Quando partiranno i Tfa?
Data: Domenica, 16 ottobre 2011 ore 21:00:38 CEST Argomento: Rassegna stampa
Quando
partiranno i Tfa (Tirocini formativi attivi) da anni promessi dal Miur
ma ancora a quando sembra in alto mare? Le università, dopo la
soppressione delle Ssis, hanno messo a disposizione il numero
complessivo dei posti disponibili in attesa che dal ministero arrivi il
permesso per il loro avvio anche per rispondere a tutto il dibattito
suscitato settimane addietro attorno alle prospettive di insegnamento
da dare ai giovani neolaureati che, considerato l’affollamento abnorme
delle graduatorie, non avrebbero nell’arco dei prossimi 6/7 anni
accesso al lavoro. Un problema rilevante ma dagli esiti difficili e
controversi, sia perché non si può disconoscere né il servizio né le
abilitazioni degli oltre 250mila precari in attesa da anni, e sia
perché i tagli effettuati con la riforma hanno decimato i posti che
risentono pure del blocco dei pensionamenti sul davanzale delle
finestre mobili. D’altra parte l’accesso ai Tfa presuppone soprattutto
il superamento di test preselettivi per scremare l’enorme numero di
aspiranti e quindi il Miur dovrebbe predisporli, per evitare disparità
e premiare il merito, a carattere nazionale, uguale per tutti e per
classe di concorso; operazione difficile e delicata della cui
complessità il concorso a preside di questi giorni ha dato prova,
benché venga da molte parti proposto, proprio per semplificare, di
affidare questo compito direttamente alle università. Contestualmente
però si aspetta pure una nuova legge, promessa dopo il varo della
“Formazione iniziale”, che dia le coordinate per il reclutamento dei
docenti, nonché le spiegazioni nel dettaglio di chi può partecipare
alle preselezioni per l’ammissione ai Tfa. Questione non da poco se è
già nata una nuova piccola guerra tra precari “storici” e nuovi, tra
già abilitati provvisti di tirocinio e abilitandi lasciati nel limbo,
mentre scalciano i neo laureati in una disfida di tutti contro tutti
per la conquista del primo posto disponibile. Dicono infatti i vecchi
precari che le graduatorie a esaurimento (da cui si sono attinte le
30mila immissioni in ruolo di quest’anno) non si devono aprire a cui
invece aspirano legittimamente gli abilitati, buggerati ignobilmente.
Le gravi colpe del Miur, come si vede, cadono sempre sui più deboli,
che riescono persino a litigare, mentre Gelmini promette il 50% dei
posti ai vecchi e il 50% ai futuri abilitati, in assenza però di una
benché minima certezza che è invece l’elemento indispensabile perché i
giovani si creino un avvenire e forse la scuola un suo progetto
sicuramente meno precario.
Pasquale
Almirante - La Sicilia del 16 ottobre 2011
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