Scuole paritarie: l'inferno degli insegnati in nero
Data: Domenica, 25 settembre 2011 ore 06:38:06 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Partiamo dai dati dell'Istat sul lavoro nero o, per dirla come l'istituto nazionale di statistica, "sull'occupazione non regolare nelle stime di contabilità nazionale": dal 2008 al 2009 nel settore dell'istruzione si è verificato un preoccupante aumento del 10,5% dei lavoratori in nero. Ora, considerando che è praticamente impossibile che una scuola pubblica possa impiegare maestri o professori irregolari, è automatico puntare l'indice nei confronti delle scuole non statali o paritarie. Un dato, ripetiamolo, difficilmente controvertibile, che però rischia di essere apmplificato a causa di una circolare del ministero dell'Istruzione guidato da Mariastella Gelmini, che autorizza l'apertura in questo tipo di scuole di classi con meno di 8 alunni.          
   DIFFERENZE - Nelle suole pubbliche i limiti sono completamente diversi: 18 alunni nelle scuole dell'infanzia e alle medie, 15 alla primaria e 27 alle superiori. Numeri lontanissimi dal minimo previsto ora per le paritarie. E quella che può sembrare una cosa di poco conto, ha in realtà un'importanza decisiva, soprattutto considerando i bilanci delle scuole paritarie. Nel 2007, l'allora ministro dell'Istruzione Fioroni aveva vietato che nelle scuole paritarie potessero essere formate classi con meno di 8 alunni. Il motivo? Molto semplice: si era visto che con un numero inferiore di alunni e con le rette richieste ai genitori per iscrivere i figli, difficilmente una scuola sarebbe stata in grado di pagare gli insegnanti. Un motivo, dunque, serio ed importante, soprattutto alla luce di alcune denunce di insegnanti che lamentavano il fatto che si trovavano a lavorare solo per il punteggio: zero stipendio nei casi peggiori, paghe irrisorie per i più fortunati.
 
CAUSA - Per arrivare all'annullamento del decreto di Fioroni, è stato necessario il ricorso al Tar delle associazioni di scuole non statali: Aninsei, Flinsei e Filins su tutte. Il Tar ha dato loro ragione, ma il ministero non ha pensato fosse il caso di fare ricorso. Quindi, a distanza di 4 anni dall'entrata in vigore del vecchio decreto, la Gelmini ha invitato i direttori regionali a prendere atto dell'annullamento del decreto del suo predecessore. Le scuole paritarie potranno quindi formare classi anche con un solo alunno, mentre le scuole pubbliche chiaramente no. Non è una cosa proprio paritaria, ma ciò che è peggio è che il lavoro nero, una delle piaghe più difficili da estirpare in questo nostro paese, ha l'ennesima occasione per crescere.   (da Informazione libera net1news)

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