L'Etica pubblica aiuta l'integrazione
Data: Venerd́, 30 settembre 2011 ore 15:28:24 CEST
Argomento: Rassegna stampa


«La sfida dell'integrazione passa anche dalla consapevolezza che la società occidentale laica, aperta e plurale non è soltanto una società prospera, ma è fondata sull'etica pubblica e sull'etica della responsabilità». Il presidente della Camera Gianfranco Fini – intervenuto ieri giorno 29 settembre 2011 al convegno sui giovani musulmani e l'integrazione organizzato a Roma dalla fondazione Italianieuropei di Massimo D'Alema e Giuliano Amato, dal Centro studi americani e dall'associazione Genemaghrebina – ha ribadito la necessità di un intervento legislativo che faccia acquistare la cittadinanza italiana ai figli degli immigrati nati in Italia prima del compimento dei 18 anni, sottolineando che l'immigrazione è “innanzitutto una questione di emergenza, di pubblica sicurezza o, in modo più ragionevole, di convivenza interetnica vuol dire non comprendere la portata della trasformazione in atto e farsi trovare culturalmente impreparati davanti a processi che si svolgono in Italia e nel mondo». Fini ha partecipato a una tavola rotonda dedicata in particolare allo stato dell'integrazione delle seconde generazioni di musulmani in Italia, insieme ai ministri Maurizio Sacconi e Giorgia Meloni, ad Amato e D'Alema, a Giancarlo Bosetti, direttore di Reset e Renzo Guolo, professore di sociologia dell'Università di Padova e all'amministratore delegato di Unicredit Federico Ghizzoni, che ha sottolineato cifre alla mano la grande rilevanza dell'immigrazione per l'economia italiana. «La politica italiana – ha detto D'Alema – dovrebbe correre ai ripari» sulle politiche di accoglienza degli immigrati, perché un paese che non assicura a tutti i diritti fondamentali dimostra « un problema di qualità della democrazia». D'Alema ha evidenziato il «paradosso italiano» in cui «l'ostilità verso il mondo degli immigrati è diventata merce elettorale con fenomeni di imbarbarimento che contribuiscono alla chiusura di queste comunità». Per il presidente del Copasir il «punto centrale è il riconoscimento dei diritti politici, che inserisce gli immigrati nelle comunità nazionali». Le politiche dell'immigrazione sono difficili e per questo dovrebbero essere bipartisan. Il ministro del lavoro ha illustrato e difeso le politiche del governo: lingua, valori costituzionali, scuola, casa, lavoro ... sono gli «assi di inclusione» adottati. «I modelli basati su una laicità illuminata sono tutti falliti», ha avvertito Sacconi, facendo riferimento a Francia e Gran Bretagna. «La scelta dell'Italia è invece basata su identità e incontro. Noi dobbiamo difendere il pluralismo religioso attraverso la tradizione cristiana. È l'identità, la sottolineatura della nostra tradizione, a consentire il rispetto e la curiosità verso le altre culture». Per Sacconi, «un cristiano consapevole può capire la regola del velo perché aiuta la consapevolezza della sua tradizione religiosa». Nel corso dell'incontro sono stati presentati un documentario sulle ragazze musulmane in Italia divise tra tradizione e modernità e i risultati di una ricerca che documenta la specificità della "terza via" italiana, che supera sia il multiculturalismo britannico che l'assimilazione del modello francese con il concetto della reciprocità. Le seconde generazioni vogliono mantenere le loro origini al 50% ma si sentono italiane per l'altro 50: una via interculturale, basata sulla richiesta di reciprocità.  (da www.ilsole24ore.com)








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