Bavaglio al web e ai cittadini. Domani in piazza
Data: Mercoledì, 28 settembre 2011 ore 08:10:07 CEST Argomento: Rassegna stampa
Giovedì
29 settembre dalle ore 15.00 al Pantheon manifestazione per dire NO
all'ennesimo tentativo del Governo di imbavagliare l'informazione con
la legge sulle intercettazioni. Il Comitato per la libertà e il diritto
all'informazione, che ha organizzato le più grandi manifestazioni in
Italia a difesa della libertà di informazione, chiama ancora una volta
i cittadini a manifestare perché non sia appprovato un provvedimento
sbagliato che manomette diritti costituzionali. Nel momento più grave
di crisi che il paese attraversa invece di parlare di tutele del lavoro
e di sviluppo, il Parlamento viene intasato dai problemi personali e
giudiziari del Presidente del Consiglio. Non esiste ovviamente
l'urgenza che viene dichiarata: questa legge è ferma da più di 1 anno
in Parlamento e la si riesuma solo perché si è creato l'ennesimo
problema politico e
giudiziario.
Nessuna tutela della privacy dei cittadini dunque, che può benissimo
essere risolta dalle tante proposte presentate, ma un indebito
intervento sulla libertà di informazione e sulla giustizia. Si
tratterebbe in realtà della tutela di un modo inaccettabile di
intendere il potere. Chi svolge cariche pubbliche ha invece una
responsabilità in più: totale trasparenza sulle proprie azioni. Per
questo chiedo pubblicamente: non si dovrebbe forse sapere che un
Presidente del Consiglio in carica consigli un probabile indagato di
non rientrare in Italia come appare dalle intercettazioni? Il merito
dell'intervento della legge è vastissimo e riguarda il diritto di
cronaca ma anche tanti aspetti meno noti, ma non per questo meno gravi.
Dai reati intercettabili dividendoli arbitrariamente per gravità; dai
limiti temporali delle intercettazioni ai divieti e alle sanzioni per
giornalisti ed editori: dalla possibile sostituzione dei Pm anche solo
se faranno dichiarazioni sul procedimento. Norme sbagliate e punitive,
non verso chi commette reati ma verso l'informazione e su due voglio
soffermarmi. La prima è l'incredibile bavaglio previsto per il web, che
prevede l'obbligo di rettificare ogni contenuto pubblicato sulla base
di una semplice richiesta di soggetti che si autoritengano lesi. Senza
possibilità di replica e con sanzioni fino a 12mila euro. Una misura
che metterebbe in ginocchio la libertà di espressione della rete, senza
possibilità di opposizione. La seconda è quella sulle cosiddette
registrazioni fraudolente, con pena fino a 3 anni di carcere, senza
alcuna distinzione. Così anche chi fosse taglieggiato e volesse fare
una registrazione o una ripresa video dei criminali che si presentano a
riscuotere il pizzo rischierebbe di incorrere in sanzioni? Come si vede
nessuna tutela dei cittadini, ma una delle tante vie con cui questo
governo interviene sull'informazione: censure, tagli di risorse come
nel caso dell'editoria e delle piccole emittenti, depotenziamento del
servizio pubblico, interventi sui programmi scomodi e su tanti
giornalisti e operatori dell'informazione, della cultura, dello
spettacolo. Tutto questo è inaccettabile e insopportabile. Ma non è
finita, dietro il cauto annuncio di qualche concessione si pensa ad
ulteriori e ben più gravi peggioramenti, come il ritorno ad una norma
che vieterebbe addirittura fino alla sentenza d'appello ogni
pubblicazione. Si tratterebbe di anni che renderebbero irrilevante ogni
notizia. Per questo occorre impedire che una legge ingiusta e per tanti
aspetti non costituzionale sia approvata. La mobilitazione delle
associazioni che fanno parte del comitato per la libertà di
informazione e di tante altre, la grande partecipazione dei cittadini
contro leggi ad personam e per il rispetto dell'art.21 della
Costituzione hanno già dimostrato di contare e di produrre risultati.
Ecco perché la partecipazione è importante ed ecco perché la nostra
iniziativa durerà per tutto il percorso parlamentare, prevedendo una
grande manifestazione nazionale se e quando si avvierà il dibattito in
Senato. Un cittadino formato e informato è più autonomo e quindi più
libero. È questo quello che evidentemente non si vuole e che deve
essere invece salvaguardato e aumentato. Una battaglia di civiltà e
libertà che si deve vincere. (di Fulvio Fammoni da l'Unità)
redazione@aetnanet.org
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