Per avere un quadro sintetico della elaborazione OCSE sommiamo i
dati sui diplomati alle superiori con quelli sui laureati e definiamo
questo dato come quello della popolazione istruita (tutti coloro che
hanno superato l’attuale soglia dell’obbligo scolastico al 16°
anno di età) e, quindi, sommiamo i dati sugli analfabeti, sulle
persone senza titolo di studio, con la vecchia licenza elementare e
il diploma della scuola media inferiore (o secondaria di primo
grado), definendo questo dato come quello della popolazione dei “non
istruiti o non sufficientemente istruiti”. Queste due popolazioni
hanno l’evoluzione storica rappresentata in Figura 1. Nel 2006 si
ha il superamento della popolazione istruita su quella dei non
istruiti e nel 2011 abbiamo il 53% di istruiti contro il 47% dei non
istruiti.
Figura
1. Diagramma di Pareto
Perfetto, il trend è positivo.
Siamo in presenza di una crescita costante, anche se rallentata dagli
ultimi dieci anni. Eppure qualcosa non torna. La ricostruzione dei
dati OCSE mostra che in sessant’anni la crescita è stata molto
lenta. Infatti, se prendiamo come riferimento il 1971, immediatamente
dopo la contestazione del ’68 e l’avvio del cambiamento con i
famosi decreti delegati, assistiamo, prima, a una crescita della
popolazione istruita di un 5% in venti anni dal ’51 al ’71 (cioè
un 2,5% medio ogni dieci anni) e, dopo, di un 40% circa in altri
quarant’anni (cioè un 10% circa medio ogni dieci anni). Se
considerassimo la linea di demarcazione tracciata dai dati del ’71
tra il modello della “Scuola Gentile” e quello della “Scuola di
massa”, ci potremmo chiedere: quale modello per l’istruzione?
Difficile dire guardando i dati. Nel primo caso si partiva da un
analfabetismo tradizionale, cioè da una condizione in cui la
stragrande maggioranza delle persone non sapeva né leggere, né
scrivere, né far di conto mentre nel secondo caso si innesca il
processo dell’analfabetismo di ritorno che dovrebbe considerare
tutti coloro che pensano di essere istruiti ma invece non lo sono più
e per di più “non sanno di essere regrediti” (vedi la difficoltà
di avviare il Life long learning). Tullio De Mauro e Saverio
Avveduto, da molti anni, sottolineano il fatto che la popolazione non
legge, non studia, non fa di conto e che i livelli di analfabetismo
crescono a dispetto di quel che sembra a causa dell’analfabetismo
di ritorno. Se ritoccassimo i dati degli ultimi quarant’anni con un
modello correttivo avremmo percentuali di crescita molto simili per i
due modelli. Insomma, i due modelli di istruzione non sembrano aver
avuto un grande effetto sulla popolazione. L’arcano dei dati OCSE è
rappresentato da quel che i dati (assoluti) “non dicono”
esplicitamente. Essi sembrano celare una dinamica che nella
semplicità della storicizzazione dei numeri implica una problematica
di crescita non affatto trascurabile. Per esempio, le licenze
elementari sommate ai diploma di scuola media inferiore portano a
percentuali molto simili nel 1951 e nel 2011, cioè circa il 40%.
Dopo sessant’anni abbiamo le stesse percentuali per i livelli più
modesti dell’istruzione. Com’è possibile, con una popolazione
complessiva che in sessant’anni è cresciuta? Esiste, forse, una
barriera socio-economica che schiaccia i livelli culturali sui
livelli più bassi dell’istruzione?
Un’analisi molto
accurata di questi dati è svolta in “Modello
gaussiano per i dati OCSE sull’Istruzione”, dove si mostra
che un modello significativo per interpretare con rigore i dati OCSE
può essere quello della distribuzione di Gauss. Il potere euristico
dei dati OCSE è intrinsecamente governato dalla legge dei grandi
numeri che porterebbe a predire, con l’affidabilità del metodo,
delle soglie oltre le quali sia difficile andare sia per gli
“istruiti” che per i “non istruiti”. Questa soglia, forse, ha
a che fare con i recenti risultati delle neuroscienze sui limiti
dell’intelligenza umana posti dalla inaccessibile energia
necessaria al funzionamento delle incommensurabili connessioni
neurali o invece è dovuto a un fenomeno tipicamente sociale che
“condiziona” la crescita? La provocazione è decisamente
interessante!