La TV diventa social, cede il passo al digital e ai suoi canali, uno su tutti YouTube
Data: Domenica, 23 ottobre 2011 ore 17:16:20 CEST
Argomento: Rassegna stampa


La televisione sta cambiando e la sfida è duplice: da un lato saper lanciare dei format e creare dei contenuti targettizzati che sappiano rispondere all’esigenza di un ascolto sempre più frammentato (il palinsesto si è arricchito e specializzato raddoppiando il numero dei canali) e dall’altro l’integrazione con Internet e l’approccio ai social media nel quale la parola d’ordine è democrazia. Stiamo assistendo a una vera rivoluzione, prima da un lato c’erano l’editore e il ‘potere’ dei mezzi di comunicazione, di cui la televisione è sempre stata la protagonista e adesso c’è la rete che consente a chiunque, anche al giovane Guglielmo Scilla e al suo canale personale su YouTube di raggiungere e superare i 40 milioni di visualizzazioni. Mi piace pensare che la televisione si è trasformata in una ‘super’ tv nella quale convivono la televisione generalista (immaginiamo uno schermo appeso ad un muro, per intenderci), la tv digitale (sia quella gratuita che quelle a pagamento), le console tv (chi ha figli ne sa qualcosa..), le tv connesse come Google tv, le sempre più importanti web tv come YouTube (in Italia ha superato i 17 milioni di Utenti, dato Nielsen Online a Giugno 2011 ed è cresciuta del 16,5% rispetto a giugno del 2010) ed infine le ip.tv, meglio conosciute come televisioni on-demand. Lo scenario quindi è davvero in costante evoluzione e chiunque cerchi di sfuggire a questo cambiamento, avrà dei problemi nel raggiungere e soprattutto nel coinvolgere il suo target audience. Perché? Semplice, sono proprio i comportamenti delle persone che hanno decretato questa situazione, infrangendo il rito dei palinsesti e dimostrando che il ‘potere’ adesso lo vogliono loro. Il fenomeno è trasversale, come dimostrato da un recente studio del Censis, il “Rapporto sui consumi dei media”, il 22,7% dei telespettatori italiani segue programmi tv via Internet (il 47,6% nel caso dei giovani della fascia 14-29 anni) e in particolare questi ultimi hanno usato YouTube e altri siti web simili. I programmi quindi non necessariamente saranno guardati dal televisore, dopo essere stati scaricati, infatti, diventano fruibili da computer, tablet e perfino da cellulari. Le persone decidono cosa, come e quando guardare. Il fascino di questa trasformazione è che impone alle aziende televisive, non solo di sapersi trasformare in ‘super’ tv, ma soprattutto di accettare che quello che le persone vogliono è flessibilità, qualità e attenzione. E l’ha capito Sky che ha lanciato un’App su iPad (gratuita fino alla fine dell’anno) che permetterà di essere aggiornati su news, sport, ecc. in un secondo. L’integrazione e l'utilizzo delle informazioni su più piattaforme è il fattore critico di successo, così come la possibilità di interagire attraverso i social media durante i programmi televisivi. Proprio su Twitter, infatti, i telespettatori amano parlare dello spettacolo che stanno seguendo e su Facebook condividono scelte e recensioni con gli amici. E se per le realtà televisive ‘il bello deve ancora venire’, per le aziende che investono in pubblicità, nel 2012, sarà d’obbligo ripensare ai mezzi cercando di valutare attentamente priorità, obiettivi e canali attraverso i quali parlare con i consumatori. Avete capito bene ‘parlare’ e prima ancora ‘ascoltare’ per sapere che cosa pensano, quali sono i loro desideri e che cosa non piace e perfino il tipo di coinvolgimento che dimostrano nei confronti di una marca o di un determinato prodotto. La reputazione, è il caso di dirlo, si costruisce attraverso un’esperienza che è multicanale, nella quale Internet e in particolare YouTube, è ormai un mezzo imprescindibile. […] (da www.affaritaliani.libero.it)
 
Rosita Ansaldi
rosita.ansaldi@tin.it







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