La preside del Marconi di Padova: «Perseguitata da due prof». Lei si difende: ho già spiegato tutto. Inchiesta sulla gestione dell'istituto per abuso
Data: Lunedì, 19 settembre 2011 ore 21:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Maddalena Carraro, 64 anni, è preside dell'Itis Marconi di via Manzoni di Padova da cinque anni. Prima era stata dirigente dell'istituto professionale statale per la moda Ruzza, per un decennio. Negli anni in cui guidava la scuola di via Sanmicheli, era anche responsabile nazionale di tutti gli istituti d'Italia per la moda. La Carraro, tra l'altro, da sempre conosce molto bene i vertici del ministero dell'Istruzione. Tanto da aver avuto rapporti di amicizia sia con il ministro precedente, Letizia Moratti, che con l'attuale responsabile del dicastero, Mariastella Gelmini.                    
Preside, ancora pesanti accuse a suo carico?
«Adesso siamo davanti ad una persecuzione vera e propria. Tutto risale al periodo in cui ero preside al Ruzza, una scuola che da sempre è il fiore all'occhiello degli istituti della moda del Nordest. Questa storia non rappresenta altro che una vendetta orchestrata dai docenti Anna Grazia Santel e Massimo Irrera. La prima, che oggi insegna al Calvi, a distanza di anni, ha ancora il dente avvelenato nei miei confronti perché, stando alla sua versione, le avrei impedito di insegnare la sua materia. Questo lato della vicenda l'ho già chiarito da oltre un anno. In quel periodo c'era il vincolo dell'organico funzionale e, quindi, non potevo agire diversamente».

Già, ma ora è stato aperto un fascicolo per abuso d'ufficio. Si parla di utilizzo dei bidelli come suoi autisti personali, di valutazioni di alunni contraddittorie e di una gestione discutibile della scuola.
«Sono leggende metropolitane, che girano tra gli addetti ai lavori da almeno 6 anni. Domani m'incontrerò di nuovo con il mio legale Gian Mario Balduin e insieme decideremo non solo la linea della difesa, ma anche quella del nuovo attacco personale da indirizzare contro i due insegnanti che, nonostante il bene che mi vogliono tutti gli altri colleghi, non la smettono ad infangare il mio nome».

Parliamo del Natta. I suoi «nemici» sostengono che lei avrebbe fatto di tutto per far «morire» l'istituto, perché venisse accorpato con il Marconi.
«Siamo al ridicolo. Al teatro dell'assurdo. Innanzitutto l'ex Natta è stato aggregato sia alla mia scuola che all'attuale Ruzza. Il ricorso al Consiglio di Stato l'ha proposto la Regione e non certo io. Risultato: oggi il nuovo Marconi, a cui sono stati aggregati gli indirizzi chimico ed aeronautico del Natta, è formato da 1.378 studenti, che sono ben felici di frequentare una scuola storica come quella che dirigo».
  (da http://mattinopadova.gelocal.it/)

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