Si può imparare a scrivere? L'uso dei “connettivi” spiegato agli alunni
Data: Venerdì, 30 settembre 2011 ore 06:52:38 CEST
Argomento: Redazione


Quanti  connettivi : “ma “, “e”,  “ però “, “quindi”, “infatti”, “dunque”, “così” e “perciò”,significativi nei testi dei nostri classici , diventano strazianti,  e  inconcludenti,  negli scritti dei nostri giovani  dove spesso ballano all’impazzata senza sapere cosa ci stanno a fare nell’architettura logica  del discorso!
Si può imparare a scrivere? Esiste una formula che possa offrirci la chiave per entrare nei segreti della scrittura?  Nella teoria le modalità da seguire nella stesura  di un testo sono note a tutti. E’  all’atto pratico, quando bisogna mettere nero su bianco, che tutte  le raccomandazioni sembrano cadere nel  vuoto.  Evidentemente, l’arte dello scrivere è “arte difficilissima da acquistare”. Non bastano le conoscenze grammaticali.  Per apprendere l’arte della scrittura bisogna passare dalla grammatica della frase alla grammatica del testo. Bisogna in primo luogo saper leggere.  E, oggi più che mai, la lettura dei classici,  di fronte alla dilagante  società dello spettacolo  fondata sul predominio delle immagini, rappresenta l” unica scelta di civiltà che  ci  può aiutare a capire meglio noi e gli altri, a credere nei valori dell’uomo e a essere utili alla società in cui viviamo”(Calvino).
Bisognerà partire da loro per recuperare ciò che sembra abbiamo perso: l’ordine, la precisione,  e  la comprensione, anche,  dei… connettivi!  In questa sede, a proposito dei connettivi, e della loro importanza,  solo qualche esemplificazione :- la “e”  congiunzione coordinante con funzione esplicativa e con funzione aggiuntiva  in questi versi di Dante:  Inferno, c.. VI, v. 73: “[…] Giusti son due, e non vi sono intesi”;  Purgatorio, c. I, vv.22-24 : “Io mi volsi a man destra, e puosi  mente / all’altro polo, e vidi quattro stelle /…” .    Nel verso prima citato dell’Inferno, la “e” ha funzione esplicativa : come dire : i giusti sono pochi e in conseguenza di ciò, purtroppo non sono ascoltati, nessuno li segue . Aggiungendo il secondo fatto “e non vi sono intesi”, Dante ha spiegato che c’è un rapporto di causa –effetto col primo : la giustizia è amata da pochi e a causa di ciò non è seguita. Nei versi del  Purgatorio,  la “e”  ha funzione aggiuntiva. Dante fa due cose, l’una dopo l’altra : dopo che si volta, pone mente all’altro polo e vede quattro stelle. In quanto coordinante con funzione aggiuntiva non può  stare a inizio di un enunciato, a differenza di una “e” con funzione esplicativa . Nel  Cinque maggio, leggiamo: “[…] E sparve,  e i di’ nell’ozio/ chiuse in sì breve sponda, [… ]” .  Con quella  “E” iniziale, Manzoni  sembra  dire : nonostante tutto , quell’uomo che sembrava immortale , morì come tutti i mortali . Questa “E ”maiuscola ad inizio di discorso non solo aggiunge un’altra notizia alle precedenti, ma vuole esprimere un giudizio, spiegare che c’è un rapporto tra ciò che è stato detto in precedenza. E che dire dei famosi connettivi  dell’Infinito leopardiano  che collocatii a inizio di frase,  hanno sempre messo in imbarazzo i cruscanti della grammatica tradizionale:  “[…]  Ma sedendo e mirando…”[…] “ E come il vento…[…] “  Così tra questa immensità…,”   ecc. ecc.. Quando si farà  notare ai ragazzi che essi sono legamenti testuali , le cose cambiano.  Il “Ma” e la “E” e  il “Così” sono connettivi che stanno a inizio di frase proprio per la loro funzione modificante ovvero per la loro natura di legamenti sostituenti : il “ma”  che significa tuttavia e il “così” che vuol dire in conseguenza di ciò, si richiamano a quanto detto prima. E’ da una  lettura consapevole e da una corretta comprensione dei connettivi, -che  sono come  la calce o il cemento armato che legano blocchi di testo, necessari a tenere in piedi  la coerenza e la coesione del discorso,- che noi possiamo  cogliere certe sfumature del pensiero, e imparare anche a scrivere. “Lege, lege, et legendo ad scribendum parabis”, raccomandava Seneca; naturalmente non “ cuiuslibet libri lectio alit mentem “, non qualsiasi lettura alimenta il nostro spirito, ma quella dei buoni libri

Nuccio Palumbo
antoninopal@katamail.com






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