Beffa per venti insegnanti. Assunti per errore dopo anni da precari
Data: Lunedì, 31 ottobre 2011 ore 13:10:38 CET Argomento: Rassegna stampa
Passare da una
lunghissima precarietà al sollievo di un contratto a tempo
indeterminato e poi sentirsi dire che era tutto uno sbaglio e
riprecipitare nella precarietà. Succede a20 insegnanti sardi abilitati
per il sostegno. Ad agosto arriva la tanto agognata immissione in
ruolo. Gli insegnanti cominciano a lavo- rare, molti vengono da altre
regioni (soprattutto del sud) e sono destinati a paesi impervi. Alcuni
devono farsi anche 80/150 chilometri ogni giorno. Ma è un prezzo che si
paga volentieri dopo 10/15 anni di precarietà. Qualcosa però non torna.
Lo stipendio non arriva, alcuni non hanno firmato neanche il contratto.
Cominciano a chiedere spiegazioni. E si scopre la
beffa.
Il26 ottobre l’Ufficio scolasti- co Regionale li chiama uno per
uno per dire loro che c’è stato un errore, che ci si avvia verso la
risoluzione del contratto. Racconta Giuseppe Argiolas, 45 anni e 14
anni di precariato alle spalle: «Quando mi hanno nomi- nato finalmente
a tempo indeterminato mi sono fatto delle aspettative per il futuro; ho
cominciato però a lavorare senza stipendio, mi sono reso conto che
c’era qualcosa di strano, poi la telefonata che revocava l’immissione –
continua Argiolas che è anche membro del direttivo nazionale del Ciis
(Coordinamento Italiano In- segnanti di Sostegno) -mi è caduto il mondo
addosso, la stabilità era il sogno di una vita, in due minuti mi so no
ritrovato dall’indeterminato all’incubo delle supplenze che con i tagli
continui che sta facendo la Gelmini non è detto che il prossimo anno ci
saranno, sono piombato di nuovo nel disagio, nell’ansia». I
La storia comincia a metà settembre, quando i Dirigenti Scolastici
delle se di di servizio hanno registrato notevole difficoltà ad
inserire i contratti de- gli insegnanti di sostegno neoassunti, nel
sistema informatizzato del Ministero. In un primo momento si è pensato
ad una difficoltà di ricezione da parte del Miur, a livello
strumentale. In seguito a verifiche incrociate ci si è imbattuti invece
in una discrepanza che riguardava proprio il contingente delle
immissioni in ruolo: ovvero che la quantità basata sulla disponibilità
dei posti vacanti doveva essere fatto sull’organico di diritto (cioè i
docenti che sono in ruolo) e non su quello di fatto (i docenti di cui
c’è bi sogno). Quindi mercoledì scorso i 20 insegnanti di sostegno
«eccedenti» sono contattati telefonicamente da- gli uffici dell’Usp per
informali della «revoca del ruolo». «Premetto che è stato un errore di
calcolo perché è vero che gli Uffici Scolastici territoriali hanno
lavorato anche 14 ore al giorno per garantire che le immissioni in
ruolo avvenissero nei tempi corretti dato il caos che ha creato la
Gelmini», specifica Tiziana Sanna, segreta- rio generale della Flc- Cgl
di Cagliari, «però quelle telefonate hanno creato il panico, la gente
era disperata, non si può dire a persone che vedono un contratto vero
dopo 15 anni di precarietà che è stato tutto uno scherzo». Male
sorprese non sono finite, per- ché la situazione è tale da richiedere
altre verifiche. E così i sindacati scoprono, in diversi incontri con
le autorità competenti, che non solo i 20 in- segnanti non sono
eccedenti ma che anzi l’organico di sostegno risulta sottodimensionato
di altre 13 unità rispetto ai fabbisogni del territorio. Cioè i posti
vacanti sono in totale 33. Ennesimo pasticcio per il Miur che a questo
punto deve rinominare i neo-licenziati. Questo sarebbe adesso
l’orientamento. Il Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, Enzo
Tocco, si dice «ottimista» di una veloce risoluzione della questione.
Anche perché la Flc- Cgl è pronta a fare le «barricate» e gli insegnati
prima precari, poi assunti, poi ancora precari sono con un piede già
dagli avvocati per fare ricorso. «Che sia chiaro – dice ancora Sanna -
la Gelmini non ci sta concedendo nulla, non dobbiamo certo ringraziarla
se risolve la situazione».
(da L'Unità di Luciana
Cimino)
redazione@aetnanet.org
|
|