Il direttore generale Altomonte al “T. Colonna” di Catania coi dirigenti: La scuola siciliana in cammino; indietro non si torna
Data: Sabato, 01 ottobre 2011 ore 11:30:00 CEST Argomento: Redazione
Aria di
vigilia di festa al Liceo pedagogico “Turrisi Colonna” che sabato
1 ottobre celebra il 150° anniversario dell’istituzione
Puntuale alle ore 17,30 di ieri, 30 settembre, arriva il nuovo
direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Maria Luisa
Altomonte, accompagnata dal provveditore Raffaele Zanoli e dalla
preside ospitante Anna Maria Di Falco. Nell’intervento introduttivo il
direttore regionale offre numerosi spunti di riflessione sulla
scuola oggi e sulla scuola in Sicilia, che vengono in parte ripresi
dagli interventi durante il dibattito.
Tre sono le autonomie che si intrecciano in un cordone variopinto:
l’autonomia scolastica che si presenta bianca, fragile,
insicura,poco produttiva e a volte priva di efficacia; quella rossa
dell’ente locale Comune e Provincia che reclama spazi di decisionalità
nella gestione dei strutturi e dei servizi e quella gialle della
regione siciliana (i colori della bandiera siciliana) la quale nel
rispetto dello Statuto ereditato dai Padri costituenti della regione a
statuto autonomo con specifiche prerogative di autonomia nel settore
scolastico. Dall’intreccio dei colori dell’autonomia si percepisce che
solo a volte ed in militati contesti si alza la bandiera che reclama
dei diritti , anche se in passato la Regione non ha rispettato i
doveri scritti nello Statuto al fine di garantire alla
scuola siciliana servizi e prospettive di sviluppo.
Oggi la scuola sta cambiando, sia negli aspetti normativi, sia
nell’organizzazione strutturale e non si possono utilizzare i
canoni ed i modelli di un tempo, quando la garanzia della norme da
applicare costituiva una regola certa ed una garanzia di
regolarità. Le innovazioni strutturali ed organizzativi
implicano un nuovo modello di scuola diverso da quello noto a tanti
operatori.
“Indietro non si torna” ha dichiarato Maria Luisa Altomonte,
sostenendo la necessità di un cambiamento radicale che modifica
l’apparato scolastico nei molteplici aspetti organizzativi e didattici,
di risorse e di organico, di procedure e di strumentazione tecnologica.
Il clima e lo stile che potrà garantire successo e sviluppo ad una
scuola che cambia e che cresce si alimenta di collaborazione e di
cooperazione tra tutti gli operatori ed in maggior misura tra i
dirigenti dei diversi ambiti e settori. L’icona della scala gerarchica
cede il posto all’immagine dei cerchi concentrici o aspirale che
seguono un percorso, quasi da staffetta con costanti scambi del
testimone.
Solo così la scuola siciliana potrà crescere ed acquisire credibilità
all’esterno e forza propulsiva nella società complessa e
stratificata.
Tendere ad una dimensione unitaria e convergente nella ricerca del vero
bene della scuola e non della singola scuola costituisce il filo
conduttore che dovrà guidare la complessa matassa del
dimensionamento e della razionalizzazione della rete scolastica ,
dove la priorità della riduzione della spesa pubblica comporta
operazioni di tagli, accorpamenti e aggregazioni di plessi e strutture
scolastiche in vista non del semplice conteggio numerico, bensì
dell’efficacia organizzativa a garanzia di una continuità nel
tempo.
L’istituto comprensivo, prescritto dall’art.19 del D.L.98/2011
non dovrebbe avere sconti , così pure il numero degli alunni per scuola
dovrebbe garantire una presenza numericamente sufficiente di personale
ATA ed una funzionalità per la formazione delle cattedre.
Guardare oltre e far tesoro degli errori commessi nei precedenti piani
di dimensionamento dovrebbe far evitare ulteriori “accomodamenti
artificiosi” giustificati soltanto da motivazioni temporali e
contingenti.
Ricercare e promuovere il consenso, trovare soluzioni ottimali che
coniugano diverse posizioni, esigenze, specificità locali è un
impegno comune di tutti coloro che hanno compiti di direzione e di
coordinamento.
Anche la tanto sbandierata penalizzazione delle scuole del Sud rispetto
a quelle del Nord, secondo il direttore Altomonte,
che ha fatto riferimenti ai dati statistici forniti dalla Conferenza
Stato-Regioni nei quali si registra la diminuzione della
popolazione scolastica al Sud motiva la riduzione del
personale nelle scuole del Sud rispetto a quelle del Nord.
Intervenendo poi sulla questione dei docenti di sostegni e degli alunni
disabili risulta che a fronte di un dato nazionale che supera il
rapporto di 2,4 nel rapporto docente –alunno disabile, in Sicilia
il conteggio generale presenta il dato dell’1,8 come media regionale
del rapporto docente alunno disabile .
Questi dati smontano nella pratica le contestazioni e le proteste che
alcuni casi particolari riescono a montare e ingigantire, come
avviene per le “classi pollaio” che non tiene conto della
presenza di “gabbie-classi senza polli” e con pochi alunni
che dovrebbero essere accorpate in pluriclasse ed invece si
mantengono per non interrompere il processo di istruzione e
formazione a garanzia del mantenimento di posti di lavoro.
La coperta troppo corta implica che qualcosa dovrà essere
sacrificata e non sempre il sacrificio imposto viene condiviso,
anzi spesso, ingigantito e appesantito dal malessere diffusivo,
provoca maggiori danni rispetto alle normali previsioni di disagio.
Dell’incontro con il Direttore generale la maggior parte dei dirigenti
catanesi riportano una positiva impressione di chiarezza
progettuale, garbo e serietà nello stile di lavoro per la
soluzione dei problemi , positiva speranza di un buon cammino a
garanzia di una sempre crescente qualità della scuola siciliana.
Giuseppe Adernò
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