Concorso DS: prova selettiva da annullare
Data: Domenica, 16 ottobre 2011 ore 00:00:00 CEST
Argomento: Opinioni


Come ho avuto modo di affermare in precedenti interventi, il concorso in atto per dirigenti scolastici è nato sotto una cattiva stella e sopravvive solo grazie alla pervicace tenacia del Ministero a volerlo portare avanti a tutti i costi. Un breve riepilogo. Si è partiti con l’ “infortunio”, ancora tutto da chiarire, della batteria dei test che sarebbe stata divulgata prima della pubblicazione ufficiale, si è passati attraverso l’annullamento di circa mille test della batteria originaria – praticamente uno su sei tra quelli proposti -, sui quali i partecipanti si erano però già cimentati per ben 35 giorni, benché fossero errati o tali da essere poi eliminati, per arrivare, infine, ai concorrenti ammessi all’ultimo momento con provvedimenti cautelativi dei vari TAR, provvedimenti che, mutatis mutandis, ricordano quelli per i “riservisti” del concorso bandito nel 2004, molti dei quali diventati poi dirigenti scolastici, senza essere in possesso dei requisiti previsti dal bando, ma solo sulla scorta di un provvedimento di sospensione del TAR, senza che poi mai si avesse una sentenza definitiva nella fase di merito.
Con l’oramai famoso comma 620 della legge finanziaria 2007, la preselezione per titoli, prevista nel concorso, fu ope legis abolita e circa duemila partecipanti poterono accedere alle prove successive. Molti di essi, risultati vincitori, fecero lievitare, e non di poco, i posti messi a concorso, dal momento che, quali riservisti, erano stati aggiungi nelle graduatorie, senza intaccare i diritti acquisiti dai candidati ammessi pleno iure. Oggi quello scenario si ripresenta, seppure in un contesto diverso. Infatti, se nel precedente concorso nel mirino era finita la preselezione per titoli, attualmente si contesta la modalità della preselezione per quiz. Prescindendo dalle questioni legale alla congruità di un tale tipo di prova, per come è articolata, al fine di selezionare una valida classe dirigente in ambito scolastico, ci si pone essenzialmente una domanda: quale probabilità ha un concorrente, dotato di una discreta preparazione, con una normale capacità di sfogliare un libro, con una vista con qualche comprensibile problema, legato ai tanti anni di studio e d’insegnamento, con l’emotività di chi affronta una prova nuova di questo tipo, confrontandosi contestualmente anche con i vari adempimenti connessi alla sua esecuzione, di poter rispondere in 100 minuti a 100 test, non esplicitati per esteso, ma indicati con numeri posti in sequenza non ordinata su un foglio, numeri corrispondenti a quiz da ricercare su un librone alto 3,5 cm con pagine stampate, su carta riciclata, su entrambi i lati, con caratteri corpo 9, con un minimo di 80 risposte esatte per superare la prova? Reputo che tale percentuale sia bassissima, escludendo la possibilità d’innalzarla, visti gli attenti e meticolosi controlli posti in atto, attraverso la consultazione, durante la prova, di batterie di test, con le risposte esatte riportate in ordine alfabetico o di poter imbastire nella stessa classe un lavoro di gruppo assegnando blocchi di quiz a ciascuno dei partecipanti e poi condividendo il prodotto finale. Voglio infine, in questa necessariamente breve analisi, evidenziale un altro aspetto, del quale poco si è discusso e che deve far riflettere prima che si scateni un contenzioso nelle aule di giustizia che rischia di superare, di gran lunga, per numero di ricorsi e per durata, quello del concorso precedente, non escludendo qualche intervento legislativo in itinere per dirimere poi tale contenzioso. Mi riferisco al dato che, sugli oltre 42mila docenti che avevano chiesto di partecipare, se ne sono presentati, alla prova preselettiva, solo 32mila, vale a dire che quasi un docente su quattro, presumibilmente anche alla luce di tutti gli eventi verificatisi, dalla presentazione della domanda di partecipazione fino alla prova, ha deciso di rinunciare. Un elemento che dovrebbe far riflettere, legato in gran parte, reputo, al rifiuto, comprensibile ed umano, da parte di molti docenti, di sottoporsi ad un test che non sembra offrire, neppure con adeguati impegno e preparazione, probabilità di riuscita accettabili, col rischio, per giunta, di sottoporsi poi al giudizio non certo magnanimo di colleghi e di parenti. Elementi questi che dovrebbero convincere il legislatore ad esplicitare l’indicazione di massima di una preselezione da effettuarsi mediante prove oggettive di carattere culturale e professionale, per un tale tipo di concorso, a meno che non si voglia dare valenza culturale e professionale ad una metodologia, quella dei quiz, che dai tempi di “lascia o raddoppia” ha sempre messo in luce essenzialmente le capacità mnemoniche e non certo la cultura e la professionalità. Nell’attesa, è auspicabile che il Ministero, prima che sia chiamato a farlo la Magistratura, annulli il presente concorso, per emanare, a breve, un nuovo e diverso bando, tenendo conto, tra l’altro, dei posti attualmente disponibili, anche alla luce dei recenti dati sul dimensionamento della rete scolastica, o, in subordine, se proprio si vuole portare a conclusione l’attuale concorso, sarebbe opportuno porre in atto le procedure per annullare la prova preselettiva, ammettendo alle prove scritte ed orali tutti coloro che hanno presentato domanda di partecipazione e che ne abbiano pieno diritto.

Gennaro Capodanno

gennarocapodanno@gmail.com






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