Che fine hanno fatto i dati statistici sulla distruzione della scuola primaria?
Data: Lunedì, 03 ottobre 2011 ore 16:27:17 CEST Argomento: Rassegna stampa
Scuola primaria,
occultare la realtà
Anche per quanto riguarda i dati
concernenti gli effetti della cosiddetta riforma della scuola primaria
assistiamo ad un occultamento dell’informazione.
Infatti, nell’anno scolastico 2009-2010 sono entrati in vigore i DPR
n.89 e n. 81 recanti rispettivamente il "Regolamento riguardante la
revisione ordinamentale, organizzativa e didattica della scuola
dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione" e il "Regolamento
recante norme per la razionalizzazione della rete scolastica".
In particolare si preannunciavano come
assai rilevanti per l’incidenza sulla natura e sull’organizzazione del
servizio scolastico reso ai cittadini le modifiche introdotte nel
funzionamento della scuola primaria. Di qui il manifestarsi di
una particolare attenzione per le modifiche riguardanti il tempo pieno
e l’organizzazione didattica delle classi investite dal riordino.
Nell’anno citato si trattava solo delle prime classi, per quanto
concerne il cosiddetto maestro unico e delle classi successive, per
quanto concerne l’eliminazione il funzionamento dei TEAM docenti e
l’eliminazione delle compresenza nel tempo
pieno.
Il tempo pieno? Esiste solo
nelle parole del ministro
In un comunicato del 17 maggio 2010 emanato dal Miur si leggeva che
sarebbe aumentato il tempo pieno nella scuola italiana. Si annunciava
che nell’anno scolastico (2010/2011) sarebbero
state attivate nella scuola primaria 782 classi a tempo pieno in più,
per un totale di 37.275 classi. Per il secondo anno consecutivo
quindi sarebbero aumentati gli alunni che avrebbero potuto usufruire di
questo quadro orario.
Nell'anno 2009/2010, infatti, secondo i comunicati ministeriali
sarebbero state attivate 2.176 classi a tempo pieno in più rispetto
all'anno scolastico 2008/2009. Negli ultimi due anni dunque, grazie
all'introduzione del maestro unico e all'abolizione delle compresenze,
si sarebbe registrato un aumento complessivo di 2.958 classi a tempo
pieno, sempre secondo il Miur.
Nascondere i dati
E’ un fatto, però, che da due anni ha cessato di uscire al
pubblicazione del MIUR “La scuola in cifre” il cui ultimo numero che
risale al 2008 riferiva che nell’anno scolastico 2007/08 su un totale
di 2.275.310 studenti 669.101 frequentavano classi di 40 ore
settimanali a tempo pieno (due insegnanti con 8 ore di compresenza);
430.770 frequentavano classi con un orario settimanale variante dalle
31 alle 39 ore con mensa (i cosiddetti TEAM); 53.311 frequentavano
classi da 31 a 39 ore senza mensa; 1.303.473 frequentavano classi con
un orario variante tra le 28 e le 30 ore settimanali e 118.665
frequentavano classi con 27 ore settimanali.
I comunicati stampa della Gelmini
compreso quello con cui ha aperto il presente anno scolastico 2011-12
nulla hanno fatto conoscere del reale destino di oltre 500.000 alunni
che frequentavano, nell’anno 2008-09 classi da 31 a 39 ore in gran
parte con mensa.
Questa tabella non è mai stata
pubblicata dal MIUR ed è nota solo perché risulta negli atti
parlamentari allegata alla risposta ad una interrogazione discussa in
VII Commissione martedì 24 novembre 2009.
Da essa risultava che nell’anno scolastico 2008-09, quello che precede
la riforma, gli studenti che frequentavano classi, non a tempo pieno,
ma con un orario settimanale da 31 a 39 ore con mensa erano stati
446.049, pari al 17,4% del totale degli alunni frequentanti la scuola
primaria. Quelli frequentanti lo stesso orario ma senza mensa erano
stati 46.566 pari all’ 1,8%.
L’on. Giuseppe Pizza, sottosegretario all'Istruzione, in
quell’occasione dichiarò di non poter ancora disporre dei dati della
rilevazione integrativa riguardante l’anno scolastico 2009-10, che
erano stati anticipati nel comunicato ministeriale solo per la parte
riguardante il tempo pieno, perché ancora in corso di elaborazione.
Ciò che è falso risulterà vero
Una successiva interrogazione n. 5-03021, discussa il 9 giugno 2010 ha
avuto uno svolgimento sorprendente, che solo oggi apprendiamo da chi e
da quale logica fosse ispirato, e mio parere assai grave in quanto, non
solo si negava il sacrosanto diritto della Camera di conoscere dati
rilevanti sul funzionamento di un settore vitale dell’ordinamento
scolastico sottoposto ad un riordino che stava suscitando crescenti
proteste nella scuola e nel Paese, ma
soprattutto perché la risposta ministeriale recava evidenti elementi di
falsificazione della realtà di fatto che riguardava la pubblicità e la
gestione delle rilevazioni statistiche.
Infatti i dati richiesti riguardavano la tabella della Sezione D della
Rilevazione integrativa delle scuole primarie statali, denominata
PUI-00001, inserita nel Piano statistico Nazionale 2008-10 approvato
con DPCM del 3 agosto 2009.
E’ del tutto evidente il modo con cui
si tentava di prendere in giro il Parlamento affermando, come si fa
nella risposta all’interrogazione n. 5.03021 del 9 giugno 2010 che:
“In merito al primo punto, faccio
presente che l'attività di rilevazione viene principalmente effettuata
per fornire all'Amministrazione la conoscenza dei fenomeni che
quantitativamente interessano il mondo scolastico, con il fine precipuo
di realizzare uno strumento di supporto alle decisioni. Di anno in
anno, poi, vengono pubblicate solo quelle rilevazioni che si ritiene di
maggior interesse per una diffusione esterna all'Amministrazione.”
Tali
affermazioni erano palesemente false ed è grave che sia state
acriticamente lette da un Sottosegretario di questo governo.
In tal modo sono stati illegalmente rifiutati al Parlamento i dati
richiesti prospettando un’ autentica falsificazione delle procedure
esistenti e negando la natura di Rilevazione statistica nazionale dei
medesimi.
La malafede del ministro
Quando all’inizio di quest’anno
scolastico il Ministro Gelmini ha affermato che il tempo pieno (in
tutta la scuola di base) è aumentato ed ha raggiunto il 30,5% degli
studenti sapeva bene che quel tempo pieno nella scuola primaria era
fatto di 40 ore raccogliticce senza compresenze e che non
ha nulla aveva che spartire con la qualità e l'efficacia
didattica che caratterizzavano il precedente modello.
Sapeva pure che già quest’anno, dei quasi 600 mila studenti che
frequentavano il tempo lungo nel 2008-09 sono poche decine di migliaia
lo avevano potuto conservare. Di questo autentico massacro del
sistema educativo più avanzato di cui disponeva il nostro paese questo
governo dovrà renderne e conto di fronte all’opinione pubblica.
Poiché si rifiutano di rispondere in Parlamento e continuano a
nascondere “il corpo del reato” da loro commesso è necessario che
l’ISTAT renda nota tutta la documentazione regione per regione e
provincia per provincia riguardante i primi due anni di attuazione
della cosiddetta riforma della Scuola primaria. E’ urgente
tirare fuori i dati raccolti con il modulo della Sezione D della
Rilevazione integrativa delle scuole primarie statali, denominata
PUI-00001, inserita nel Piano statistico Nazionale 2008-10 approvato
con DPCM del 3 agosto 2009! (di Osvaldo Roman
da Pd)
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