i Leopoldani propongono rottamazioni già rottamate.
Data: Mercoledì, 02 novembre 2011 ore 16:00:16 CET
Argomento: Redazione


Gli esperti tv dicono che quando è intervistato farebbe l'occhiolino alle telecamere per essere inquadrato dal lato migliore, per quanto invece riguarda le proposte del gruppo dei “Rottamatori” del Pd, di cui il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, fa parte, sulla scuola dobbiamo constatare che di nuovo fiammante, nel programma presentato alla cosiddetta Leopolda, non c'è assolutamente nulla, anzi si è preso il pilucco lasciato sotto la poltrona della ex ministra Moratti e si è rimesso sul canterano mastro, spacciandolo per altro ma sempre pilucco rimane.
Con ogni probabilità i cinque punti che attengono la scuola (gli altri cinque a occhio e croce riguardano l'Università) ci pare siano stati buttati lì tanto per fare confusione e dire magari al prossimo appuntamento televisivo che Renzi ha le idee chiare perfino sulla istruzione.   
Analizziamo i punti leopoldani uno per uno, partendo dal primo che coincide, secondo il menu dei rottamatori, col  n°82: “Abolizione del “valore legale” del titolo di studio. Introdurre nei concorsi della Pubblica Amministrazione criteri di valutazione dei titoli di studio legati all’effettiva qualità del percorso formativo dei candidati.
Che significa abolire il valore legale? In poche parole che il geometra può fare il commercialista e il tecnico per il turismo l'odontotecnico perchè il diploma si ridurrebbe a una sorta di titolo che attesta la frequenza di una scuola ma non ha il valore di legalizzare la professione. Per ottenere il riconoscimento a firmare un progetto, nel caso del geometra, occorre che qualcuno o un ente riconosciuto dia lo sta bene. Per la laurea universitaria significa che un dottore in legge se frequenta un corso post laurea per dentista potrò esercitare la nobile arte che fu del cerusico. Non si capisce dunque il motivo di una simile proposta quando le università e le scuole svolgono con competenza questo ruolo, argomentazione che fu esposta ai tempi alla Moratti che, dopo un esiguo dibattito, tolse le tende da quegli acquitrini. Fa certamente parte dell'ordinamento americano e forse per questo il nostro Renzi e compagni (o ex compagni) l'anno riesumata nella convinzione che oltre oceano ci sia il meglio del meglio, televisioni comprese, ma dimenticando, o ignorando, che la nostra scuola, se non si continua a infierire contro di essa, ha le carte in regola per consegnare titoli con valore legale.
Il punto 83: “Restituire prestigio e reddito agli insegnanti capaci. Ossia rivedere radicalmente le modalità di reclutamento e di retribuzione degli insegnanti, sulla base di criteri legati alla competenza e al merito”, sa di stantio e di trappolesca furbata per irretire i bontemponi tanto che il nostro presidente Berlusconi usò parole simili quando fece fuori la coalizione di sinistra guidata da Rutelli. Ai giorni nostri non ci pare che Gelmini dica cose assai diverse, anzi sembra proprio una proposta sottratta di sottecchi dai forzieri propagandistici della attuale destra al Governo. Ma è poi così fumosa che può significare tutto e il suo contrario: competenza e merito? E chi non li vuole se lo stesso Brunetta saliva tutto quando si intrattiene su questi argomenti? Prestigio e reddito? Pari pari nozioni simili furono innalzati ai tempi dei tempi e vengono anche oggi enunciati perfino da Scilipoti con tutti i “responsabili”.  
Sul punto 84:“Eliminare la formazione che serve solo ai formatori. Esiste un’offerta molto ampia di corsi di formazione professionale che vivono solo per mantenere in vita le organizzazioni che organizzano i corsi senza nessun beneficio pubblico. Spostare le risorse da questo ambito in altri dove possono produrre benefici reali e aiutino il paese a riconquistare posizioni nell’economia della conoscenza”, si avverte il guizzo di una lama contro la formazione professionale e non a caso è il paragrafo più lungo e articolato, proprio perchè buona parte di essa confligge con le regioni e i comuni per richieste di fondi e nuove figure professionali che magari sono implementate per favorire bacini di voti. Ma anche qui nulla di nuovo fiammante ma solo recupero di vecchi e arrugginiti pezzi per riparare alla meglio un carrozzone.
Punto 85: Ebook per tutti. Moltissimi libri sono liberi dai diritti d’autore, in pratica lo sono tutti i classici della letteratura italiana. L’invenzione degli ebook ha eliminato i costi di stampa e di distribuzione di un libro e, nel caso specifico, non essendoci diritti d’autore, neppure questa voce di spesa è presente. I costi sono soltanto legati alla accessibilità su web dei titoli e l’organizzazione del loro downloading. Il Ministero della Pubblica Istruzione, con spesa molto contenuta, potrebbe offrire la disponibilità degli e-readers a titolo gratuito a tutti gli studenti e promuovere una diffusione simile, a basso costo, anche dei libri di testo.
Ma va là! Segnaliamo al nostro sindaco fiorentino che anche i ragazzi delle elementari sanno che gli E-Book sono dietro allo schermo per essere presi e letti, mentre Gelmini ne ha fatto strumento di sana e oculata economia domestica. Avrebbe dovuto invece soffermarsi sulle risposte da dare alle case editrici la cui fonte primaria di guadagno, coi tanti rappresentanti che girano le scuole, è rappresentata dalla vendita dei testi scolastici. 
Per il punto 86 ci pare di risentire il presidente Berlusconi durante la campagna elettorale del 2001 con la scoperta delle tre “I”, poi miseramente dimenticate non solo da lui ma anche dai suoi elettori: “Inglese sin da piccoli. Portare l’insegnamento dell’inglese ad almeno 5 ore settimanali in tutte le classi a partire dalla scuole elementari. È interesse del Paese che la padronanza dell’inglese sia diffusa, visto che la gran parte della letteratura scientifica, del commercio internazionale, dei prodotti multimediali parlano con quella lingua.”
Potrebbe dirci il compagno Renzi come paga i rispettivi docenti? E ancora: perchè la tiritera sull'inglese e non un accenno al maestro unico alla istruzione primaria?
Cosa dunque ci sia di nuovo nelle proposte dei leopoldani non si afferra, anzi c'è solo tanto ferro vecchio e così arrugginito da sembrare preso a caso e messo alla rinfusa fra i rottami, senza neanche curarsi di passare una mano di vernice. Per questo forse l'amico Renzi è così apprezzato dalla destra alla quale certamente non sfugge una singolare (o plurale?) coincidenza di programma, per quanto attiene la scuola, e per questo forse lo portano di esempio come interlocutore possibile, in modo che si  possa ancora dire, da parte della opinione pubblica, che alla fine e stringi stringi sono tutti uguali. 

Pasquale Almirante
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