Inglese ancora vietato alla Primaria
Data: Mercoledì, 26 ottobre 2011 ore 09:58:30 CEST Argomento: Rassegna stampa
Ricordate le
famose tre "I" della riforma Moratti ? Rappresentavano con estrema
sintesi la summa del pensiero del centro-destra sulla scuola. Impresa,
Informatica e Inglese.
Dove son finiti Impresa e Informatica non solo a scuola ma nel Paese è
sotto gli occhi di tutti.
Rimaneva l'Inglese che doveva irradiarsi, a tappe forzate, in tutte le
classi della primaria a scapito del Francese,Tedesco e Spagnolo,
buttate al macero con forte spreco di energie e risorse già formate.
Si puntava molto, all'inizio, sugli specialisti con oltre 11mila
posti di lingua inglese in organico.
Con almeno 7 o 8 classi a testa gli specialisti assicuravano una
discreta copertura del fabbisogno d'Inglese. I più anziani avevano
sulle spalle oltre 500 ore di
formazione.
Nel 2008 arrivò la finanziaria, quella
fatta in 9 minuti che inghiotti d'un sol colpo prima gli specialisti e
poi i posti di inglese. L'Inglese però rimase nel curricolo
obbligatorio della primaria. Un'ora in prima, due in seconda e tre in
terza,quarta e quinta classe.
Ma per insegnare l'inglese bisognava formare le maestre e ogni maestra
formata, doveva insegnarlo nelle proprie classi. Parallalamente al
taglio degli organici arrivarono anche i tagli delle risorse, con il
quasi azzeramento dei finanziamenti alla formazione e
all'aggiornamento. I tanto sbandierati piani nazionali sulla formazione
delle maestre rimasero tali solo sulla carta.
Con oltre 4mila maestre da formare, per restare solo a Milano, il Miur
riesce a finanziare solo corsi striminziti di 150 ore che a mala pena
abilitano sull'inglese un centinaio di maestre all'anno. E' evidente il
gap tra esigenze di formazione da un lato e scopertura di posti e
spezzoni orari dall'altro.
Quest'anno in tempi di crisi, dopo aver ripristinato in organico di
fatto qualche centinaio di posti sull'Inglese, tolti in organico di
diritto a causa dei tagli, il Dirigente dell'UST di Milano dr. Petralia
richiama i dirigenti scolastici alla cruda realtà, intimando loro di
non procedere ad alcuna assunzione sugli spezzoni residui d'Inglese,
perchè non autorizzati ma soprattutto perchè privi di risorse
d'organico.
Si viene così a scoprire che ben 87 circoli di Milano e provincia
perdono d'un sol colpo 1.073 ore d'Inglese, qualcosa che interessa
circa 500 classi e oltre 10mila alunni. Alle scuole viene detto in
buona sostanza di arrangiarsi, anzi la parola d'ordine è di
"ottimizzare le risorse interne". Ma dall'ottimizzare senza risorse, al
pessimizzare il passo e breve.
E allora via all'assegnazione su più classi agli idonei presenti a
scuola, al volontariato di chi in gioventù aveva studiato l'inglese, di
chi ha dato, qualche esame all'università, al ricorso di docenti
laureati in lingue delle medie, magari dello stesso comprensivo,
all'assunzione di specialisti esterni, chiedendo un contributo alle
famiglie.
Risultato, un'organizzazione oraria molto frastagliata, fatta
d'incastri e rientri, intensificazione del lavoro che appesantiscono
l'insieme delle prestazioni, abbassando di conseguenza i livelli di
efficienza e di qualità. Una scuola, quella primaria che ci veniva
invidiata da tutti, costretta oggi da una riforma sciagurata a
smantellare non solo il tempo pieno ma, come nel caso dell'Inglese,
costretta a non garantire neanche i curricula obbligatori a tutti gli
alunni che restano discriminati, con buona pace della Gelmini e di
Petralia. (di Pippo Frisone da http://scuolaoggi.org/scuola)
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