Sacconi: incentiveremo ancor di più l'apprendistato
Data: Martedì, 18 ottobre 2011 ore 12:25:34 CEST
Argomento: Rassegna stampa


«Rendere ancor più incentivato l'apprendistato e incoraggiare il telelavoro soprattutto nel momento della nascita dei figli in una famiglia». Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi ha riassunto così l'orientamento del suo ministero nei prossimi mesi, intervenendo al convegno di Cometa Formazione a cui hanno preso parte fra gli altri Roberto Formigoni, presidente Regione Lombardia, Gianni Rossoni, assessore Istruzione, Formazione e Lavoro Regione Lombardia, Giorgio Vittadini, presidente Fondazione per la Sussidiarietà e Alessandro Mele, presidente Cometa Formazione. Oltre alla presentazione del rapporto sulla solidarietà, ieri è stata illustrata l'esperienza della Scuola Oliver Twist e il modello di integrazione Scuola Azienda nella progettazione e realizzazione delle attività di formazione che ha realizzato.            
  Il presidente Formigoni ha ribadito la sfida che la Lombardia si è data per la valorizzazione dell'apprendistato creando, tra l'altro, una dote importante che «darà ai giovani la possibilità di essere assunti in un'azienda e di proseguire il loro percorso di formazione per arrivare a un titolo di studio». La Lombardia, però, è una regione "pilota", come interpreta anche il ministro Sacconi, incoraggiando Formigoni a proseguire sulla via della valorizzazione dell'apprendistato su cui tra l'altro è partito anche un progetto che riguarda l'alto apprendistato e che sarà svolto in collaborazione con 10 atenei.
 
L'occupabilità dei giovani è un tema su cui Sacconi, in collaborazione con il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini e quello della Gioventù, Giorgia Meloni, ha avviato un piano dedicato che però ha dovuto fare i conti con tre condizioni oggettive di svantaggio per chi è giovane oggi e cioè «i grandi cambiamenti tecnologici che di primo acchito possono determinare una minore densità occupazionale – elenca Sacconi -, la maggiore protezione che è stata riservata agli adulti in questa fase di crisi e la debolezza delle competenze di questa generazione, che paga le conseguenze della negazione del valore educativo del lavoro, disastroso portato degli anni ‘70».
Un quadro che si aggiunge ai problemi ormai cronici del nostro sistema educativo dove, come spiega Giorgio Vittadini, «la dispersione scolastica resta elevata e circa 117mila ragazzi nel 2008 con età compresa tra 14 e 17 anni non hanno seguìto nessuna attività educativa, mentre la popolazione attiva che ha terminato la scuola secondaria superiore, il 68%, è di 18 punti più bassa della media Ocse e di 32 rispetto alla Germania. Tra coloro che si diplomano, poi, il 30% lo fa con uno o più anni di ritardo». Tutto questo naturalmente incide sulla transizione verso il lavoro, al punto che quasi il 45% delle persone sino a 35 anni svolgono un lavoro che non ha attinenza con il percorso scolastico intrapreso in precedenza. Per Vittadini siamo all'inizio di un processo riformatore in cui occorrerà dare seguito alla decretazione ridisegnando sistemi e reponsabilità. A proposito di tempi il ministro Sacconi assicura che il decreto sviluppo e il percorso di riforma dell'apprendistato non subiranno ritardi.
Nel percorso che ridisegnerà il sistema, dal suo osservatorio della Fondazione per la Sussidiarietà, Vittadini invita a favorire la complementarietà tra i diversi livelli di istruzione scolastica e istruzione e formazione professionale, la personalizzazione dei percorsi per «valorizzare tutte le potenzialità insite nello stile cognitivo di ciascun adolescente», «il pluralismo dei soggetti erogatori», la valorizzazione dell'alternanza scuola-lavoro, la reversibilità delle scelte, la semplificazione delle procedure, soprattutto nel campo della formazione professionale e la maggiore attenzione al tema delle politiche attive per l'istruzione e la formazione professionale.   (di Cristina Casadei da Il Sole 24 Ore)

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