Notte bianca al Miur. Vi parteciperà anche la ministra Gelmini? O è stata espunta?
Data: Martedì, 11 ottobre 2011 ore 00:30:00 CEST
Argomento: Redazione


Una notte bianca al Miur, e non può essere altrimenti. Nelle ore della notte (a meno che non si voglia essere scortesi nei confronti degli oltre 42.000 concorrenti che sono obbligati a presentarsi, altrimenti verrebbero esclusi dalla partecipazione alla prova preselettiva del concorso per il reclutamento di dirigenti scolastici – 2.386 nel decreto Chiappetta, ma purtroppo saranno inesistenti dopo il dimensionamento – entro le ore 8 del 12 ottobre 2011 nelle scuole alle quali sono stati assegnati) dovranno svolgersi tutte le operazioni previste, verbali compresi, e soprattutto quella che concerne il disporre su un apposito modulo i “numeri che identificano i 100 quesiti estratti” e l’invio, per via telematica, del modulo contenente quei “numeri” alle singole scuole sedi della prova preselettiva, che dovranno riprodurlo e distribuirlo ai candidati, prima di dare il via alla prova e contemporaneamente consentire ai candidati di rimuovere il cellophane che sigilla il cosiddetto “volume dei quesiti” a risposta multipla (cioè, nel nostro caso, con quattro alternative di risposta: A, B, C, D), di cui una sola corretta. Da quel momento, il tempo concesso ai candidati corrisponde a 100 minuti. Ma è necessario che rispondano esattamente ad almeno 80 dei 100 quesiti per essere ammessi alle prove scritte.
A tutti i candidati, da parte di Polibio, un caloroso e sincero “in bocca al lupo”. Si è  trattato e si tratta, comunque, di un’esperienza che certamente è stata e continuerà a  essere utile e significativa sia per una maggiore conoscenza del sistema scolastico, sia per la propria professionalità, sia per una migliore conoscenza di un sistema, quello che stanno affrontando e verificando, colmo di difetti, di superficialità, di insufficienze da parte di chi ha l’assurda pretesa e la presunzione di “saperne” di più e invece si è dimostrato incapace, inadeguato, incompetente, inidoneo a svolgere le funzioni che ha svolto e che continua a svolgere.
Il tutto in un quadro ministeriale di pressappochismi e addirittura di falsità. Rispondendo, il 5 settembre 2011, alla presidente dell’Associazione docenti italiani (ADi), professoressa Alessandra Cenerini, il dottor Giovanni Biondi (capo dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali) affermava che su 5.000 quesiti “è inevitabile che ci sia qualche percentuale di errore, anche solo l’1%”. Poi gli errori risultarono moltiplicati ed elevati a potenza, e allora fu la volta del direttore generale per il personale scolastico, dottor Luciano Chiappetta, a comunicare, il 26 settembre 2011, che sarebbe stato pubblicato sul sito del Miur “l’elenco dei quesiti da espungere dalla ‘batteria’ pubblicata il primo settembre u.s.”, complessivamente circa 162.
Il 5 ottobre 2011, i quesiti “da espungere” risultarono 976 su 5.663 (17,24%). Il Miur ha voluto “precisare” che le 5.663 “domande” erano state “predisposte da una commissione esterna di esperti”, senza aggiungere nulla sui criteri di individuazione degli esperti incaricati di predisporre le domande, senza dire quali erano stati i costi, mentre circolava la voce che per la batteria dei quesiti erano stati spesi 40.000 euro.
Finalmente, il 7 ottobre 2011 il Miur ha comunicato che la commissione per predisporre la batteria dei quesiti era stata “nominata dall’agenzia Ansas”. Complessivamente, come è stato rilevato in un apposito sito, 88 “esperti”, tra i quali molti dirigenti scolastici e dirigenti scolastici comandati, seguiti da un consigliere del ministro, da un buon numero di ricercatori e ricercatrici Ansas, da una cultrice universitaria, da cinque avvocati (per i quesiti dell’Area 3), da docenti universitari (quattro dei quali dell’Università pontificia salesiana), da docenti comandati presso il Miur o l’Usp, assegnisti di ricerca, docenti madrelingua.
Cosi, numericamente, gli “esperti” per predisporre i quesiti delle singole aree: 14 per l’area 1 (741 quesiti); 11 per l’area 2 (687 quesiti); 5 per l’area 3 (750 quesiti); 13 per l’area 4 (728 quesiti); 15 per l’area 5 (709 quesiti); 6 per l’area 6 (796 quesiti); 5 per l’area 7 (250 quesiti); 19 per l’area 8, l’area delle quattro lingue straniere (complessivamente, 1002 quesiti).
Riflettete sui rapporti tra domande ed “esperti”. La sproporzione è evidente. Se è vero che la spesa complessiva per la batteria dei 5.663 quesiti a risposta multipla è costata al Miur 40.000 euro, si tratta di compensi da elemosina toccati addirittura anche a chi è stato “caricato” di produrre un maggior numero di quesiti rispetto ad altri. Se, infatti, dividiamo in termini paritari i 40.000 euro agli 88 “esperti”, a ciascuno spetterebbero 454 euro + 45 centesimi di euro!
La batteria di dati che appare la più eclatante è quella che riguarda il numero di quesiti “comunque” eliminati dalla batteria a suo tempo pubblicata (1 settembre 2011) dal Miur, che peraltro è utile per conoscere il valore percentuale di riferimento. Tenendo presente che il valore percentuale dei quesiti eliminati rispetto ai complessivi 5.663 quesiti è 17,24.
Ebbene, sempre considerando il numero dei quesiti di ciascuna delle aree, questi che seguono sono, rispettivamente, i numeri relativi ai quesiti eliminati in ciascuna delle aree e le percentuali a ciascuno di essi corrispondenti: Area 1 (eliminati 97 quesiti, 12,41%); Area 2 (eliminati 137 quesiti, 11%); Area 3 (eliminati 85 quesiti, 11,33%); Area 4 (eliminati 60 quesiti, 8,24%); Area 5 (eliminati 179 quesiti, 25,25%); Area 6 (eliminati 185 quesiti, 23,21%); Area 7 (eliminati 44 quesiti, 17,6%); Area 8: francese, eliminati 52 quesiti, 28%; inglese, eliminati 69 quesiti, 27,6%; spagnolo, eliminati 24 quesiti, 9,6%; tedesco, eliminati 42 quesiti, 16,8%).
A fare aumentare il numero dei quesiti da eliminare, per singola area, e i corrispondenti valori percentuali sono i circa 100 quesiti-strafalcioni ulteriormente emersi dal 6 settembre oggi.
Polibio desidera concludere questo suo intervento riferendosi al quesito n. 55 dell’Area delle lingue straniere, in particolare alla lingua inglese.
Questo è il quesito: “To ‘get the sack’ means:” (prendere il sacco significa): “to lose your job” (perdere il proprio lavoro), “to do the shopping” (fare compere), “to put things in order” (mettere in ordine), “to win a prize” (vincere un premio).
La risposta corretta è “to lose your job” (perdere il proprio lavoro, espressione idiomatica che trova concretezza nel raccogliere in un sacco, come si è soliti fare in Inghilterra, gli oggetti personali che si trovano nel proprio ufficio, e comunque là dove si lavora, e andare via, perché licenziati, portandosi il sacco con quanto in esso è contenuto).
Ebbene, chi si è reso responsabile dello sfascio che ha turbato l’intera scuola italiana, con quanto di assolutamente negativo è stato purtroppo compiuto, e danneggiando almeno 42.000 docenti candidati al concorso per dirigente scolastico, faccia proprio l’idioma, l’espressione idiomatica, inglese. Raccolga in un sacco, ministro compreso, i propri effetti personali e se ne vada a casa: to lose your job!

Polibio  







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