Il ministro Gelmini apre a 360 gradi sui temi caldi della pubblica istruzione
Data: Venerdì, 14 ottobre 2011 ore 08:47:35 CEST Argomento: Rassegna stampa
Il ministro
Mariastella Gelmini è intervenuto sulle questioni chiave inerenti al
mondo dell’istruzione e sulle polemiche relative ad alcuni episodi che
hanno coinvolto il suo dicastero.
Molteplici le questioni affrontate, a partire da quelle legate al caldo
autunno di protesta giovanile. A tal proposito, ha lanciato segnali
distensivi nei confronti dei ragazzi che hanno espresso il loro
dissenso in questi giorni anche se li ha invitati a recedere dalla
protesta affermando: “Pronta ad ascoltare i ragazzi, tuttavia
difendendo lo status quo scolastico gli studenti difendono una politica
egoistica. Facciano loro i valori del merito, coltivino l’eccellenza,
altrimenti sono condannati all’impoverimento"
La Gelmini, tuttavia, abbandonando la prudenza, ha lanciato prima un
affondo nei confronti di Tremonti, per spiegare le ragioni del
determinarsi di una situazione difficile nel mondo scolastico, salvo
poi correggere il tiro “Governare coi tagli è la cosa più difficile” ha
detto, aggiungendo: “Tagli che ora sono finiti, il ministro Tremonti
credo abbia compreso la centralità della scuola e pure sulla ricerca
l’ho visto un poco più disponibile".
Insomma il ministro Gelmini lascia intendere che la causa della
situazione economica drammatica delle università e dei tagli
strutturali alla scuola pubblica siano da imputare al ministro
dell’economia, anche se ora ora il peggio è passato.
Ha poi difeso il proprio operato sostenendo che, le riforme promosse
dai precedenti governi non hanno riscosso successo e sono state
inefficaci, ponendo come causa delle difficoltà del sistema scolastico
anche la crisi economica globale. Lo ha fatto affidandosi a queste
parole "Non ricordo standing ovation per le riforme dei predecessori, e
oggi viviamo una crisi economica inedita".
Ha anche rilanciato la sua azione governativa annunciando gli
interventi che intende promuovere: “Nel 2012 la pianta organica dei
docenti sarà stata ridotta di 80mila unità e lì ci fermeremo. Nella
legge di stabilità ci saranno 100 milioni per le borse di studio
universitarie, stiamo trovando 400 milioni per l’edilizia scolastica;
per gli atenei del Sud c’è un miliardo di ricerca"
Il ministro ha anche commentato le parole di Draghi che invitano ad
investire sui giovani e a tal proposito ha dichiarato "Stimo Mario
Draghi - aggiunge - ma quando gli ho chiesto di organizzare un incontro
con le banche per finanziare il fondo per il merito non lo ha fatto.
Tornerò a chiederglielo".
La Gelimini chiude anche il caso del comunicato sui neutrini
liquidandolo come un "incidente": "Sono stata colpita in ogni modo, e
ferita- travolta dalla velocità di internet e dalla replica sbagliata-
il secondo comunicato parlava di polemiche strumentali e non erano
parole mie. Bastava chiedere scusa, e farci su un po’ d’ironia” e
precisa “ So che non esiste un tunnel da Ginevra al Gran Sasso, ho
visitato il Cern e non ho visto tunnel. Bastava mettere quella parola
tra virgolette e aggiungere tecnologico, ’il ’tunnel tecnologico dentro
il quale sono viaggiati i neutrini".
Sugli errori nel concorso per i presidi, invece, il ministro non si
capacita dell’accaduto, rifuggendo, contestualmente, da ogni
responsabilità diretta rispetto alla vicenda affidandosi a queste
parole :“ La commissione che li ha prodotti non l’ho nominata io” ha
sostenuto, assicurando di voler intervenire drasticamente : “ Gli
autori non saranno retribuiti e l’agenzia che li ha scelti sta
valutando se chiedere i danni".
Volendo sintetizzare, la Gelmini sembra voler in qualche modo tirarsi
fuori dal fuoco incrociato, dichiarandosi incolpevole dell’attuale
situazione e ammettendo di fatto un commissariamento del ministero da
parte di Tremonti. Ella ha posto quindi in evidenza la sua assoluta
impotenza nella gestione del dicastero.
Quando ciò accade un ministro serio ha due vie da percorrere se davvero
tiene al bene del paese e, nel caso della Gelmini, degli studenti e di
tutto il mondo scolastico: chiedere con forza al governo di fornirgli
le risorse. La seconda via è quella di mettersi da parte e cedere il
passo per manifesta incapacità di gestione. È vero che è esponente di
un partito governativo e come tale non può creare la crisi di governo,
ma è prima di tutto ministro della Repubblica Italiana e deve dar conto
allo Stato, al popolo, e agli studenti del suo operato.
( di Vincenzo Amone da http://www.controcampus.it)
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