Per una didattica della storia a scuola.
Data: Lunedì, 19 settembre 2011 ore 22:00:00 CEST
Argomento: Redazione


Nello storicismo  hegeliano- si sa -  c’è sempre conciliazione, sintesi e armonia degli opposti. Ma  non sempre,  ahimè, il progresso della storia  è  prodotto automaticamente migliore, per  dialettica sintesi, di ciò che c’ è stato prima;  guai, quindi, ad assolutizzarlo,  esimendoci  dal darne un giudizio di valore!
 Se escludiamo ogni metro di valore, avremo davanti solo lo spettro di una filosofia della storia corrosiva e  disumana, che tutto giustifica e razionalizza  secondo  l ‘ “adagio” che “tutto ciò che è reale è razionale”:  i fatti, in quanto  inscritti nell’orizzonte della storia, anche se mostruosi, e irrazionali, avrebbero comunque  una loro intrinseca necessità logica e, quindi, vanno compresi, ma non giudicati! Ma è poi vero che dare ragione dei fatti significhi anche dare ragione ai fatti? Dubito.
Io credo , piuttosto, che nell’insegnamento della storia,  la scuola debba ribadire con forza che tale disciplina è semplice ausiliaria rispetto agli apprezzamenti  valoriali  e va considerata  solo come supporto per una più critica  e articolata  e responsabile fruizione  dei fatti medesimi. E questo, per la semplice ragione che le ragioni della storia  non coincidono sempre con le istanze e le ragioni  ideali più profonde del nostro essere umano;  la storia è passione, amore , odio, interessi: un dramma il cui protagonista è l’uomo:  signum contradictionis !.  Bisogna, perciò,  diffidare dell’affermazione  che “la storia del mondo è il tribunale  del mondo”:  lo  spazio dell’orizzonte  storico  entro cui si snodano i fatti, non sempre include quello delle nostre esperienze valoriali. Giusto dunque il resoconto storico, sacrosanto lo studio del manuale di storia, ma senza dimenticare  che la storia ci chiama in causa,  e  può soddisfare certe esigenze esistenziali di arricchimento interiore , di pienezza  vitale e di progettualità e creatività soltanto iscrivendosi dentro, e non ponendosi al di fuori delle dimensioni valoriali cui tali esigenze si richiamano.

Nuccio Palumbo
 antoninopal@katamail.com






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