Stare troppo tempo dietro la cattedra fa male alla salute
Data: Sabato, 01 ottobre 2011 ore 12:34:18 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Il messaggio giunge dalla Scuola di salute pubblica dell'Università di Sydney: dopo aver coinvolto nello studio 200.000 australiani, gli esperti hanno concluso che gli individui più a rischio morte solo quelli che si trattengono dietro la scrivania per oltre 10 ore al giorno. I docenti italiani sembrerebbero minacciati da questa eventualità, ma se si riflette per molti non è proprio così.
La sedentarietà può comportare seri rischi alla salute. È risaputo che già in età giovanile determina un accrescimento di peso, che, quando mantenuto nel tempo, in età adulta predispone ad una serie di malattie potenzialmente invalidanti (cardiovascolari, diabete, ecc.): si tratta di una tendenza moderna da cui non sembra voler o sapere prendere le distanze quasi un terzo dei nostri alunni della scuola primaria (con record di bambini campani in sovrappeso).                          
  Ora, dall’altra parte del mondo ci dicono che chi resta seduto troppe ore al giorno ha un rischio di morte accresciuto del 48% rispetto a chi rimane in posizione statica meno di quattro ore al giorno: a sostenerlo è il professor Adrian Bauman, della Scuola di salute pubblica dell'Università di Sydney, che dopo aver coinvolto nello studio 200.000 australiani ha concluso che gli individui più a rischio solo quelli che si trattengono dietro la scrivania per oltre 10 ore al giorno.
Numeri alla mano, gli insegnanti, almeno quelli italiani, in particolari alle medie ed alle superiori, dove l'impegno è quasi sempre di 18 ore settimnali spalmate su cinque giorni, sembrerebbero non rientrare tra i lavoratori più a rischio. Se però si tiene conto anche del tempo speso per programmare le lezioni, di partecipazioni alle riunioni, ai consigli di classe, e soprattutto per le correzioni dei compiti e per le tante attività extra-didattiche che spesso coinvolgono gli insegnanti (costringendoli in quasi tutti i casi a rimanere seduti per diverso tempo), allora il discorso cambia. Anche perché, ha rilevato sempre l’esperto australiano, i danni procurati al fisico, in particolare il cuore, dall’eccessiva sedentarietà non troverebbero adeguato compenso dallo svolgimento dell’attività sportiva, anche se regolare.
    (da Tecnica della Scuola di A.G.)

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