L'insegnate deve essere sempre presente a se stesso e una canna non può farsela. Caro Pantaleo, sbagli!
Data: Sabato, 24 settembre 2011 ore 21:00:00 CEST
Argomento: Redazione


Ho letto, non  sgomento, ma un po’ interdetto , su Aetnanet  le argomentazioni sull’uso della droga rilasciate di recente dal signor Mimmo Pantaleo, a '24 Mattino' su Radio 24 dove si parlava della possibilità di fare i test antidroga per gli insegnanti dopo il caso di un'educatrice che in una scuola elementare di Firenze ha assunto eroina in bagno. Alla domanda dell’intervistatore: “Secondo Lei , un insegnante che si fa uno spinello ogni tanto è compatibile con l'insegnamento”? La risposta del sindacalista è stata netta : “ Secondo me, sì , come avviene in tante parti del mondo” !
 Ma… caro signor  Mimmo Pantaleo, mi scusi, non Le basta  lo strazio di vedere oggidì  la figura del docente precario, sfruttato depresso ed emarginato,  ci  vuole anche aggiungere  quella  del docente  cannato in cattedra? Suvvia, non Le pare troppo? 
Anche in una società democratica la libertà  di opinione ha i suoi limiti, e  imposti non- si capisce- dalla legge, ma dal buon senso e dalla coscienza e responsabilità  che ognuno di noi dovrebbe ( deve) avere nello svolgimento  del proprio ruolo e della propria funzione! Fosse anche una semplice boutade , mi pare di cattivo gusto la sua uscita sulle canne del prof.! Un educatore che facesse uso di droghe, leggere o no, che siano, non mi pare persona adatta a  meritare l’affidabilità dell’insegnamento e della educazione di giovani implumi. Non può curare, né capire, gli altri, chi ha bisogno, in primis, di cure  e  di chiarimenti per proprio conto; non può  risolvere o rispondere  ai dubbi degli  altri, chi  non è in grado di risolverli, o di chiarirli, prima di tutto  a se stesso. Agli adolescenti, a scuola, signor Pantaleo, non serve  la figura tragica del docente “ maudit”! Il maestro in cattedra,presente sempre a se stesso, deve essere faro di luce, e traghettatore di sicuri approdi, non scivolo per un’andata agli inferi;  punto fermo di riferimento, suscitatore di cultura e di idee vitali, di amore di conoscenza.  Chi ha il delicatissimo compito di dovere comunicare e confrontarsi  giorno dopo giorno con i giovani, non può permettersi, signor Pantaleo, il deragliamento di tutti i sensi. I giovani ci guardano, e pretendono dei buoni e sani esempi  di onestà  intellettuale e di equilibrio nei comportamenti dei grandi; già lo diceva Seneca “ via brevis  est exemplis, longa verbis”! Immaginiamoci se ai cattivi pensieri, si aggiungessero pure i cattivi fatti! Come dire, peccare in “opere e parole”! Molto, molto grave , signor Pantaleo!  Anche per un laico – libertario incallito!
Occorre, invece, ribadire sommessamente , senza retorica ,ma con rigore assoluto, che la scuola nella sua intierezza,  e più precisamente  dirigenti scolastici, docenti e personale ausiliario hanno senso e meritano di essere mantenuti in servizio solo se essi testimoniano davvero di volere il benessere, l’ educazione e la crescita umana e culturale degli studenti. Se davvero  ne vogliano fare delle persone  libere e indipendenti e responsabili ! In questo compito sinergico, assume  rilievo, allora,  particolare di assoluta importanza –dopo la famiglia- la valenza della interazione diretta od indiretta dell’insegnante con l’allievo. Ma tutto questo, solo se l’insegnante abbia tutti i suoi sensi in ordine, quando sale in cattedra, per essere credibile in ciò che dice e in ciò che fa. Sempre!

Nuccio Palumbo
antoninopal@katamail.com






Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-244716.html