Il giallo della password congelata nel concorso a ds .
Data: Sabato, 22 ottobre 2011 ore 13:13:33 CEST
Argomento: Opinioni


Nel corso della prova preselettiva a tutti i partecipanti è stata consegnata una password numerica, allo scopo di controllare il risultato della prova effettuata. Per quanti non sono ancora stati catalogati e quindi non sanno ancora se sono stati o meno ammessi al concorso non occorre, o, almeno, non sembra per ora necessaria,  ma a quanti non sono stati ammessi  è umano che faccia piacere comprendere l’entità degli errori commessi. Comunque tale codice è stato consegnato, come per medicina e chirurgia, ed ha una sua ragione d’essere. A pochi giorni dal concorso in medicina e chirurgia, difatti, i partecipanti hanno potuto “leggere” come si erano giocati la loro partita, vincente o perdente. Ma, opportunamente interrogato dalla scrivente, l’organo competente ha così (gentilmente), risposto:
Buonasera,le mando il link dove inserendo la password che le hanno dato in sede concorsuale e il codice prova (saranno tutti pubblicati al termine delle correzioni,tra 10-15 giorni)potrà accedere al suo elaborato.
http://85.94.202.75/WebAtti/
Cordiali saluti
Segreteria Ripam
Ovviamente a quel link ci eravamo arrivati tutti, quello che mi sfuggiva me lo ha confermato il messaggio, ossia che i codici della prova saranno tutti pubblicati al termine delle correzioni, ossia tra 10, 15 giorni. Era questo il tempo che non si voleva attendere. Si sperava, difatti, che i rispettivi codici fossero pubblicati assieme alle regioni “scrutinate”.
Quale il dubbio?
Che, una volta controllate le proprie posizioni ed i propri errori, una percentuale per adesso non appurabile di candidati, si fosse trovato ad essere giunti molto vicini a quei famosi 80%. Tentati, quindi, a ricorrere, come stanno facendo, in ogni caso, centinaia di candidati non ammessi, per protestare contro la procedura zeppa di errori, omissioni e quant’altro.
E’ un pensiero cattivo? Qualcuno diceva “pensare a male non è bello, ma spesso ci si azzecca!”
Be, forse la frase non era proprio quella, ma il senso, sì.

Bianca Fasano
fasanobi@libero.it






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