Tagliando oltre 3mila scuole, si tagliano altrettante presidenze: per chi allora i posti messi a concorso? Il nostro Polibio fu il primo a porre il dubbio
Data: Mercoledì, 02 novembre 2011 ore 07:23:44 CET
Argomento: Redazione


Ci conforta l'articolo di Italia Oggi  che ospitiamo sul nostro sito e non solo perchè esamina lucidamente gli altri errori riscontrati tra le 100 domande per la preselezione  al concorso vero e proprio per diventare dirigente scolastico, facendo così piazza pulita di fantomatici gruppi che si appellano alla propria cappella senza guardare appena più in là del loro naso, ma soprattutto perchè sta dicendo un fatto che già il nostro Polibio aveva sviscerato con la lucidità e la sapienza che lo contraddistingue ancora prima che il bando venisse pubblicato, ed esattamente quando inopinatamente il numero dei posti messi a concorso scese di 500 unità, sulla base del proclama della ministra dell'anno scorso, e con successiva prova del nove a seguito dei primi annunci sui tagli alla scuola  previsti nella prima finanziaria estiva:  “i posti di dirigente scolastico”, dice Italia Oggi, “sono destinati a contrarsi di almeno tremila unità, anche a non tenere conto della novità contenuta nel decreto legge di stabilità del 2012 che aumenta a 600 alunni il limite minimo per dare il titolare a un istituto scolastico (nella manovra di luglio il limite era di 500). Anche perché, per effetto delle misure di contenimento della spesa pubblica, il numero dei dirigenti che andrà in pensione dovrà essere ridimensionato."
A cosa stia servendo allora tanto spreco di energie, di tempo e di denari non è dato sapere, visto che devono essere nominati, come dice Gelmini, entro settembre del prossimo anno, 2300 nuovi presidi mentre però si taglieranno 3.000 scuole con relativa dirigenza sia didattica e sia amministrativa. E sul denaro sprecato non ci riferiamo solo a quello dello Stato, che si poteva impiegare per qualche altra urgenza, ma in modo particolare al denaro dei colleghi, quello che hanno speso per farsi preparare alle preselezioni e quello che spenderanno per frequentare le lezioni che quasi tutte le associazioni stanno mettendo su per fare cassa.  Se poi a questi denari si aggiungono i denari dei non ammessi che devono pure pagare gli avvocati per chiedere le sospensive la somma si fa grossa, che in periodo di crisi sicuramente farebbe più comodo per la spesa o per comprare  le scarpe ai bambini. 
Un'altra considerazione tuttavia è d'uopo fare: c'è mai stato un periodo così buio e incerto e facinoroso e brigantesco in tutta la storia della scuola repubblicana?

Pasquale Almirante
p.almirante@aetnanet.org






Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-245578.html