Concorso DS: la docimologia offesa
Data: Luned́, 19 settembre 2011 ore 11:34:56 CEST
Argomento: Redazione


Non nascondo il mio amore per la enciclopedia Treccani, che per abitudine ultradecennale leggo quotidianamente la sera, quando interrompo progettazioni, disegni e calcoli ingegneristici. Una passione accumunata  a quella dello studio e approfondimento delle dinamiche scolastiche del nostro martoriato Paese.  Proprio dalla Treccani riporto la definizione di docimologia: [dal fr. docimologie, comp. del gr. δοκιμ(άζω) «esaminare» e -logie «-logia»].  Termine introdotto dallo psicologo L.-Ch.-H. Piéron (1881-1964) per indicare la parte della didattica che studia su basi scientifiche i criterî della votazione scolastica (tenendo presenti anche i fattori soggettivi che agiscono sugli esaminatori) al fine di elaborare tecniche di esame e di valutazione del profitto degli allievi e della preparazione dei candidati a un concorso. Ma veniamo alle dolenti note, quelle ben rappresentate dalla batteria di test della prova preselettiva del concorso a Dirigenti scolastici, che in un altro mio articolo ho definito monumento all’imperfezione docimologica. Per redigere questi test a risposta multipla, perché non è stata presa in considerazione la competenza tematica dell’INVALSI ? L' INVALSI, infatti, è l' istituto che  formula proposte per la piena attuazione del sistema di valutazione dei dirigenti scolastici, che definisce le procedure da seguire per la loro valutazione,  che formula proposte per la formazione dei componenti del team di valutazione e realizza il monitoraggio sullo sviluppo e sugli esiti del sistema di valutazione.  Inoltre si può osservare che  nel sistema universitario italiano esistono le cattedre di  psicologia dell’educazione,  psicologia dell’età evolutiva,  sociologia dell’educazione,  antropologia dell’educazione,  semiotica dell’educazione,  didattica generale, educazione degli adulti,  educazione permanente, scienza della valutazione, didattiche varie, didattiche della didattica, di conseguenza  come mai non si è fatto riferimento a queste altre competenze, per evitare una brutta figura, che rimarrà indelebile nella memoria storica della docimologia applicata ? Tanti perché, poche risposte, anzi nessuna risposta. Se non si voleva dare “confidenza” alle competenze sopra elencate,  il modo migliore era quello di non impantanarsi nella formulazione di  una serie interminabile di domande a risposta multipla, ma basare tutto l’impianto preselettivo nella soluzione di complessi problemi di logica, tipo i test psico-attitudinali opportunamente tarati. Può nascere  il sospetto di un impegno all’errore voluto, e come disse il Cardinale Mazzarino alla corte di Francia “A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”.    Aldo Domenico Ficara      aldodomenicoficara@alice.it

 

 

 

 

 

 







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