Questo dimensionamento non s’ha da fare. 7 Regioni impugnano la legge di fronte alla Corte Costituzionale
Data: Giovedì, 06 ottobre 2011 ore 00:05:00 CEST Argomento: Istituzioni
Sono ormai 7 le
Regioni (Toscana, Emilia Romagna, Puglia, Liguria, Marche, Sicilia e
Basilicata) che hanno deciso di impugnare di fronte alla Corte
Costituzionale per conflitto di competenza la Legge 111/2011 che
dispone la cancellazione di tutte le scuole primarie e secondarie di
primo grado mediante il loro accorpamento in istituti comprensivi con
almeno 1000 alunni (500 alunni per le zone disagiate).
L’iniziativa delle Regioni si aggiunge alla presa di posizione
dell’Anci (l’associazione dei comuni) che – tramite la propria
Commissione Istruzione e Scuola - aveva già dichiarato la propria
contrarietà rispetto ai nuovi parametri dimensionali e comunque ne
aveva chiesto il rinvio al nuovo anno scolastico.
C’è quindi un movimento istituzionale che chiede di fermare le macchine
prima di applicare l’ultima norma introdotta dalla finanziaria.
I motivi della contestazione delle
Regioni e degli Enti locali sono fondamentalmente due:
1. la norma approvata invade spazi riservati alla
potestà legislativa delle Regioni in materia di dimensionamento
scolastico sul territorio (prerogativa riconosciuta anche di recente
dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 200/2009) e che pertanto
la promulgazione della legge 111 ha compromesso il principio della
leale collaborazione tra i diversi livelli istituzionali
2. la riorganizzazione degli istituti scolastici così
congegnata prescinde da esigenze di natura didattica o funzionale e
risponde esclusivamente ad una logica di risparmio economico e di
ulteriore tagli di posti.
Il dimensionamento comporterà infatti oltre all’impoverimento
dell’offerta formativa sul territorio anche una consistente riduzione
dei posti in organico in specie tra il personale Ata e tra i Dirigenti
Scolastici con tutti i disagi conseguenti alla scomparsa di posti di
lavoro e anche di disponibilità per le future assunzioni in ruolo.
D’altronde, che la materia sia “delicata” e che sia necessario
procedere nel rispetto della su richiamata sentenza della Corte
Costituzionale ne è convinto perfino il Miur che in una nota del
Direttore Generale Chiappetta rivolta a tutti gli Uffici Scolastici
Regionali sostiene che “fino a quando non verranno attivati gli
opportuni confronti e interlocuzioni in sede di Conferenza Unificata
Stato-Regioni, nessun intervento o aggregazione di istituti potrà
essere disposto” (si veda allegato).
Confusione di competenze e ritardi nelle procedure rischiano di
danneggiare ancora di più il sistema pubblico di istruzione e i
lavoratori.
Per tutte queste ragioni la FLC CGIL ha proposto la moratoria di un
anno, avviando una serie di interlocuzioni ai diversi livelli
istituzionali e politici per chiedere la sospensione delle procedure di
dimensionamento in atto.
Tale richiesta è motivata dall’esigenza di evitare interventi
peggiorativi della qualità della rete scolastica (interventi che tra
l’altro rischiano di risultare nulli alla luce dei precedenti
pronunciamenti della Corte Costituzionale) e di dedicare i prossimi
mesi ad un ampio confronto tra tutti le parti coinvolte (Regioni, Enti
locali, scuole, lavoratori) al fine di condividere una proposta di
riorganizzazione della rete scolastica che sia proceduralmente corretta
e effettivamente rispondente alle esigenze di funzionalità e qualità
del sistema scolastico pubblico.
(da Flc-Cgil)
redazione@aetnanet.org
|
|