La letteratura è artificio e menzogna. E il linguaggio? Caro Mimmo, è la palude del disordine! Lettera dal -Grpuppo "63-
Data: Domenica, 02 ottobre 2011 ore 20:30:00 CEST
Argomento: Redazione


“Ogni universo è in primo luogo un universo linguistico in quanto è proprio una morfologia ed è sottoposto  a tutta l'arbitrarietà delle morfologie.[...] Io credo che  ci sia un piccolo equivoco: l'idea che quando si usa la parola" linguaggio" si alluda a qualcosa che significa. Il linguaggio , a mio avviso, è semplicemente organizzazione. Di niente. Organizzazione di se stesso" . Lo scrittore non è altro che un raffinato giullare, un " fool". In quanto tale ” egli non può tenere discorsi, non può commentare, non ha pareri, non consente né dissente; ma gli si concede, anzi si vuole che egli straparli, scioccheggi, strologhi, berlinghi, fàbuli e affabuli, concioni agli inesistenti, spieghi carabattole, ed a se stesso dia torto e ragione, si insulti ed approvi, si accetti e ripudi, In quel che dice molte materie e qualità si invischiano: ma non mai la verità, e non mai il suo contrario"  (G. Manganelli).
Quant’è travagliata e miscidata la storia delle nostre patrie lettere,  e  quanto  grande, d’altra parte, la giullaresca adattabilità  dei nostri  maitres  à penser ,  di fronte a certe pressure avanguardistiche!
Caro Mimmo, il virgolettato di cui sopra, appartiene  a un intellettuale, non ‘compagno’ militante, ma   però, “magna pars” del famoso Gruppo 63, prevalentemente formato da intellettuali di sinistra!
Nella  rivoluzione formale dell’ avanguardia artistico- letteraria italiana dei primi anni ‘ 60,  l’esigenza  primaria( elitaria) era stata quella di costruire una totalità ‘ altra ‘rispetto al sistema borghese-capitalistico,  partendo dalla destrutturazione e dallo sventramento del linguaggio tradizionale, fino alla sua nullificazione, se non  all’afasia; inserire, insomma, una forte carica di disordine all’interno di una tradizione, per  distruggere l’establishment  letterario e il sistema ideologizzato della comunicazione di massa, e costruire un nuovo mondo.  La letteratura è artificio e menzogna.  E il linguaggio? Auto- organizzazione anarchica;  presenza di un’assenza, fuoco d’artificio, proliferazione formale, ripetizione, gusto del superfluo e ridondanza. Questo appello provocatorio, ed  eversivo, all’assenza  ma nelle intenzioni  propedeutico a  una nuova , più autentica e più vera  terapia della comunicazione,  finì per  produrre, invece,  una patologia cronica del nostro sistema mediale, di cui portiamo i segni nefasti ancora adesso. Partiti con l’intenzione di  sconfiggere la nevrosi storica del linguaggio  della società capitalistica, per costruirne uno nuovo, i Novissimi dell’avanguardia  degli anni ‘60, ci hanno lasciato come retaggio la palude del disordine, un labirinto che non è soltanto confusione e impotenza comunicativa  da cui ancora non siamo usciti, ma anche malattia interiore da cui bisogna guarire! Purtroppo, è passato più di mezzo secolo da allora, e  non vedo  miglioramento , né mondo nuovo della comunicazione. Forse ha ancora ragione Benjamin quando parla dell’avanguardia come “dramma dell’intelligenza borghese di fronte alla propria doppiezza, che si esprime nell’equivalenza di Museo e Mercato, di autonomia dell’attività artistica e mercificazione  dei suoi prodotti destinati al consumo di massa”!  Non mai la verità, e non mai il suo contrario: è il “tragico intellettuale” di ogni avanguardia.

Nuccio Palumbo
antoninopal@katamail.com






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