Droga, test per i prof?
Data: Domenica, 25 settembre 2011 ore 12:30:00 CEST
Argomento: Redazione


Tutto ebbe inizio quando una maestra, dipendete di una cooperativa sociale presso  una scuola elementare di Firenze, venne trovata, nei giorni scorsi, in bagno cianotica in overdose di eroina. Se per un verso la donna è stata subito sospesa, dall’altro  il locale assessore alla cultura ha subito richiesto test antidroga per tutti gli insegnanti  e gli educatori, considerando che per autisti  di bus e aerei la norma sarebbe già prevista.  All’assessore ha fatto subito eco il prefetto per il quale però ci sarebbero problemi di costituzionalità che invece sono del tutto inesistenti per il sottosegretario Giovanardi che, facendo i conti in tasca al Governo, pone solo problemi di finanza: costerebbero troppo ma andrebbero fatti a tappeto. Ma il dibattito non si è fermato qui e subito si è inserito pure il segretario della Flc-Cgil, Pantaleo:
 ''Un insegnante che si fa uno spinello ogni tanto è compatibile con l'insegnamento, come avviene in tante parti del mondo. Altrimenti dovrebbero licenziare probabilmente la metà dei dipendenti pubblici. Vanno fatte distinzioni tra uso di droghe leggeri e pesanti.” Contestualmente tanti insegnanti alla proposta dei test antidroga hanno alzato gli scudi e come prevedibile hanno puntato il dito contro i tanti parlamentari che posero il loro netto rifiuto quando scoppiarono degli scandali che li coinvolsero: diano loro l’esempio e si inizi a testare da chi fa le leggi. E in effetti, se questi test partissero per i docenti dovrebbero pure partire per tutti coloro che hanno a che fare con un pubblico “sensibile”, a  cominciare dai medici per passare alle forze dell’ordine e all’esercito, senza  escludere perfino i ragazzi delle secondarie. E nel caso si trovasse la positività, cosa succederebbe? Si licenzierebbero gli impiegati o addirittura si manderebbero a casa gli alunni? La cosa che colpisce tutte le volte che casi simili si affacciano nella cronaca, e con particolare riferimento alla scuola,  è questa continua tendenza ad accusare e sospettare, isolare e punire, mentre strisciante appare la voglia di fare di ogni erba un fascio. E’ vero che il docente deve essere di esempio per i giovani, ma è anche vero che modelli più forti vengono da altre sfere comunicative, mentre molto spesso l’amicizia col boss del quartiere assimila forme di impunità assolutamente palesi di negli ambiti decisionali più alti della Nazione. D’altra parte la scuola dovrebbe essere il filtro per una educazione alla cittadinanza e al rispetto delle regole, ma da sola, senza fondi e fiducia non potrà mai svolgere fino in fondo il suo ruolo.

Pasquale Almirante
da La Sicilia del 25 settembre





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