Disabili e insegnanti di sostegno. I genitori passano alle denunce. Roma, Napoli e Milano. Già presentati gli esposti alla procura contro la pubblica
Data: Mercoledì, 28 settembre 2011 ore 18:00:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Presi in giro,
bistrattati, stanchi di lottare per diritti basilari. Si sentono così i genitori degli alunni
disabili che hanno denunciato la pubblica amministrazione per
l’insufficienza di insegnanti di sostegno all’avvio dell’anno
scolastico. La denuncia penale è stata presentata ai tribunali di Roma,
Napoli e Milano, i capoluoghi delle tre regioni dove maggiore è la
popolazione scolastica e dove, di conseguenza, maggiori sono i disagi. A
prendere le vie legali con il dubbio che «siano stati reiterati
comportamenti della pubblica amministrazione lesivi del diritto allo
studio dei minori diversamente abili »,come si legge in un comunicato,
è l’associazione di genitori di alunni disabili “Tutti a scuola”,
rappresentata da Antonio Nocchetti. Che
scrive: «la tutela della disabilità è sempre più un’illusione che per i
diretti interessati si trasforma in delusione, o meglio sarebbe dire in
maltrattamento psicologico. Eppure il diritto all’istruzione,
all’educazione e all’integrazione scolastica è un diritto soggettivo
pieno, non suscettibile di affievolimento, che trova il suo fondamento
nella Costituzione
Italiana».
Amarezza, accompagnata da numeri sconfortanti: le nomine in deroga
degli insegnanti di sostegno vanno a rilento (di insegnanti di sostegno
ne mancavano, secondo “Tutti a scuola”, addirittura 65mila all’inizio
dell’anno scolastico) e il numero di docenti spesso è ancora
insufficiente. Chi si occupa delle nomine? Il Miur, gli uffici
scolastici regionali e provinciali e i dirigenti scolastici. Questi
ultimi richiedono il numero di insegnanti e i vari livelli ministeriali
provvedono a raccogliere l’istanza e ad accontentare la scuola in base
alle finanze a disposizione e alle leggi in vigore. Da qui una denuncia
contro la pubblica amministrazione, sarà poi la magistratura, qualora
rilevi responsabilità, a scrivere eventuali indagati nel fascicolo. A
proposito di giurisprudenza, i genitori dei ragazzi ricordano la
sentenza della corte costituzionale del 2010 che «riconosce il diritto
dell’alunno diversamente abile al sostegno scolastico, senza
possibilità di compressione per esigenze di bilancio » eppure tanti
alunni disabili, magari con tanto di ricorso al Tar vin to, non hanno
il sostegno a tempo pieno. Nel frattempo, in attesa dei docenti
nominati in deroga, accade che le scuole si auto-organizzino e che, in
solidarietà, il genitore di un alunno down rinunci a4delle 18ore di
sostegno settimanali per “prestare” l’insegnante a un disabile più
grave. Succede alla media Guarino di Napoli. Lì i docenti hanno
stabilito di ritardare l’orario definitivo: fin quando non ci saranno
tutti i docenti di sostegno (3 su 13, il numero concordato col
ministero, devono ancora essere nominati e la scuola ne aveva richiesti
19) si va con l’orario provvisorio di 20 ore settimanali. In Calabria,
denuncia la Flc Cgil, nonostante70 nomine in deroga, il rapporto
disabili-docenti di sostegno è di uno a tre (esclusi 2611 casi
gravissimi con supporto uno a uno); in barba non solo alla sentenza
della corte costituzionale, ma anche a una legge del 2007 che fissa il
rapporto in un docente ogni due inabili. In Calabria ci sono anche casi
di ciechi senza sostegno, fa sapere il sindacato mentre sporge denunce.
Problemi che non riguardano solo le regioni del sud o quelle con
maggiore popolazione scolastica. In Friuli l’ufficio regionale ha
disposto che le scuole possono dimezzare, per patologie meno gravi, il
rapporto insegnanti- alunni disabili, fissandolo a un insegnante di
sostegno ogni quattro ragazzi con handicap. La Flc Cgil Friuli denuncia
una riduzione di ore di sostegno anche per i ragazzi autistici
sottolineando che, sono stati nominati in deroga 98 insegnanti di
sostegno, la metà di quelli che servirebbero in base a un monitoraggio
artigianale dei disabili fatto dal sindacato. Idem in provincia di
Arezzo dove l’ufficio scolastico provinciale aveva chiesto 106 docenti
di sostegno in più e ne sono invece arrivati 27. Pietro Barbieri,
presidente di Fish (federazione italiana sostegno handicap) però,
ridimensiona l’allarme e rileva uno squilibrio storico nella nomina dei
docenti di sostegno, mai apparato: troppi in alcune zone del centro
sud, pochi in aree come la Lombardia. Sottolinea come la maggioranza di
governo abbia le idee poco chiare su disabilità: «Il centrodestra ha
spinto molto affinché anche i dislessici venissero riconosciuti come
disabili, ora, di fatto, il governo li ritrova nel conto delle persone
da assistere con insegnanti di sostegno, innominabili per via dei
tagli». (da L'Unità di Gioia Salvatori)
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