Ricordo di Maria Grazia Cutuli. Dal diario di un alunno di scuola media, classe II O dell’Istituto Parini di Catania
Data: Domenica, 23 ottobre 2011 ore 17:07:52 CEST
Argomento: Redazione


Oggi, mercoledì 19 ottobre 2011,  al temine della prima ora il Preside Giuseppe Adernò ci invita ad andare nella Sala Unicef per un incontro speciale. La professoressa, già informata ci accompagna in silenzio, con il notes e la penna  insieme ai compagni della classe seconda  P.
Dopo una breve introduzione  dl Preside sul significato dell’iniziativa  per prepararci al decennale di Maria Grazia Cutuli, alla quale è dedicato un albero di ulivo messo a dimora nel giardino della scuola proprio dieci anni or sono , inizia la “lezione” speciale, che ha avuto come “docente” una giornalista della Rai.
Sul tappeto blu della sala campeggiano degli oggetti simbolo. Un ramo di agrume, un serto di gelsomino, un taccuino con la penna, un elmetto, degli occhiali da sole ed un chador bordeaux , una lente di ingrandimento,  un fucile, un libro di fiabe per bambini
Presentando ciascuno di questi oggetti simbolo la giornalista Rai, Antonella Gurrieri , mamma di Luigi, nostro compagno di classe,  ha presentato a noi ragazzi , che dieci anni fa eravamo ancora troppo piccoli per ricordare, la storia e l’avventura della giornalista catanese Maria Grazia Cutuli ,  uccisa a Kabul in Afganistan il 19 novembre del 2001.
Mentre scorrevano le immagini sul video le espressioni di amicizia e di commosso ricordo dell’amica giornalista  penetravano nei  nostri cuori attenti e sensibili  e mentre  prendevamo diligentemente appunti , cominciavamo a fantasticare come sviluppare il lavoro di ricerca da presentare in occasione della  giornata  celebrativa del decimo anniversario
Dal commento ai singoli oggetti simbolo ci siamo sentito coinvolti nel  ricordo dell’intraprendente giornalista del Corriere della Sera, inviato speciale nella terra di Bin Laden, dove aveva scoperto una complessa organizzazione di preparazione   e vendita di gas nervino, utilizzato per fini terroristici, ha presentato la breve ed intensa storia di una giovane desiderosa di futuro e di carriera , impegnata  e volitiva, originale e stravagante.
Diventare giornalista e inviato  e corrispondente estero era il suo sogno,  conquistato con pochi sacrifici e, dopo averlo raggiunto è  stato tragicamente concluso.
Oggi se ne ricordano le virtù, il coraggio, la dolce femminilità (il gelsomino ne è simbolo, perché spande profumo dove passa) ed è piaciuta a tutta la definizione di   “soldato con la penna” perché l’inviato nei territori di guerra  è in pericolo come i soldati , ma  la sua arma è appunto la penna ed il suo taccuino.
Anch’io vorrei fare da grande il giornalista, ma non so se avrò il coraggio di Maria Grazie nell’affrontare tanti pericoli.
La diligente ricerca della verità il voler andare infondo ai problemi , scrutando con la lente di ingrandimento eventi, luoghi, fatti e persone, hanno fatto della giovane Maria Grazia un simbolo ed un modello  per i futuri giornalisti e per tutti noi che oggi abbiamo avuto la fortuna di incontrarla.
In questi dieci sono state intitolare a Maria Grazia Cutuli   scuole, palestre,  borse di studio ,centri culturali e sportivi, che  ne perpetuano la memoria  e la Fondazione che porta il suo nome ha istituito in Afganistan  una scuola  colorata d’azzurro, come il cielo.
Questa lezione speciale ci ha aiutato a crescere e l’incontro con il coraggio, la forza e la tenacia di Maria Grazie Cutuli ci ha resi più grandi e più forti nell’affrontare le difficoltà del quotidiano.
Il 19 novembre parteciperemo alle manifestazioni che la città di Catania e la Fondazione  hanno programmato per ricordare Maria Grazia Cutuli.

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