Cesate (Mi), pane e formaggio per i bimbi che non pagano la mensa
Data: Lunedì, 19 settembre 2011 ore 16:17:16 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Se la famiglia non paga la mensa ai bambini solo pane e formaggio. Non è la prima volta. Era già accaduto nella scuola di Pessano con Bornago, nel Milanese, che lasciò a digiuno 22 piccoli, 20 figli di immigrati, perchè i genitori erano morosi.
Ora a finire nella bufera è la scuola elementare di Cesate a venti chilometri da Milano. Il Comune si difende sostenendo che gli insolventi non sono poveri. E l'opposizione attacca: "Discriminazione odiosa".
Pane, formaggio e succo di frutta è il pasto alternativo per una trentina di bambini le cui famiglie non hanno pagato la retta della mensa. Mensa che è gestita da una società privata che ha vinto l’appalto bandito dall’attuale giunta Pd e Idv.                      
  "Con un buco di 70mila euro per il bilancio comunale: in questi mesi abbiamo inviato numerosi solleciti e recuperato gran parte dei crediti, salvo quelli di una trentina famiglie, la maggior parte italiane", spiega il sindaco democratico Roberto Della Rovere, al suo secondo mandato.
"Un atto discriminatorio", attacca Sonia Coloru, consigliere d’opposizione della lista 'Sinistra per Cesate' e maestra elementare. Sabato mattina ha presentato un’interrogazione  urgente al consiglio comunale che sarà discussa il 27. "Giovedì scorso — racconta — è stato il primo giorno di tempo pieno, dopo i primi tre a orario ridotto. Nella mensa del plesso Villaggio Ina noi maestre ci siamo accorte che ad alcuni bimbi veniva servito un vassoio con un panino invece del pasto completo. Abbiamo chiesto il perché e ci hanno spiegato che si trattava del menù previsto per i figli di chi non aveva pagato".
"Del tutto a carico del Comune, visto che l’azienda non voleva più servire i pasti gratis. Addirittura, voleva rinunciare all’appalto" rivendica il sindaco Della Rovere. Che aggiunge: "Quelle famiglie insolventi hanno scelto deliberatamente di non pagare nonostante i solleciti e la nostra disponibilità a dilazionare gli arretrati. Non si tratta di genitori poveri: la maggior parte è inserita nella fascia di reddito più alta. Bisogna prendere provvedimenti anche a fronte di chi, sebbene in condizioni più difficili, è sempre stato puntuale".
"Così — attacca Coloru — si usano i bambini per fare pressioni sui genitori. E li si discrimina: giovedì e venerdì noi maestre abbiamo ceduto ai bambini i nostri vassoi. Erano umiliati, non potevamo far finta di nulla".      (http://affaritaliani.libero.it)

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