La scuola cade a pezzi, In Sicilia 90% a rischio crollo
Data: Martedì, 20 settembre 2011 ore 06:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


La scuola italiana è a rischio – e purtroppo – da più punti di vista. Come se non bastassero le proteste dei precari, il sovraffollamento delle aule, la carenza di personale. In Italia il futuro delle istituzioni scolastiche non è sicuro, a partire dai luoghi dove si svolge l’attività formativa, dove per numerose ore al giorno siedono bambini ed adolescenti. Nel nostro Paese la maggior parte delle scuole, circa il 46%, è a rischio di crollo. Sono edifici costruiti tra il 1965 ed il 1990, e che quotidianamente ospitano 9 milioni di persone la cui incolumità è in pericolo. Sono i dati forniti da Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio Nazionale Geologi, a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico. “Il 57% delle nostre scuole – ha detto Graziano – non possiede il certificato di idoneità statica, cioè quel documento che certifica la buona salute dei pilastri, delle travi e di tutte le parti strutturali di un edificio, e il 34% delle stesse è ubicato in aree sismiche”.
Dichiarazioni allarmanti che appaiono maggiormente tali se si passa a prendere in considerazione la situazione della nostra Isola. “In Sicilia, il 90% degli edifici pubblici verificati non hanno superato i test antisismici”, fa sapere Emanuele Doria, presidente dei Geologi di Sicilia, che spiega come il presente stato di cose sia determinato dal fatto che l’11% degli istituti scolastici nazionali sono ospitati presso edifici originariamente sorti per altri usi e che nel corso degli anni non sono stati adeguati sulla base della nuova normativa relativa all’edilizia scolastica.
Mario Centorrino, assessore regionale all’Istruzione e Formazione Professionale, non nasconde la propria preoccupazione. “Da più tempo denuncio questa situazione – ha ribadito a BlogSicilia – sinora abbiamo usufruito di finanziamenti intermittenti e discontinui dettati da qualche grave contingenza. Non si può più aspettare, urge un progetto organico che stabilisca su quali edifici intervenire prioritariamente, soprattutto alla luce del ridimensionamento complessivo del sistema scolastico. Purtroppo – continua Centorrino – ci siamo abituati a questi interventi “spot”, che sono diventati prassi anziché rimanere eccezione. Quasi come se fossimo alla mercé della buona volontà del Ministero dell’Istruzione piuttosto che della Protezione Civile”.
Eppure in Italia, dentro gli edifici scolastici, si sono consumate tragedie reali che non possono essere dimenticate. Come nel 2002, quando il crollo della scuola “F. Iovine” di San Giuliano di Puglia, provocò la morte di 27 bambini ed una maestra. All’inizio la colpa fu data alle scosse di terremoto che interessarono l’intera zona il 31 ottobre, ma poi si capì che sisma a parte, la scuola non era sicura. Vennero condannate 5 persone, tra le quali il sindaco, il progettista ed il geometra del Comune. Nel 2008, crolla il tetto del liceo “Darwin” a Rivoli.
Un diciassettenne viene travolto dalle macerie e perde la vita. Nel 2011, inquietanti campanelli d’allarme provengono da più parti d’Italia. Crolla il tetto di un’aula dell’istituto “Tomasetti” di Roma, nessun morto o ferito per fortuna; i bambini infatti erano fuori in visita didattica. A Serradifalco, in provincia di Caltanissetta, crolla, invece, un’ala del terzo piano della scuola elementare “G. Verga”.
Anche qui tutti salvi, le aule di quella parte di edificio erano state spostate da poche ore per l’inizio dei lavori di ristrutturazione. Se ci fermiamo a riflettere, è indubbiamente scandaloso che, anche andare a scuola, debba essere considerata una situazione di pericolo.
Ultim’ora!: Anche a Motta Sant’Anastasia, in provincia di Catania, proprio all’inizio dell’anno scolastico, il plesso centrale dell’Istituto Comprensivo “Gabriele D’Annunzio”, adibito a scuola materna ed elementare, è stato dichiarato inagibile e chiuso. Il sindaco, con la preside della scuola, cercano una soluzione, adeguata e definitiva, per ovviare al grave disagio. Intanto i bambini aspettano ancora. Anche questa è la nostra scuola.

Veronica Femminino, da BlogSicilia, del 19 settembre 2011





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