Scuola, 150 mila i lavoratori persi
Data: Mercoledì, 26 ottobre 2011 ore 08:48:05 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Le istituzioni scolastiche in Italia sono circa 9 mila, con una media di 80 insegnanti e 20 unità di personale A.T.A. per ciascuna. Cinque anni fa la media era maggiore di circa 5 e 3 unità, rispettivamente, mancano cioè all'appello 45 mila insegnanti e 30 mila A.T.A., per un totale di 75 mila lavoratori. Questo è l'effetto di 20 mila pensionamenti all'anno, circa 30 mila assunzioni, ma queste ultime soltanto quest'anno, e soprattutto di un fenomeno ben più corposo. Per ogni scuola 10 lavoratori che facevano supplenze annuali sono diventati supplenti occasionali, e altrettanti supplenti occasionali sono diventati disoccupati.
Sono circa 150 mila i lavoratori in meno, quindi, ben più dei 30 mila dipendenti pubblici tagliati in Grecia. E questo solo nella scuola, mentre sappiamo che in altri servizi sociali (sanità, trasporto pubblico) esistono fenomeni analoghi. C'è, evidentemente, un desiderio di tagliare l'istruzione e gli altri servizi pubblici. Alla faccia dell'obiettivo di Lisbona, dell'80% di diplomati nel 2020.
Se si guarda al futuro in modo lungimirante, l'istruzione è una risorsa, un valore aggiunto, non un costo. La vecchia Europa perde la produzione manifatturiera, e quindi deve volgersi sempre di più verso la ricerca, l'innovazione, le attività culturali. Questo è il nostro futuro. Occorre che nei programmi della prossima stagione politica sia chiaro qual è il ruolo della scuola e dell'istruzione.

Lorenzo Picunio (Lettera dal giornale, “Bresciaoggi”)





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