Legge stabilità: Cgil, tagli indiscriminati e lineari
Data: Giovedì, 20 ottobre 2011 ore 20:15:15 CEST Argomento: Sindacati
Tagli “indiscriminati e
lineari” contro il lavoro pubblico mentre “si salvano le spese
discrezionali di stampo politico”. Zero risorse per il funzionamento
dell'ordine pubblico e della sicurezza. Ridotta la spesa per la scuola e per i suoi
lavoratori, con “l'abbandono dei precari”. “Nessuna tutela” per
quei lavoratori che non hanno, o hanno esaurito, gli ammortizzatori
sociali. Tagli per 60 milioni ai Caf e quindi al servizio di assistenza
fiscale fornito per conto della Pubblica amministrazione. Sono questi
alcuni dettagli del disegno di legge di stabilità che la Cgil
sottolinea parlando di “decisioni di chiara gravità che l'iter
parlamentare dovrà radicalmente cambiare: ci si mobiliteremo perché ciò
avvenga”.
Il sindacato di corso d'Italia passa al setaccio le misure
denunciando come “la riduzione di spesa delle amministrazioni centrali,
pari a 7,5 miliardi di euro per il 2012, avviene solo tagliando le
prestazioni delle amministrazioni stesse, accanendosi così ancora una volta contro il
lavoro pubblico e i cittadini in generale”. Infatti, osserva la
Cgil, non si registra alcun taglio “alle spese 'discrezionali' delle
amministrazioni, ovvero: consulenze, cumuli di incarichi dirigenziali,
spese degli uffici di diretta collaborazione, tetto alle retribuzioni
complessive, stop alle nomine di dirigenti fiduciari, spese di rappresentanza dei Ministri e del
personale di Governo.
Addirittura
con le nuove nomine lo Stato spenderà non meno di 1 milione e mezzo di
euro”. Quindi “nessuna operazione né di rigore, né di riforma, ma solo
tagli lineari che toccano pesantemente le prestazioni ed i servizi
delle amministrazioni verso i cittadini”.
Per quanto riguarda il comparto sicurezza, la Cgil sostiene che “dopo
quanto è avvenuto a Roma il 15 ottobre, è gravissimo solo l'aver
previsto di ridurre le spese di vitto per il personale in servizio di
ordine pubblico o il non aver previsto nuovi finanziamenti per la spesa
di funzionamento per 'ordine pubblico e sicurezza' del Ministero
dell'Interno, che riguardano sia la Polizia di Stato sia l'Arma dei
carabinieri”.
Continua, inoltre, quello che la Cgil denuncia essere “un vero e
proprio accanimento contro il lavoro pubblico che viene di nuovo
colpito: sventato il taglio dei buoni pasto continua però la deroga ai contratti collettivi
nazionali su temi che peggiorano pesantemente le condizioni di lavoro”.
In tema di
istruzione, prosegue, “continua la riduzione di spesa sul funzionamento
delle scuole, che grava sulle condizioni di lavoro del personale, e
nessuna risposta viene data in tema di condizioni retributive o di
nuove possibilità occupazionali, mentre ci si inventa lo scatto di
anzianità a costo zero”; così come “non è previsto alcun intervento per
mantenere al lavoro, né tanto meno per risolvere, la grave questione
del precariato nei settori pubblici e della conoscenza”.
Quanto al tema 'incidenza della crisi sui lavoratori', la Cgil osserva:
“Prosegue il finanziamento in maniera ordinaria del fondo per
l'occupazione e gli ammortizzatori in deroga, mentre manca qualsiasi
misura di tutela per chi è privo di ogni protezione e per i tanti
lavoratori, il cui numero è in aumento, che stanno esaurendo gli
ammortizzatori sociali già previsti”.
Infine risalta il “pesante taglio dei compensi per le funzioni svolte
per legge dai Caf in tema di assistenza fiscale per conto della
Pubblica amministrazione che in tal modo impegna minori risorse
economiche ed organizzative”. Si tagliano, infatti, “i compensi per
circa il 25%, pari a 60 milioni che obbligheranno i Caf a svolgere le
proprie funzioni, anche di certificazione con le modalità stabilite
dalla legge, operando una inaccettabile pesante riduzione dei costi
fissi”.
Tutto ciò potrebbe determinare per il sindacato “il rischio grave di
mettere a repentaglio migliaia di posti di lavoro, di peggioramento del
servizio ai cittadini anche attraverso un aumento delle tariffe pagate
dai dichiaranti: un costo maggiore per poter ottemperare al proprio
dovere verso l’erario”. Una misura, quindi, “gravemente sbagliata che
va cambiata proprio per garantire qualità del servizio ai cittadini e
occupazione. Così come in generale - conclude la Cgil - va cambiato il
ddl che è gravemente iniquo e depressivo”. (da
http://www.rassegna.it)
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