Disoccupazione al 25%, fuga dal Sud
Data: Martedì, 27 settembre 2011 ore 15:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


I dati dello Svimez 2011: in due anni 281mila posti persi, molti rinunciano a cercare lavoro. "L'industria verso l'estinzione, si rischia lo tsunami demografico". In 10 anni 600mila emigrati, nei prossimi 20 un giovane su quattro lascerà il Mezzogiorno
La disoccupazione nel Mezzogiorno raggiunge il 25%, l'industria al Sud è "a rischio estinzione". Questo il quadro che emerge oggi (27 settembre) dal rapporto dello Svimez, l'associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno, che presenta il rapporto 2011. Nell'industria, spiega la ricerca, "delle 533mila unità perse in Italia tra il 2008 e il 2010, ben 281mila sono nel Mezzogiorno. Nel Sud dunque pur essendo presenti meno del 30% degli occupati italiani si concentra il 60% delle perdite di lavoro determinate dalla crisi".                          
Nel 2010 il tasso di disoccupazione ufficiale registrato al Sud è stato pari al 13,4% contro il 6,4% al Centro-Nord. In realtà, spiega lo Svimez, la disoccupazione reale "rileva una realtà in parte alterata. La zona grigia del mercato del lavoro continua ad ampliarsi per effetto in particolare dei disoccupati impliciti, di coloro cioè che non hanno effettuato azioni di ricerca nei sei mesi precedenti l'indagine".

Nel Mezzogiorno, quindi, solo pochi disoccupati tendono effettivamente a cercare nuovi posti. Rispetto all'anno precedente, i disoccupati sono aumentati più al Centro-Nord (+9,4%) che al Sud (+6,6%). In testa c'è la Sicilia, con un tasso del 14,7%, seguita dalla Sardegna (14,1%) e dalla Campania (14%).

 
Il motivo principale di questa situazione è "il calo fortissimo dell'occupazione industriale (meno 120mila addetti, che vuol dire quasi il 15% di calo, che diviene il 20% in Campania)". Secondo il rapporto per affrontare la situazione "occorre promuovere una nuova politica industriale specifica per il Sud, con risorse adeguate. Uno degli elementi fondamentali dovrebbe essere costituito dalla fiscalità di vantaggio".

Tra i settori che creano occupazione, al primo posto c'è l'agricoltura. Nei campi cresce la domanda di lavoro (+2%), dopo la forte flessione del 2009 (-5,8%). Situazione negativa invece nell'industria: la dinamica dell'occupazione industriale risulta in calo in tutte le regioni del Sud, particolarmente in Sicilia (-8,1%), Calabria (-6,9%) e Campania (-6,1%).

Lo Svimez si sofferma quindi sulla "fuga dal Mezzogiorno". Negli ultimi dieci anni (2000-2009) dal Sud sono emigrati 600mila lavoratori. Nei prossimi vent'anni, quasi un giovane su quattro lascerà l'area, mentre nel Centro-Nord oltre un giovane su cinque sarà straniero.

Di questo passo gli under 30 al Sud saranno due milioni in meno nel 2050, attestandosi sotto i cinque milioni. Invecchiamento, bassa natalità, scarsa attrazione di stranieri e emigrazione sono le cause principali che, conclude lo Svimez, rendono concreto il "rischio tsunami demografico".    (da http://www.rassegna.it/)

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