Se considerassimo il numero di persone che ogni anno passano da un
livello dell’istruzione, individuato dal rispettivo titolo di
studio, a quello successivo (“Modello
gaussiano dei dati OCSE sull’istruzione”) e, allo stesso
modo, quelli che tornano a quello precedente perché soggetti
all’analfabetismo di ritorno (“Modello
darwiniano dei dati OCSE sull’istruzione”), potremmo
introdurre il concetto di velocità con la quale incrementa o
diminuisce la popolazione di un livello dell’istruzione (numero di
persone nell’unità di tempo).
Ebbene, se ora pensassimo al
fatto che ogni titolo di studio individua un livello il cui accesso è
conditio sine qua non per l’avvio verso il titolo superiore, allora
potremmo introdurre una struttura dei livelli dell’istruzione molto
simile a quella di un atomo di Bohr. Il passaggio da un livello
all’altro è determinato da salti quantici esattamente come per un
elettrone nell’atomo di Bohr (“Modello
atomistico dei dati OCSE sull’istruzione”), come in Figura 1.
E, ancora, se ora considerassimo la probabilità di restare su un
livello piuttosto che su un altro, scopriremmo che la meccanica alla
base delle distribuzioni dei dati OCSE (per esempio) è la meccanica
statistica di Boltzmann, opportunamente rivista e reinterpretata con
i coefficienti di Einstein e una funzione dell’energia simile a
quella dei fenomeni di diffusione idrodinamici. (di Arturo
Marcello Allega |da Educazioneduepuntozero)
FIGURA
1. LIVELLI DELL’ISTRUZIONE. A = Analfabeti, E = Elementari (“k”
persone passano da A a E), M = Medie (“j” persone passano da A a
E), S = Superiori (“l” persone passano da A a E), L = Laureati
(“t” persone passano da A a E)
Perché questa
analogia? Intanto, semplicemente per gioco. Nella ricerca, dalle
analogie si giunge spesso a nuove intuizioni. Poi, perché da questo
tipo di analisi si può ben percepire la staticità e, soprattutto,
la rigidità del sistema sociale dell’istruzione. Nel modello
dell’atomo, questa struttura è necessaria a garantire la stabilità
della materia e, poi, per spiegare molte proprietà del mondo
microscopico. Nel mondo dell’istruzione, invece, l’effetto è
disastroso o, comunque, facilita il disastro (“Darwin,
Pareto e l’Istruzione”). Le regole di selezione, le barriere
invisibili, i meccanismi di passaggio da un livello all’altro sono
tali da produrre fattori di dispersione e abbandono scolastici o
addirittura di esclusione scolastica (i famosi NEET) tanto massicci
quanto irragionevoli. Quindi, non meraviglia che in alcuni paesi
questo sistema sia stato del tutto eliminato in virtù di sistemi non
più statalizzati. Credo che sia il sistema stesso a produrre delle
soglie di analfabetismo al di sotto delle quali non sia possibile
andare, nonostante tutto l’impegno delle scuole “autonome”. Una
riforma sostenibile deve rivedere tutto il meccanismo di crescita. Un
modello di scuola sostenibile deve rivedere tutto il meccanismo di
“costruzione” dell’istruzione che sia rappresentato da un
modello culturale più vicino al progresso scientifico e tecnologico
ma altrettanto vicino a quelle componenti sociali che sono “native”
del nuovo imprinting, in modo tale che l’uno non si senta escluso
dall’altro ma che tutte siano parte dello stesso processo di
crescita.