La trasformazione, in IICC, di tutte le istituzioni scolastiche autonome del I ciclo
Data: Mercoledì, 21 settembre 2011 ore 08:34:11 CEST
Argomento: Istituzioni Scolastiche


Impegnato ripetutamente nelle manovre correttive di bilancio, con un comma dell’ art.19 della legge 6 luglio 2011, n. 98 (convertito nella legge 15 luglio 2011, n. 111), il Governo ha ideato di aggregare le direzione didattiche e le scuole medie, in II.CC., ottenendo risparmi da una contrazione dell’organico dei dd.ss. e degli amministrativi. L’operazione coinvolgerebbe circa 5mila scuole, un migliaio delle quali potrebbero essere soppresse; il condizionale è d’obbligo, le regioni Toscana, Puglia ed Emilia Romagna intendono fare valere le proprie prerogative costituzionali in materia di distribuzione della rete scolastica. Ci chiediamo che cosa, a parte i risparmi, la generalizzazione degli istituti comprensivi produrrà, in termini di qualità dell’offerta formativa, e in termini di funzionalità del servizio scolastico. Riportiamo, sul primo aspetto, una considerazione (un auspicio, quasi) con la quale Tuttoscuola sottolinea come la continuità educativa e didattica , negli IICC poitrebbe favorire “la trasversalità degli progetti, consentire l’integrazione delle competenze degli insegnanti attraverso l’ottimizzazione dell’impiego delle competenze dei docenti, indipendentemente dall’appartenenza ai diversi ordini e gradi” (Tuttoscuola NEWS n. 502N. 502, 19 settembre 2011. Sul secondo aspetto, riportiamo due notazioni del d.s. Pietro Perziani (www.asas.sicilia.it/Downloads/newsletter/2011/asasi290.pdf).                              
Questi maxi-istituti… devono essere costituiti con almeno 1000 alunni, ridotti a 500 in casi eccezionali (piccole isole, comuni montani, aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche)…. La regola dei 1000 alunni vale solo per gli istituti comprensivi, cioè per il primo ciclo, mentre per il secondo ciclo rimane la vecchia norma dei 500-900 alunni, per cui gli istituti comprensivi sono destinati a diventare le scuole di maggiori dimensioni, a parte qualche istituto superiore storicamente sovradimensionato… Ci si dovrà porre il problema “governabilità” dei maxi-istituti, della struttura organizzativa delle scuole, di quello che comunemente viene chiamato lo “Staff di direzione” o “Figure di sistema”… La legge 59/97 parla di “individuazione di nuove figure professionali del personale docente” da affiancare al dirigente: nella legge l’autonomia, la dirigenza e le figure di sistema sono logicamente e strutturalmente legate tra di loro. Come ben si sa, però, la Legge 59/97 era una legge delega, ma la delega non è stata esercitata, per cui sono rimasti nella scuola autonoma in forma residuale i vecchi “Collaboratori del Dirigente”, di incerta natura giuridica; non si tratta infatti di funzioni e figure strutturali, com’è il caso del DSGA, ma di figure che sono espressione di una prerogativa dirigenziale. Va sottolineato che si tratta di un potere discrezionale: il dirigente potrebbe anche non esercitare la delega e quindi non nominare alcun collaboratore, oppure nominarne solo in determinate occasioni e con compiti circoscritti e limitati nel tempo. A fronte dei maxi istituti che si prospettano, si può continuare con questa “indeterminatezza giuridica” ?
… E che dire dell’assegnazione del personale ai plessi, per l’a.s.2011/2012 ?... Quest’anno, la Funzione Pubblica non ha autorizzato la sottoscrizione del Cin sulle utilizzazioni per la parte attinente all’assegnazione del personale docente e non docente ai diversi plessi/succursali, in quanto tali materie non sono più oggetto di contrattazione, ma di informazione preventiva, a norma del D.Lgs 150/2009…. Possiamo dare un suggerimento sul percorso da seguire in questo inizio di anno scolastico: - il dirigente acquisisce i pareri degli OO.CC. di istituto, per quanto di competenza tenendo conto di tali pareri, formula i criteri per l’assegnazione del personale ai plessi; - convoca le OO.SS., fornisce loro l’informazione sui criteri e nel verbale dell’incontro si dà conto delle reciproche posizioni e, nel caso ci sia concordanza di vedute, si può anche sottoscrivere un’intesa; - il dirigente rende pubblici i criteri e le procedure e, conclusione del percorso, provvede all’assegnazione del personale ai plessi.   (da Anief)

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