Quegli incontri su scuola e chiesa, due mondi lontani…ma non troppo!
Data: Venerdì, 23 settembre 2011 ore 06:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Domenica abbiamo partecipato a due incontri tra i tanti previsti. Il primo era una Messa laica per don Tonino Bello, vescovo di Molfetta e, per anni, Presidente di Pax Christi, testimone instancabile di pace e di giustizia attraverso una scelta pastorale vissuta sull' opzione radicale per gli ultimi. Alcuni testi di don Tonino, letti da Giuseppe Cederna, accompagnati da canti sacri e canzoni ispirate alle parole del presule, costituivano l'asse portante di una celebrazione in cui sono stati condivisi la parola di Dio e il pane quotidiano della tragica storia della fine del secolo scorso, legando per quasi un' ora e mezzo la terra al cielo come don Tonino sapeva fare.
L' altro incontro è stato un ricordo di Alberto Manzi, il maestro non solo di «Non è mai troppo tardi!», ma l'instancabile operatore di una scuola che aiutasse a crescere bambini, adolescenti e giovani acquisendo «onestà, intelligenza, amore». Un maestro, uno scrittore per bambini e per adulti (perché non riscoprire i suoi testi, da «Orzowei» alla trilogia legata ai drammi dei poveri dell'America del Sud?), capace di assumere l'identità dell'altro con cui entrava in relazione e di mettersi al suo servizio per una sua autentica promozione culturale.
Ci è sembrato che un filo legasse i due momenti: la parola e l'azione di due profeti che hanno operato in due ambiti fondamentali della società. Che cosa sono la Chiesa e la Scuola se non sono profetiche, se non hanno più la capacità di dire parole di vita e di senso a coloro che le abitano e si rivolgono a loro? Se non aprono nuovi orizzonti in un momento che segna tutti con stanchezza, perdita di fiducia, rassegnazione? Se non sanno accogliere tutti gli ultimi, non risparmiandosi in nulla e senza lasciare indietro nessuno? Se non hanno fiducia che le buone pratiche della condivisione e della salvaguardia dei beni comuni costruiscono maggiore ricchezza per tutti gli abitanti della terra rispetto alla difesa della propria identità nazionale, religiosa e culturale che sia?
E, come insegnanti, nutriamo la fiducia che nella scuola la profezia dei piccoli gesti e di una pedagogia narrativa condivisa tra studenti, insegnanti e genitori sia ancora possibile.

Aurora Castiglioni e Luciano Paradisi (Lettera da Bresciaoggi)





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